Parte 28- A Rush of Blood to the Head

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L'infanzia di Defne era stata tutt'altro che facile, ed era stata ricacciata molto tempo prima in una buca profonda della sua anima. Una buca profonda come quel pozzo in cui sua madre aveva perso la vita nel tentativo di salvare suo fratello, il quale era sceso fin laggiù per recuperare il suo pallone. Era riuscita a trascinarlo sott'acqua fino in superficie e a fargli prendere la corda che aveva attaccato ad un albero e risalire, ma quando fu il suo turno di andare su, la corda si era spezzata; quando finalmente giunsero i pompieri per tirarla fuori, era ormai troppo tardi.
Defne aveva solo 4 anni quando sua madre morì.
La ricordava a malapena la sua mamma, tutto ciò che le era rimasto di lei erano un paio di foto: in una Eleanor, così si chiamava, aveva il fazzoletto viola che legava sempre tra i capelli chiari, quando andava a lavorare nei campi di lavanda;
Nell'altra, invece sorrideva felice, abbracciata ai suoi due bambini, durante la piccola festicciola di compleanno che aveva organizzato per Defne. Somigliava a lei in maniera impressionante.
Burak, suo padre, li aveva abbandonati quando Defne era ancora molto piccola; dopo la morte di sua madre, Deniz, maggiore di lei di otto anni, le aveva raccontato che il padre, un poco di buono da sempre, si era invaghito di un'attricetta di teatro più giovane di lui ed era scappato con lei chissà dove, forse in America. Da quel momento Deniz fu tutta la sua famiglia. Non avevano molti parenti nel Somerset, solo la sorella di sua madre, che aveva già tre figli e non poteva prendere anche i nipoti a casa con sé. Defne e Deniz furono inseriti dapprima in un orfanotrofio e poi affidati ad una brava famiglia di Bath, con cui lei rimase fino a quando, a 21 anni aveva deciso di trasferirsi a Londra. I suoi genitori adottivi erano proprietari di una farmacia nel centro di Bath, fu lì che Defne aveva iniziato a trascorrere tutti i suoi pomeriggi leggendo i quotidiani che le prestava l'edicolante accanto; fu lì che aveva deciso che sarebbe diventata una giornalista.
John e Margaret Preddy erano due brave persone; avrebbero desiderato avere dei figli propri, ma questi non erano mai arrivati; successivamente alla menopausa arrivata in anticipo per Margaret, a causa di un fibroma all'utero, avevano deciso di adottare un bambino. Originariamente avevano scelto solo di prendere Defne. Era una bambina così bella e dolce, che li aveva conquistati sin dal primo incontro. Ma i fratelli non volevano essere separati e la direttrice della casa famiglia aveva insistito affinché li prendessero in affidamento entrambi. I coniugi accettarono, sebbene non avrebbero voluto adottare un ragazzo così grande, e se ne pentirono subito dopo aver firmato le carte; Deniz si era dimostrato da subito un ragazzino difficile: all'epoca dell'affidamento aveva tredici anni e la testa calda.
Si era fermamente rifiutato di cambiare il suo cognome in Preddy e aveva imposto che anche Defne mantenesse il suo cognome d'origine. Si fece promettere da Defne che non li avrebbe mai chiamati mamma e papà e lei glielo aveva giurato solennemente, al punto che anche in età adulta si era sempre rivolta a loro con i rispettivi nomi di battesimo.
Deniz rifiutò sin dal primo momento qualsiasi sostentamento di tipo economico, non voleva neanche la paghetta settimanale che John Preddy si era offerto di dargli. Per un periodo si limitò ad accettare solo una stanza da letto e i pasti, ma al compimento del sedicesimo compleanno aveva iniziato a non presentarsi più a pranzo e a cena e spesso non tornava a dormire neanche la notte.
Deniz aveva iniziato il suo lungo percorso di delinquenza con qualche furtarello nei supermercati e nei negozi del quartiere, ma le prime volte fu graziato per la stima che gli altri commercianti di Bath avevano per i Preddy. Ma poi Deniz aveva iniziato a spacciare erba fuori dalle scuole superiori, si era fatto un giro anche abbastanza numeroso di clienti tra gli studenti degli ultimi anni.
All'inizio Defne era troppo piccola per capire in che genere di guai si fosse cacciato il fratello, né da dove prendesse i soldi che spendeva per lei; infatti lui le comprava spesso dei vestiti, le regalava dei libri, il materiale per la scuola.
I Preddy all'inizio lo aiutarono, cercarono di tirarlo fuori dai giri loschi in cui si era immischiato, intercedettero per lui, quando i genitori di un ragazzo minorenne a cui aveva venduto marijuana volevano denunciarlo. Ma Deniz era un ragazzo troppo sopra le righe, troppo ribelle e non appena compiuto il diciottesimo anno di età fu arrestato per spaccio di sostanze stupefacenti. Defne aveva dieci anni quando lui finì in carcere per la prima volta. Ricordava ancora la vergogna che aveva provato quando i suoi compagni di scuola avevano iniziato a deriderla e a soprannominarla la sorella del tossico. Non sapeva neanche cosa volesse dire la parola tossico, ma capì subito che non poteva essere nulla di buono.
John Preddy aveva aiutato Deniz anche in quell'occasione, l'ultima, pagandogli un buon avvocato, che lo tirò fuori nel giro di qualche mese.
Ma neanche la galera aveva fermato la fame di suo fratello, anzi, il suo 'commercio' si era ingrandito sempre di più. Deniz andò via di casa poco dopo, era andato a vivere in una specie di scantinato, probabilmente occupato abusivamente, e tornava di tanto in tanto solo per vedere Defne.
Defne era follemente innamorata di Deniz prima che lui mettesse in difficoltà lei e quelle brave persone che si erano fatte carico della sua educazione e del suo benessere. Si era affezionata molto a John e Margaret, e man mano che cresceva si era resa conto di quanto suo fratello avesse fatto terra bruciata intorno a tutti loro. Le persone in città avevano paura di Deniz, del suo sguardo da corvo, dei suoi abiti neri, delle armi che maneggiava con spavalderia, e avevano finito con l'evitare anche il resto della famiglia. Defne non era stata mai invitata ad un compleanno, ad un pigiama party, nessuno si era mai neanche offerto di studiare in biblioteca con lei. Suo padre aveva perso molti clienti, timorosi persino di entrare in farmacia.
Ma con sua sorella Deniz era sempre presente. Le aveva promesso che non l'avrebbe mai lasciata, finché non fosse stata in grado di badare da sola a sé stessa e così fece. Ma lui entrava ed usciva dal carcere e Defne piano piano aveva iniziato ad abituarsi alla sua assenza.
La lasciò definitivamente quando decise di trasferirsi a Londra, consegnandole quella busta piena di denaro che sarebbe servita per raggiungerlo una volta finita la scuola.
Poi Defne l'aveva sentito solo qualche volta per telefono, quando Deniz si degnava di chiamarla da una cabina telefonica. Lei aveva poco più di sedici anni quando suo padre le dette la notizia che Deniz era stato arrestato per un reato più grave dei precedenti e che gli avrebbero dato come minimo vent'anni.
Quello che Defne non avrebbe mai immaginato però, era che si sarebbe innamorata perdutamente del fratello di una delle vittime. E che Deniz, il suo adorato fratello, bravissimo a rovinarsi la vita da solo, aveva senza volerlo rovinato anche la sua, innumerevoli volte. La prima volta quando le aveva strappato via la madre, la seconda quando aveva iniziato a delinquere lasciandola da sola, e la terza volta, adesso, che le avrebbe strappato via per sempre l'uomo che amava, che amava più della sua stessa vita.

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