Capitolo 3 ~ Fai sogni d'oro

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Elizabeth

Sto camminando fianco a fianco al mio fidanzato, stringendo tra le mani i sacchetti dei negozi nei quali siamo appena stati, quando vediamo un bar e decidiamo di sederci a prendere un caffé.
Nel mentre, non stando ormai più nella pelle, io estraggo poi l'abito acquistato per il ballo e con fierezza, esclamo «Allora amore, che ne dici?»

«Che è un'abito meraviglioso e che con questo addosso, sarai ancora più bella la sera dell'homecoming» risponde quindi Luke, rivolgendomi uno sguardo languido

Al che io abbozzo un sorriso e ribatto «Già, ora dobbiamo solo trovare qualcosa di adatto, per te»


«Mi fido del tuo buon gusto, piccola» risponde, dandomi un tenero bacio a fior di labbra

«Siete deliziosamente squisiti» esclama quindi il suo migliore amico, comparendo alle mie spalle e scoppiando a ridere.
Dannazione! A volte mi chiedo come lui e Ashley possano essere fratelli, visto quanto sono diversi

«Grazie Finn, ma non avevamo bisogno del tuo commento» affermo quindi, per poi proseguire dicendo «Comunque, amore, io devo andare un attimo alla toilette, ma tu aspettami qui, che poi entriamo da Burberry a cercare il tuo completo.
Ragazze voi venite con me?»

«No, preferiamo fare compagnia ai ragazzi, ti aspettiamo qui» rispondono però loro, in coro

Al che io mi alzo, afferro la mia borsa all'ultima moda e affermo «Eh va bene, allora io vado» per poi dirigermi verso i bagni pubblici del centro commerciale.

Poco dopo però, mentre sono all'interno del bagno, sento degli strani rumori, quindi domando, con voce tremolante «Emh.. c'è.. c'è qualcuno?»

La mia preoccupazione però non fa che aumentare quando la maniglia della porta si alza e si abbassa rapidamente... fortuna che ho chiuso a chiave.
«E' occupato» dico nel frattempo, senza alcuna esitazione, ma chiunque sia la persona dall'altro lato della porta, sembra proprio non capire «Ho detto che è occupato, basta cercare di aprire!».

E improvvisamente, tutto tace... chissà, forse, alla fine, era solo una donna un po sorda.

Poi, avendo terminato, abbasso la maniglia ed esco ma...

«Oh mio Dio e tu chi...»

«Shh... non urlare, non scappare, non proferire il minimo lamento, non cercare di attirare l'attenzione e non provare a chiamare qualcuno o la pallottola, da dentro la canna della pistola, finirà dritta dritta nella tua gamba» mi minaccia il ragazzo comparsomi improvvisamente di fronte - nascosto quasi del tutto da una grossa felpa con cappuccio e da un vistoso paio di occhiali da sole - tappandomi la bocca con una mano e stringendo l'arma con l'altra

Al che, terrorizzata, io annuisco e quando mi permette di parlare, rispondo «E..eh va bene, non farò... non farò assolutamente nulla, tu dimmi solo cosa vuoi e te lo farò avere.
Denaro? Mio padre ne ha da vendere, posso dartene quanto ne vuoi già adesso o fartene avere ancor di più domani stesso.
Un lavoro, te lo posso offrire.
Case? Macchine? Uno yacht?
Giuro che ti darò tutto ciò che vuoi, devi solo lasciarmi andare»

Ma ciò sortisce l'effetto contrario, poiché lui ribatte «Denaro? Macchine? Un lavoro?
Io non voglio niente del genere! Io desidero vendetta.
Perciò ora, come nulla fosse, uscirai da questo bagno, terrai la testa china, non farai alcun gesto inconsulto, in poche parole ti comporterai come faresti comunemente, fino a lasciare il centro commerciale... mentre, ovviamente, io ti seguirò passo a passo»

«Si ma dove... dove andremo? I miei amici e il mio ragazzo mi stanno aspettando, si preoccuperanno»

«Qualcuno ti ha dato il permesso di parlare!? Ti rispondo io, no.
Vedi di non farmi arrabbiare stellina, perchè potresti rischiare sul serio e ora basta perdere tempo, andiamo» mi intima, conducendomi poi fuori dal centro commerciale, tramite un'uscita d'emergenza.
Ed ecco che in poco tempo raggiungiamo un'area del parcheggio, piuttosto isolata e dove sono abbastanza certa non ci siano telecamere

«Ce l'hai fatta?» gli chiede poi l'autista della macchina, bardato esattamente come il mio rapitore, il quale mi spinge quindi dentro l'abitacolo e dopo essere entrato a sua volta, ribatte

«Certo che si fratello, per chi mi hai preso? Ora però andiamo, prima che i fighetti con cui è venuta si accorgano che è sparita»

«Andiamo» annuisce l'altro

«Ah giusto, scusa stellina, ma non puoi proprio vedere dove siamo diretti, perciò fai sogni d'oro» questa è l'ultima frase che sento, prima che un fazzoletto umido venga avvicinato al mio viso e le mie palpebre si chiudano di scatto.

Angolo Autrice
Ciao ragazzi e ragazze ed eccovi un nuovo capitolo, da cui ha inizio la storia effettiva.
Che dire, spero vi stia piacendo e che continuerete a seguirla.
Se vi va stellinate e fatemi sapere cosa ne pensate, un bacio e ci vediamo mercoledí con "La partita del cuore" e la settimana prossima, col prossimo capitolo di questa ♥😘

RAPITADove le storie prendono vita. Scoprilo ora