20. - "Allora mi limiterò a pensarlo."

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Vita Paranoia, Gazzelle
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Allora ragazze, facciamo un gioco.

Immaginate che sia la sera prima del vostro compleanno, che solitamente passate con i vostri amici e i vostri famigliari più cari e che questa specie di tradizione vi renda felicissime. Fatto? Bene, ora immaginate che questa vostra abitudine venga improvvisamente rovinata dal vostro fratello gemello che è entrato nella squadra di football e la sera prima del vostro compleanno ha una partita. Fatto? Benissimo, ora immaginate che anche il vostro migliore amico fa parte della squadra e che vostra madre e le vostre migliori amiche vogliano andare a vedere questa benedetta partita e che quindi vi viene sottoposta la scelta di andare con loro oppure restare a casa da sole con il gatto e quando scegliete la seconda opzione, vi viene negata questa possibilità.

Fatto anche questo? Perfetto, adesso potete capire il nervosismo che sto provando in questo momento.

"Mammaaaaaa, ti prego lasciami stare a casa." la prego in ginocchio mentre lei si trucca e in questo momento penso che si stia chiedendo se è troppo tardi per scambiarmi con Liam e fingere che lui sia il suo secondo figlio.

"Signore dammi la forza." borbotta lei mentre io le tiro l'orlo dei jeans per infastidirla e farmi dare il permesso di restare a casa.

"Scarlett Moore, se non la smetti subito ti giuro che ti costringo ad andare a tutte le partite di football della tua scuola." mi minaccia puntandomi l'indice contro e quando io smetto di colpo di tirarle l'orlo dei jeans, lei sorride soddisfatta.

"Che donna malvagia." sbuffo io sdraiandomi a pancia in su sul suo letto, mia madre mi sorride teneramente e mi scompiglia i capelli "Da qualcuno devi aver pur preso."

Le faccio la linguaccia divertita e lei mi ignora mentre si siede affianco a me e si mette i tacchi a spillo, cosa che mi fa accigliare. Come diavolo farà a guidare con quei cosi? Ha detto che non c'era bisogno di chiamare Camila e Ellie per avere un passaggio, quindi ho dato per scontato che guidasse lei.

"Vieni così?" chiede squadrandomi da testa a piedi e io annuisco distrattamente ancora sovrappensiero: indosso uno skinny jeans nero; gli anfibi neri e un felpa bordeaux, un outfit semplice ma che va benissimo per una semplice partita di football.

"Perché ti sei messa così in tiro?" le chiedo mentre la squadro da capo a piedi accigliata, la mamma sbianca, poi fa un respiro profondo e si viene a sedere di nuovo a fianco a me, prendendomi la mano e invitandomi a mettermi dritta. Mi alzo dal letto e mi ci siedo composta guardando mia madre negli occhi per capire se c'è qualcosa che non va.

"Ho conosciuto qualcuno." sussurra tanto che per un attimo penso di aver sentito male, ma poi vedo un sorriso timido sul suo volto che mi fa spalancare la bocca. Giù sento suonare il campanello, mi volto verso quella direzione e poi di nuovo verso mia madre che mi guarda preoccupata.

Le lascio la mano e corro giù per le scale con lei al mio seguito che mi chiama correndo, rallentata però dai tacchi. Arrivo all'entrata e apro di scatto la porta trovandomi davanti un bell'uomo sulla quarantina che regge un mazzo di fiori e sobbalza quando mi vede. Ci guardiamo per qualche secondo e quando lui apre la bocca per presentarsi, io gli chiudo la porta in faccia.

"Scarlett!" mi richiama mia madre che mi ha raggiunto solo adesso.

"Il tuo capo?" chiedo retorica mentre punto il dito verso la porta chiusa. Mia mamma deglutisce e si mette una ciocca di capelli dietro l'orecchio imbarazzata "Io e James abbiamo scoperto di avere tante cose in comune e stiamo provando a frequentarci."

"Con il tuo capo? Non poteva essere l'altro cassiere del supemarket?" sibilo avvicinandomi a lei, che sbuffa e incrocia le braccia sotto il seno "Non l'ho mica fatto apposta... è successo." dice cercando di mantenere un tono di voce neutro anche se ormai un lieve rossore le colora le guance, oddio questo è un incubo.

Questa non è una fanfictionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora