-Che mal di testa!- Mi lamento, aprendo gli occhi.
Sento un forte odore di medicinali e di candeggina. Mi tolgo la perfusione ingombrante dal braccio e mi alzo dal letto incomodo dell'ospedale. Non riesco a ricordarmi niente , solo un'immagine sfocata di una ragazza con gli occhi azzurri . Sono le sei di mattina. Mi infilo una giacca ed esco dalla stanza. Cammino con passi lenti lungo il corridoio vuoto e silenzioso. L'odore dell'ospedale è nauseante. Intravedo in un angolo un piccolo telefono pubblico . Inserisco le due monete necessarie e chiamo al telefono di casa.
*Drin drin*
-Pronto...?- Sento la voce fiocca di mia madre.
-Mamma , sto bene. Quando puoi, vieni a prendermi.-
Cala il silenzio , non sento più la sua voce ma solo il suo respiro ...
-Mamma non piangere, senti davvero...-
-Daisy hai dormito per due giorni ... Mi sono preoccupata moltissimo. Se hai dei problemi con il cibo, devi dirmelo prima di svenire per una forte anemia!-
-Anemia? Ma io mangio!-
*La informiamo che ha finito il credito residuo*
Maledetti telefoni pubblici! Urlo a squarciagola, dimenticando di essere all'interno di un ospedale. Un'infermiera mi chiede di calmarmi e di ritornare nella stanza. Ma non ho voglia di stare in quel posto freddo e silenzioso. Mi avvio verso i giardini dell'ospedale e mi sedo su una panchina sbiadita dal tempo.
Dopo qualche minuto vedo una striscia dorata ricoprire il cielo scuro. Una piccola sfera rossiccia si fa spazio tra le nubi rosa , diventando sempre più grande.
I fiori del giardino bagnati dalla rugiada, dischiudono i loro petali. Una luce forte , inizia ad abbagliare gli occhi ed il cielo si schiarisce sempre di più, diventando azzurro. Che bell'alba!
-Daisy!- I miei genitori ed Oliver mi vengono incontro.
Abbraccio prima mamma , poi papà ma Oliver mi saluta con un sorriso tirato, standomi lontano . Lo fisso: ha una brutta cera e delle occhiaie . Tiene lo sguardo abbassato e si muove di continuo.
-Oliver... Stai bene?- Mamma e papà lo fissano.
Oliver si gira verso di me ed alza lo sguardo . Per qualche minuto cala il silenzio.
-Sono solo stressato con la scuola, non preoccuparti. Anzi prendi più cura di te!- Ha una voce soffocata, tremante ...
Faccio un piccolo cenno con la testa ed entro in macchina . Mamma si siede accanto a me , accarezzandomi la testa.
Dopo 30 minuti , arriviamo a casa. Le cameriere mi salutano con il sorriso sulle labbra , conducendomi verso il bagno. Mi preparo subito perché voglio andare a scuola. Entro nella mia stanza e cerco i leggins di Rose e la mia foto preferita nascosta nell'album.
Non devo perdere del tempo inutilmente! Debole, io?! Mi sono ripromessa di essere forte e vendicarmi su quel demonio di Damien ...
Il tavolo della sala di pranzo è riempito con cibo.
-Ma hai intenzione di andare a scuola, oggi?- Mi chiede mamma preoccupata. Oliver lascia il giornale per guardarmi .
-Non voglio perdere troppi giorni di scuola!- Mi siedo a tavola e mangio una brioche alla crema. Oliver mi offre del pane e marmellata, ma io lo rifiuto , sotto lo sguardo sorpreso di mio padre.
-Non fare la bambina capricciosa, sei stata in letargo per due giorni , preoccupando mamma!- Oliver mi infila con la forza il pane nella bocca, obbligandomi a mangiare.
I nostri genitori ridono felici.
A scuola tutti mi salutano con la mano. Io cammino con passo leggiadro accanto a Oliver che mi accompagna in classe.
-Daisy!- Un gruppo di persone mi vengono incontro chiedendomi informazioni sulla mia salute. Vedo Damien seduto al suo vecchio posto con le cuffie mentre ascolta musica.
-Buongiorno , compagno di banco!- Gli sorrido , togliendo le sue cuffie.
Lui alza le sopracciglia e mi ricambia il sorriso. Non parliamo per tutta la mattina ma io ho un ghigno sulla faccia. Goditi questi momenti di felicità, caro Damien . Prima o poi cadrai nella disgrazia!
Suona la campanella . Sussulto. L'ora di pranzo è finalmente arrivata . Controllo il portafoglio per vedere se ho le cose necessarie e mi avvio verso la caffetteria circondata dai miei compagni di classe. Anche se sono stata solo un giorno a scuola, tutti mi conoscono e salutano. Circolano facilmente le voci in questa scuola, a quanto pare!
Vedo i 3P seduti al loro tavolo. Mi avvicino verso di loro con un passo sicuro e mi fermo accanto a Damien.
Lui alza lo sguardo verso di me ed io gli mostro la foto.
-Perché l'hai conservata?! Dovevi cancellarla tanto tempo fa!- Damien cerca di prendere la foto dalla mia mano.
-No, no!- Tocco il suo mento con un dito per la sorpresa di George e Oliver. -Tu dovrai uscire con me ad un appuntamento,domani pomeriggio! Altrimenti la farò vedere a tutti !-
-Daisy, hai dimenticato la tua promessa? Dovrai essere la mia serva per un mese , non hai tempo per queste cose!- Oliver protesta e Damien prende un respiro di sollievo.
-Ahahaha.- Inizio a ridere forte. -Pensi che mi preoccupi per quello? Sono stata nell'ospedale, i nostri genitori mi perdoneranno.-
Mostro la foto dei boxer leopardati ad Oliver che rimane senza parole.George continua a ridere senza fermarsi.
Prendo con la mano destra il viso di Damien e con la sinistra quello di Oliver. Fisso entrambi e sussurro:
-Che ne pensate, di cambiare un po' le carte in tavola? Sarete voi, i miei servi da ora in poi. Dolce Damien non fare tardi, domani alle 16.00 aspettami al cancello della mia casa.-
Oliver e Damien rimangono senza respiro , mi fissano increduli mentre ritorno al tavolo dei miei nuovi amici.
Finito il pranzo, decido di restituire i leggings a Rose. Apro la porta del laboratorio linguistico e vedo delle calze e pantaloni a terra. Mi dirigo verso la cattedra e vedo una scena sorprendente: Rose è nel suo intimo , in estasi mentre viene baciata sul seno da George. Lei ha una relazione con un studente... di 17 anni!
Alla mia vista, Rose rimane immobile e George impallidisce.
-Continuate pure, scusate!- Esco dal laboratorio imbarazzata.
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Love Revenge
Fantasi[Vendetta d'amore, storia romantica con un pizzico di fantasy] Daisy era la classica ragazza anatroccolo innamorata di Damien , un ragazzo dalle sembianze angeliche. Ma lui le spezza il cuore e stravolge completamente la sua vita. Gli anni passano...