Capitolo 15 ~ Dimmi che non è vero

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Elizabeth

James è appena uscito dalla stanza in cui sono rinchiusa da ormai più di due settimane, sbattendo con forza la porta-libreria e portando l'album di foto con sè ed io sono rimasta talmente tanto scioccata dalla sua rivelazione, che continuo a ripetermi tra me e me: "non può essere vero".

Mio padre non è un assassino, non può esserlo! Non dico che sia uno stinco di santo, nel corso della vita avrà sicuramente fatto degli errori, come tutti del resto, ma di certo non può essere un pazzo omicida.

Eppure, più me lo ripeto, più mi salgono i dubbi e ricollegando stralci di discorsi origliati per caso, o strani incontri avvenuti all'interno della casa, mi insospettisco ulteriormente.

Così, quando, preoccupato dalle urla del fratello, Jesse, che mi aveva lasciata sola prima del rientro di quest'ultimo, mi raggiunge trafelato, esclamo immediatamente, con le lacrime agli occhi e la voce concitata
«Dimmi che non è vero, ti prego Jesse dimmi che mio padre non è il responsabile della morte dei vostri genitori!»

Ma lo sguardo che lui mi rivolge, dopo essersi seduto sul bordo del letto, mi fa capire che no, non è una falsità.

«Non posso farlo Liz, perchè purtroppo è la cruda realtà» afferma infatti, alcuni secondi dopo, sospirando e nei suoi occhi mi sembra quasi di leggere, oltre ad un profondo dispiacere, quasi del senso di colpa, ma non è lui quello a doversi sentire così e improvvisamente, ecco che nella mia mente diventa tutto più chiaro, i pezzi del puzzle vanno ad incastrarsi e capisco, finalmente, perchè mi hanno rapita

«Voi volete farmi fare la stessa fine vero? Desiderate che mio padre perda ciò che ha di più importante al mondo, proprio come lui ha portato via ciò che contava di più per voi»

«Cosa?! No... no, assolutamente no Liz» risponde, ma io non gli credo, non più e sempre piú spaventata, inizio ad agitarmi

«Non è vero! Non mi mentire, non tu! È l'unica cosa che abbia senso di tutta questa storia, in fondo me l'avete detto fin dall'inizio, che il vostro unico obiettivo è la vendetta»

«Si ma non così, non come credi tu! Noi vogliamo solo mettergli paura, usare il tuo rapimento per portarlo allo stremo e costringerlo a confessare i suoi errori, già te l'abbiamo detto e su questo, giuro, non ti abbiamo mai mentito.
Sei libera di non credermi, ma noi non siamo degli assassini Liz e non permetteremmo mai che qualcuno pagasse per l'errore altrui, tantomeno tu»

«Ti vorrei credere, lo giuro, soprattutto dopo ciò che accaduto tra noi questa mattina, ma tuo fratello... tuo fratello è...»

«Una brava persona che non è stata in grado di reagire al dolore, ma che non farebbe mai del male ad una mosca, o almeno non intenzionalmente e senza alcuna giustificazione.
E se ciò non servisse a rassicurarti, sappi che chiunque decida di farti del male, dovrà prima passare sul mio corpo» dice, interrompendomi, prendendo poi le mie mani tra le sue e abbozzando un dolce e confortante sorriso

Al che, confusa e stremata, io chiedo «Perchè? Perchè mi dici questo, perchè saresti disposto a fare tutto questo per la figlia dell'assassino dei tuoi genitori?»

«Perchè sei una vittima tanto quanto noi e quando sono con te, io sto...»

«Stai?»

«Sto...»

«Dillo» lo incalzo, non so neanche io dire perché, vogliosa semplicemente di ottenere delle conferme

Al che lui confessa «Sto bene come non mi capitava da tanto tempo e anche se non dovrei provare determinate cose, non sono pronto a rinunciare a questo sentimento».

Angolo Autrice
Ciao ragazzi e ragazze e benvenuti in questo nuovo capitolo, in cui Jesse conferma a Liz, quello che noi già sapevamo e la consola.
Che dire, anche se piuttosto breve, spero ugualmente vi sia piaciuto, se vi va stellinate, un bacio e ci vediamo mercoledí con "La partita del cuore" e la settimana prossima, col prossimo capitolo di questa ♥😘

RAPITADove le storie prendono vita. Scoprilo ora