24. -Farfalle nello stomaco

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Pierre, Ryn Weaver
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Non ho mai pensato che Evan e Camila potessero avere un qualcosa che potesse andare oltre l'amicizia, non solo perché li ho sempre visti come due cose separate, cioè come mio fratello e la mia migliore amica, ma soprattutto perché il loro rapporto sembrava quasi simile a quello che Evan ha con me ed è questo che mi ha sempre impedito di vedere oltre.

Ora invece capisco quanto io sia stata cieca e non abbia notato tutti quei piccoli gesti e sguardi che i due si scambiavano, per non parlare del fatto che il rapporto che Evan ha con Ellie è del tutto differente da quello che ha con Ellie. Nonostante ciò però, stento ancora a crederci, non perché sono gelosa di Evan o Camila o cose simili, ma perché il mio cervello si rifiuta di elaborare un'immagine di loro due insieme e poi andiamo, questo è il cliché dei cliché. mhh, ma questo spiega perché sia successo a me.

"Scarlett, tutto bene?" mi richiama una voce che solo dopo riconosco essere quella di Carter, annuisco e gli rivolgo un sorriso per convincerlo; solo durante queste due ore, che avevamo in comune, mi ha dovuto richiamare più volte dato che sono con la testa fra le nuvole. Dopo ieri sera ho deciso di smetterla a indagare su di lui, ci siamo iniziati a frequentare da a malapena una settimana e se inizio a fare teorie complottistiche contro di me con lui come mente, dubito che questa relazione avrà lunga durata.

"Si può sapere che hai oggi?" mi chiede sottovoce con un velo di preoccupazione e io faccio spallucce guardando la professoressa per assicurarmi che non ci stia prestando attenzione.

"Sono semplicemente stanca, stanotte ho dormito poco." mento mentre continuo a guardare la professoressa e ringrazio tutti i Santi che stia rispiegando un argomento di cui ho già tutti gli appunti.

"E come mai? Mi stavi pensando?" chiede sussurrandomi all'orecchio per poi scoccarmi un bacio sulla guanci, lo guardo male e gli allontano la faccia con la mano facendolo ridere anche se poi si imbroncia.

"Oggi sei più acida del solito." si lamenta e io lo guardo tra il divertita e l'annoiata, da quando stiamo insieme abbiamo preso l'abitudine di sederci insieme quando abbiamo delle lezioni in comune e anche la cosa mi fa molto piacere, ho scoperto che Carter ha seri problemi di concentrazione e ciò fa distrarre anche me, cosa che non posso permettermi se voglio andare a Yale, cosa di per se già difficile. Solo oggi non sono molto concentrata, ma per fortuna nessuno dei professori ha spiegato qualcosa di nuovo.

"Primo: siamo in classe, secondo: lo sai che mi dà fastidio davanti a tutti." sussurro e lui sbuffa alzando gli occhi al cielo, gli prendo la mano da sotto il banco e gliela stringo fino a quando il suo sorriso non torna a illuminargli il volto. Mi piace stare con Carter, in un modo diverso da quello che immaginavo: non sento ancora quello sfarfallio che percepivo prima che iniziassimo a frequentarci, ma penso che sia dovuto al fatto che prima associavo Carter ad una celebrità, un qualcuno impossibile da raggiungere, ora che invece stiamo insieme quella sensazione è sparita.

Liam ed Evan mi ripetono di stare attenta e di ricordarmi che non mi ha ancora chiesto di stare ufficialmente, cosa che secondo loro è sospetta e di cui invece mi scordo dato che io mi sono autoproclamata sua fidanzata dalla prima volta che l'ho visto e perciò mi considero già tale.

"Si, ma a me piace infastidire tuo fratello, anche se al momento dubito che ci sia del tutto con la testa. State tutti è due così perché siete gemelli?" chiede ridendo e anche a me scappa un sorriso che mi muore quando vedo Evan controllare il telefono per poi rimetterlo sotto il banco e sbuffare, mi giro e spingo Carter a fare lo stesso prima che ci veda, è da ieri che sta controllando quel benedetto cellullare ogni cinque minuti.

Questa non è una fanfictionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora