Parte 16 - Romeo and Juliet

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Defne stava impazzendo. Liam Gallagher aveva annullato la sua intervista prevista per quel venerdì mattina. Aveva attraversato a piedi quasi tutto l'Highgate Wood per raggiungere la sua residenza a Muswell Hill, quando aveva ricevuto la telefonata del suo agente che gli aveva comunicato che il signor Gallagher era indisposto e non avrebbe potuto incontrarla quel giorno. Defne l'aveva supplicato, l'aveva implorato di concederle almeno un'intervista telefonica, ma quello l'aveva liquidata con un frettoloso 'la richiamo io'. Si sedette su una panchina nel parco, rigirandosi tra le mani il registratore che le aveva regalato Lennon. Cosa gli avrebbe detto ora? Avrebbe dovuto chiamarlo? Non l'aveva ancora visto né sentito dall'ultima volta a casa sua, con Jessica.
Lui ci teneva tanto a quell'intervista, tramite un suo amico manager era riuscito a farsi fissare quasi tutti gli appuntamenti che avevano messo in elenco, ma non avevano messo in conto un piano B in caso di disdetta last second di uno degli artisti.
Avrebbe telefonato al Signor Smith, dopotutto era il suo diretto superiore; ci avrebbe pensato lui a consultarsi con il titolare sul da farsi.
Stava per chiamarlo, ma il suo cellulare iniziò a squillare prima che riuscisse a comporre il numero dell'ufficio. Un numero che non conosceva.
"Pronto?"
"Pronto Defne?" Dall'altro capo del telefono c'era una calda voce maschile.
"Con chi parlo?"
"Sono Johnny, Defne."
Defne era seduta ma dovette comunque aggrapparsi alle doghe metalliche della panchina per la paura di cadere. Restò in silenzio qualche istante.
"Johnny Bennet...ricordi?"
E come avrebbe mai potuto dimenticare? Si schiarì la gola, diventata improvvisamente secca e cercò di preparare la voce affinché non le uscisse qualche suono stridulo.
"Johnny! C-certo che mi ricordo. C-come stai?" Merda, stava balbettando. Giurò a sé stessa che se non fosse riuscita a sostenere quella conversazione in maniera impeccabile, avrebbe cambiato lavoro e avrebbe fatto per tutta la vita la cameriera al Circus.
"Benone. Sono a Londra per qualche giorno, sto registrando qui. Ho chiamato in redazione per avere il tuo numero."
"Ah...come posso aiutarti?"
"Ho letto la tua intervista e sono rimasto molto colpito, veramente ben fatta. Volevo complimentarmi con te ed invitarti a cena, se ti va."
Lei e Johnny Bennet? A cena insieme? Oddio.
"A cena?" Ripetè, perché forse non aveva capito bene.
"Si a cena Defne. Hai presente? Un tavolo, due sedie, cibo, vino...cena."
Defne rise. Steffy aveva ragione ad insultarla, ci sapeva proprio fare zero con gli uomini.
Quanto avrebbe voluto essere lei in quel momento e sapere esattamente cosa dire. Accettare di andare a cena con Johnny Bennet, significava accettare automaticamente di andarci anche a letto. Se ne sarebbe pentita per il resto della sua vita e probabilmente si sarebbe pentita per il resto della sua vita anche di non esserci andata.
Tempo. Doveva prendere tempo.
"Sarebbe carino. Ma stasera non posso. C'è la festa di compleanno di un mio amico e non posso mancare. Magari un'altra sera."
"Beh, puoi invitarmi alla festa."
Certamente. Alla festa dove Lennon MacCartney aveva confermato la sua presenza. Defne maledì il giorno in cui aveva perso la testa per lui, perché da quel momento, ogni sua scelta, ogni decisione che aveva preso, anche la più piccola, era stata in funzione di Lennon. Ma cazzo, era Johnny Bennet! Soltanto un mese fa gli avrebbe detto di si senza neanche pensarci due volte, ma ora...
"Fosse stato il mio compleanno ti avrei invitato. Ma in questo caso non ne ho facoltà."
"E quando sarà il tuo compleanno?" Aveva chiesto lui, come se sapere quando era nata avesse cambiato qualcosa.
"Fra due settimane." Ammise.
"Mmm. Dopodomani devo tornare a Liverpool, ci riprovo domani ad invitarti. E se non potrai neanche domani, allora mi inviterai alla tua festa tra dieci giorni."
"Va bene." Defne emise un sospiro di sollievo. In ventiquattro ore avrebbe avuto il tempo di pensare, di vedere Lennon e osservare il suo comportamento, di parlarne con Andrés, di parlarne con Steffy e permetterle di prendere come sempre una decisione al posto suo.
"Io ci provo a richiamarti domani...magari potrò raccontarti qualcosa che non sa nessun altro che potrai scrivere sul tuo giornale..."
Scorretto. Scorrettissimo. Stava usando il suo lavoro di giornalista per portarsela a letto in cambio di qualche scoop piccante. Ma in qualche modo si sentì onorata e lusingata da tutte quelle attenzioni. Una celebrità come Johnny Bennet che cercava di portarla fuori con dei mezzucci. Sorrise, sentendo la sua autostima sfondare il tetto del livello massimo.
"A domani, Defne."
"A domani Johnny."

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