Capitolo 27 ~ É un ordine

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Elizabeth

La felicità è un colpo d'ali, un battito di ciglia... rara, momentanea, effimera.
Non importano gli sforzi che hai fatto, né quanto ci hai messo ad ottenerla, perchè come l'hai conquistata, puoi, altrettanto velocemente, perderla.

L'ho imparato a mie spese solo un'ora fa, proprio quando credevo - per quanto surreale - di aver finalmente trovato il mio posto nel mondo e mi sentivo in pace, come non ero mai stata.

Dopo la rivelazione di ieri, di Jamie, per quanto assurdo, vista la situazione in cui ci troviamo, questa mattina io e i ragazzi ci siamo svegliati provando una strana sensazione di sollievo e tra uno scherzo e l'altro, siamo finiti a rotolarci sul divano... purtroppo però, non per il motivo che avrei voluto.

«Eddai ragazzi, smettetela!
Per favore, basta... odio il solletico... vi prego» esclamo infatti, girandomi e rigirandomi, nel tentativo di sfuggire alle loro grinfie.
Al che, ridacchiando, Jamie ribatte

«Mhh, che dici Jesse? Le diamo ascolto e la finiamo, oppure ci vendichiamo per il gavettone che ci ha fatto, continuando a torturarla un altro po?»

Ok, a dir la verità, devo ammettere che un po me la sono cercata, visto che questa mattina mi sono divertita a svegliarli lanciandogli addosso un secchio d'acqua, ma di certo non merito questa terribile punizione

«La seconda, assolutamente la seconda br... oh!»

«Jesse cosa... Oh mio dio!»

Ma é un attimo, una frazione di secondo, il mio sorriso, così com'era nato, si spegne e tutto va magicamente in frantumi e non parlo solo di uno dei vetri del salotto, distrutto dal proiettile che ha appena colpito il mio ragazzo.
Ma non ho neppure il tempo di, rifletterci, che Jamie afferra il corpo, sanguinante, del fratello e tirandolo verso di sé, grida

«Al riparo!»

E lo faccio, mi getto immediatamente a terra, ma una nube si diffonde nella stanza, privandomi momentaneamente della vista

«Jamie... Jamie non vedo nulla! Ho paura, dove siete?»

«Affianco a te piccola, la senti la mia voce?»

«Si ma le orecchie mi fischiano... Jamie ho tanta paura»

«Lo so, lo so, ora devi respirare ed inspirare e vedrai che andrà tutto bene..
Fratellino... fratellino ci sei? Per favore rimani sveglio»

«Ci sto... ci sto provando ma non... non riesc....» tossicchia Jesse, al che il maggiore, davvero in ansia per le nostre condizioni, si alza in piedi ed esclama

«Ok, va bene, risparmia le energie, io sono armato, perciò ora vado fuori e...»

Ma non fa in tempo a finire la frase che dietro di lui sbuca un uomo incappucciato, il quale lo disarma

«Bastardi! Mostratevi!
Chi siete e cosa volete?!» grida quindi il mio ragazzo, senza alcuna paura, mentre, al contrario, io non faccio che tremare.
Al che i nostri aggressori, che nel frattempo sono tutti entrati in casa, o almeno credo e spero, visto che ne riesco a distinguere almeno cinque, affermano

«Lei»

E io urlo e scalpito e mi dispero e li supplico, li supplico con tutta me stessa, di non portarmi via

«No, vi prego non fatelo... non portatemi via, io non posso e non voglio lasciarli, io...»

Ma uno di loro, quello posizionatosi esattamente alle mie spalle, afferma con durezza

«Scusa tesoro, ma è un ordine» e mi da una botta in testa, con il calcio della pistola, la quale mi stordisce all'istante.

E quando poco fa, mi sono rivegliata, ho realizzato che intorno a me non vi erano più le pareti della casa in cui sono stata, per settimane, confinata, bensì quelle del retro di un furgone e che al mio fianco, dopo quasi un mese di convivenza forzata, non avevo più i due fratelli, bensì tre dei cinque uomini incappucciati che, dopo aver ferito Jesse ed essere entrati nell'appartamento con la forza, mi hanno portata via e il mio pensiero corre, incontrollato, nuovamente a loro, le due persone che, senza volerlo, mi hanno stravolto la vita, ma dura molto poco, poichè uno dei tre, notando il mio momentaneo smarrimento, senza rivelare la sua identità, prende la parola ed esclama
«Salve signorina Queen, perdoni i modi aggressivi, ma era l'unico modo per salvarla»

«Aspettate, come sapete il mio nome e perchè tutto d'un tratto mi parlate con tale gentilezza?» chiedo perciò, ancora più confusa

«Beh amore mio, mi sembra ovvio, li ho mandati io»

«Papà?!».

Angolo Autrice
Ciao ragazzi e ragazze e benvenuti in questo nuovo capitolo, in cui la realtà torna a bussare alla porta del trio.
Una realtà in cui il padre di Liz non é rimasto ad aspettare, ma a quanto pare, ha agito senza contrattare.
Se vi va stellinate e fatemi sapere che ne pensate.
Inoltre ricordatevi che mercoledì pubblicherò il nuovo capitolo di "Dribbling d'amore".
Ci vediamo tra una settimana, con il prossimo, un bacio, ciao ♥😘

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