Little Talks, Of Monsters and man
▶️Play"Okay, deciso vado.... no, non ce la faccio."
"Carly, sono a tanto così da buttarti fuori dall'auto." sbuffa Liam con la testa appoggiata sul sedile della sua auto con cui mi ha accompagnata. Mi mordo il labbro e guardo fuori dal finestrino difronte a dove Liam ha parcheggiato, la casa di mio padre e la sua nuova compagna.
Dopo aver ricordato che avevo promesso ad Evan che ci avrei riprovato con mio padre dentro di me è nata una nuova fiamma, che mi ha armata di coraggio e spinto a chiedere a Liam di accompagnarmi fin qui; quella fiamma però sembra essere sparita e adesso che sono a pochi metri da lui non riesco a trovare la forza di aprire lo sportello dell'auto di Liam che è bloccato qui con me da almeno enti minuti.
"Scarlett non devi farlo per forza. Arrivando fino a casa sua e la sola idea di andarci a parlare significa che hai fatto un passo davanti, non c'è bisogno che entri." dice prendendomi la mano e sento le mie spalle afflosciarsi per la delusione che provo nei miei confronti.
Liam mi stringe la mano e con quella libera mi tira un buffetto sulla guancia facendomi sorridere lievemente ma quando alzo lo sguardo su di lui i miei occhi si riempiono di lacrime "Scusami, ti ho fatto fare tutta questa strada per niente." dico tirando su con il naso e allo stesso tempo mi maledico mentalmente, da quando sono uscita di casa non faccio altro che trattenere le lacrime che lottano per uscire ad ogni minima cosa.
"Non dirlo nemmeno per scherzo idiota. Affronteremo insieme qualsiasi cosa, ricordi?" mi rammenta con un sorriso dolce in volto e io annuisco e gli stringo la mano per fargli capire la mia gratitudine dato che adesso ho la gola secca e non riesco a parlare.
"Ora andiamo a casa, ho una voglia matta di gelato." dice con tono allegro mettendo in moto la macchina e io ringrazio mentalmente chiunque lo abbia fatto incrociare le nostre strade perché senza di lui dubito che ce l'avrei fatta anche solo a uscire di casa, poi mi ricordo che è stato Evan a spingerlo ad unirsi a lui per farmi uno scherzo e mi scappa un sorriso amaro.
"Credi che... oh merda." borbotta guardando oltre la mia direzione, aggrotto le sopracciglia e mi giro per capire cosa sta guardando e davanti a me trovo la figura di mio padre che si avvicina verso la nostra macchina.
"Possiamo ancora andarcene se vuoi." mi propone Liam ma io scuoto leggermente la testa e faccio un respiro profondo e con tutta la forza di volontà che ho in corpo apro lo sportello ed esco dall'auto seguita subito dopo da Liam che si mette al mio fianco sinistro con fare protettivo.
"Scarlett.." dice mio padre guardandomi con stupore e allungando le braccia, io mi irrigidisco e scuoto la testa con veemenza, papà si blocca si scatto con espressione ferita ma cerca di nasconderla con un sorriso caloroso.
"Sono contento di vederti tesoro, anche te Liam, sei cresciuto molto in questi anni." dice mio padre con gentilezza e Liam ricambia il sorriso con labbra chiuse e poi mi lancia un'occhiata preoccupata dato che non ho ancora spiaccicato parola.
"Come mai siete qui?" chiede mio padre e io serro gli occhi sapendo che adesso è il mio turno di parlare, faccio un respiro profondo e riapro gli occhi puntandoli su quelli di mio padre "Voglio parlarti."
"Oh, certo, certo... ti va se lo facciamo dentro?" chiede e io annuisco, papà mi sorride con gli occhi luminosi e ci fa cenno di seguirlo per poi dirigersi verso casa sua, io e Liam ci guardiamo un secondo e poi lo seguiamo guardandoci attorno non appena camminiamo per il vialetto.
Papà apre la porta e avvisa Savannah che siamo arrivati e che andremo in salotto, sento la conversazione come lontana dato che la mia mente è del tutto concentrata ad assimilare ogni angolo di questa casa: qua e là sulle pareti sono sparse foto di mio padre e Savannah e alla fine del corridoio ne trovo anche una mia e di Evan con papà il giorno del nostro settimo compleanno, quando il matrimonio tra lui e la mamma andava ancora bene ed io continuavo ad essere la sua principessa.
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Questa non è una fanfiction
RomanceScarlett Moore non voleva trovarsi in questa situazione. Scontrosa, sarcastica, auto-ironica, testarda e con del succo di limone nelle vene al posto del sangue potrebbe considerarsi una classica adolescente di diciassette anni ma lei ha letto troppi...