Me too, Meghan Trainor
▶PlayAllora, iniziamo con questo casino.
Da brava lettrice quale sono ho letto forse un miliardo di libri di ogni genere possibile e immaginabile e ognuno di loro iniziava in una maniera diversa, ogni libro introduceva tutto quel che sarebbe accaduto nella storia in modo differente, eccetto un genere, una tipologia da me tanto odiata ma che non posso fare a meno di leggere: le fanfiction.
Oh si, ogni singola fottuta fanfiction inizia con la protagonista che si sveglia, chi con 'i raggi tenui del sole che oltrepassano la finestra' o con 'quell'aggeggio infernale meglio conosciuta come sveglia' fate voi, e riflette sulla sua vita facendosi pensieri talmente filosofici su di essa che Platone levati proprio tu.
Forse avrei dovuto capire da lì la fregatura.
Perché si miei cari amici, questa... cosa inizia con me che mi sveglio, dopo aver passato la notte a farmi film mentali su me e Damon Salvatore e la nostra possibile storia amorosa (con lui sottone e io queen assoluta, ovviamente). Ma siccome questa è la mia storia non poteva mai iniziare come tutte le altre, nooo, dova iniziare con mio fratello che si comporta da ragazza mestruata.
"Mamma, dove sono i miei calzini portafortuna." urla dalla sua camera mentre scorrazza per casa alla ricerca di quest'ultimi.
"Chiudi quella fogna." urlo di rimando io ancora stesa nel mio letto che cerco di riprendere sonno inutilmente prima che giunga l'ora di alzarmi definitivamente.
"Scarlett non parlare così a tuo fratello e aiutalo a trovare quei benedetti calzini." mi rimprovera mia madre entrando in camera mia e aprendo la serranda di scatto, illuminando così la stanza che era avvolta nel buio.
"Donna così mi accechi." borbotto mettendomi a pancia in giù e seppellendo la faccia nel cuscino. Mia madre, con tutta la dolcezza e la delicatezza che possiede, mi toglie la coperta di dosso facendomi scontrare con il freddo di ottobre.
Emetto un verso, che sinceramente non saprei nemmeno io come tradurre e la guardo supplichevole ma per tutta risposta lei mi toglie il cuscino da sotto la testa e me lo lancia contro.
"Muoviti e sii gentile con tuo fratello, ha le selezioni ed è normale che sia agitato."
"Mammaaa" urla ancora Evan facendomi salire la voglia di strappargli le corde vocali.
"Stai zitto!" ribatte mia madre prossima ormai ad una crisi isterica "Gentile eh?" dico retorica inarcando il sopracciglio e lei mi fulmina con lo sguardo.
"Alzati, vestiti, aiutalo e poi scendi a far colazione con lui, subito." mi ordina e in questo momento sembra una specie di generale tedesco.
"Agli ordini capitano" borbotto mentre lei esce da camera mia. Mi alzo e rifaccio in fretta e furia il letto, poi prendo il cambio e mi dirigo al bagno maledicendo mio fratello e la sua idiozia.
Passo davanti camera sua e lo vedo lanciare tutte le sue cose in aria rendendo la sua stanza il caos più totale "Non saresti bravo nemmeno con un miracolo divino, non vedo come i calzini di spongebob possano aiutarti."
Una maglietta mi vola in faccia facendomi ridere ma non appena sento l'odore caccio un urlo isterico "Razza di bastardo, questa è sporca." dico rilanciandola al diretto interessato "Lo so." si limita a dire continuando a rovistare fra i cassetti.
Mi guardo leggermente intorno e trovo i suoi amati calzini sotto la scrivania cosi mi sporgo per prenderli e glieli lancio irritata "Tieni genio." gli dico e lui caccia un verso di vittoria per poi abbracciare i calzini.
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Questa non è una fanfiction
RomanceScarlett Moore non voleva trovarsi in questa situazione. Scontrosa, sarcastica, auto-ironica, testarda e con del succo di limone nelle vene al posto del sangue potrebbe considerarsi una classica adolescente di diciassette anni ma lei ha letto troppi...