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She couldn't - Linkin Park
Do I wanna know (slowed version) - arctic monkeys
High hopes - Pink Floyd

Hongjoong's pov

Mi sedetti come mio solito sulla riva di un lago, con delle anatre all'interno e contornato da prato e alberi spogli per via della stagione invernale. Era da un po' che non ci andavo, da diversi anni a dire il vero, ma da una settimana avevo ripreso. Avevo quasi dimenticato quanto mi rilassasse. Quel lago era solitamente pieno di bambini e famiglie che facevano i pic-nic, ma stranamente quel giorno c'ero solo io. Presi il telefono con le cuffie e il mio blocknotes, per poi iniziare a scrivere qualcosa. Quel laghetto era la mia seconda casa, ci andavo da quando ero piccolo. Si trovava più o meno vicino casa mia e amavo andarci quando dovevo scrivere qualcosa, come per esempio un testo di una canzone, oppure semplicemente per rilassarmi. Nonostante fosse sempre pieno di persone, qualche anno prima avevo trovato una serie di alberi vicini tra loro, come una sorta di boschetto, nel quale non andava mai nessuno. Dunque era un posto perfetto per me.
Ad un certo punto iniziai a sentirmi osservato, quindi mi guardai intorno per capire chi fosse. Non vidi nessuno quindi ripresi il telefono, cambia canzone e tornai a scrivere ciò che mi era venuto in mente.
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Seonghwa's pov

Era da qualche giorno che continuavo ad andare in quel posto, non l'avevo mai visto prima. Ma non mi meravigliai, dopotutto era isolato dalla città.
Come sempre mi diressi verso un albero che si trovava vicino alla riva e mi ci sedetti contro. Mi guardai un po' in giro e vidi un ragazzo con un blocchetto in mano, intento a scrivere qualcosa. Rimasi un po' affascinato da quel ragazzo, perché mi sembrava un tipo molto riservato e timido. Era vestito con un jeans largo nero, una maglia a maniche lunghe bianca, con sopra una t-shirt nera e degli anfibi neri alti. Presi il telefono e mi infilai le cuffie nelle orecchie, mettendo la riproduzione casuale. Poggiai la testa contro l'albero e la alzai leggermenete, guardando il cielo e alcuni uccelli che volavano sulla mia testa. Poi la abbassai e mi soffermai sul volto del ragazzo che splendeva sotto i raggi del sole, come se fosse un vampiro. Aveva un'espressione cupa, come se stesse pensando a qualcosa. Aveva i capelli castani ed erano corti davanti e lunghi dietro, il naso era piccolo e a punta, le labbra erano anch'esse piccole e a cuoricino. Continuai a guardarlo per poi accorgermi che aveva alzato il viso e si stava guardando intorno. Forse aveva sentito il mio sguardo addosso.
Avrei voluto alzarmi e salutarlo, ma decisi di rimanere al mio posto, sotto l'albero.
Presi anche io un blocchetto, più grande di quello dell'altro ragazzo, e presi anche delle matite, per poi iniziare a disegnare il paesaggio che avevo davanti.

Dopo un po' sentii della musica non troppo forte provenire dalla mia sinistra, mi girai e vedi lo stesso ragazzo di prima, che adesso si era spostato sotto un altro albero, steso a terra con la testa poggiata su uno zaino. Cercai di capire di che canzone si trattasse, visto che non si sentiva bene, e realizzai che era "she couldn't" dei Linkin park. Non li ascoltavo molto ma conoscevo qualche canzone, tra cui questa. Presi tutte le mie cose per poi spostarmi ad un albero vicino a quello dove stava il ragazzo e ripresi il blocco da disegno iniziando a disegnare qualcosa.
La canzone nel frattempo era cambiata e adesso c'era la versione slowed di "do I wanna know" degli arctic monkeys. Sorrisi quando sentii la canzone e iniziai a muovere la testa a ritmo, senza però perdere la concentrazione. Alzai la testa dal blocco di fogli e guardai oltre ad essi, guardando la figura del ragazzo ancora steso a terra, sorrisi leggermente per poi continuare a disegnare.
Mentre disegnavo sentii un fruscio vicino a me, poi una voce: «sono io quello?». Sobbalzai leggermente per poi girare il viso e incontrare quello del ragazzo che poco fa era steso difronte a me. Arrossii leggermente e abbassai la testa «scusa» dissi. Il ragazzo scosse la testa confuso e la inclinó leggermente «perché ti scusi?» disse per poi prendermi il disegno dalle mani per guardarlo meglio.
Alzai il capo e lo guardai «perché ti ho disegnato senza il tuo permesso». Giró il viso verso di me e sorrise «sai che sei veramente bravo?». Sorrisi leggermente e abbassai lo sguardo «ti piace?». Il ragazzo con i capelli castani mi guardó e annuì prontamente, sorridendomi «si, mi piace molto». Lo guardai e sorrisi imbarazzato.
«Non ti ho mai visto da queste parti, è la prima volta che vieni qui?» mi chiese.
«Ho scoperto questo posto qualche giorno fa, in realtà»
«Adesso ha più senso. Invece io ci vengo da quando sono piccolo, ma solitamente ci sono sempre bambini con le proprie famiglie o coppiette» mi scosse i capelli leggermente e ridacchió.
Ridacchiai di rimando e scossi la testa.
«Ascolti il rock?» mi chiese ancora.
«Non molto in realtà, perché?»
«Prima ti ho visto canticchiare le canzoni, per questo» prese il telefono e tolse le cuffie.
«Quelle canzoni le conosco, per questo. Tu invece? Immagino di si» ridacchiai leggermente e osservai i suoi movimenti. Lui annuì in risposta e mise la riproduzione casuale di una playlist.
«Questa ti basta come risposta?» sorrise e poggió la testa vicino all'albero.
Lo guardai e sorrisi, poi ascoltai meglio la canzone e la riconobbi: High Hopes dei Pink Floyd.

«Se vuoi puoi farmi un altro disegno, visto che l'altro l'hai finito» disse il ragazzo, non aprendo gli occhi.
«Sei sicuro? Non voglio darti fastidio»
«Non mi da fastidio, quindi su disegnami» mi diede uno schiaffetto leggero sulla gamba e fece un sorrisetto per poi aggiustarsi e mettersi in posa per farsi disegnare.
Sorrisi e mi allontanai un po' da lui, così da stare comodo, e iniziai a disegnarlo.
Dopo un po' sentii un telefono squillare e alzai la testa dal disegno.
«Scusami un attimo» disse, senza però muoversi da quella posizione.
Io annuii in risposta e ripresi a disegnare.
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Hongjoong's pov

Presi il telefono e risposi «Pronto?»
«Joong dove sei?» mi chiese un mio amico.
«Sono al laghetto, perché?»
«Perché sono già le 18 e gli altri sono già da me, tu non vieni?» spalancai gli occhi, allontanai il telefono dall'orecchio e notai che, effettivamente, erano le 6 di pomeriggio.
«Si scusami arrivo» attaccai per poi girarmi a guardare il ragazzo che mi stava disegnando e che in quel momento era fermo.
«Scusami ma devo andare a casa di un mio amico» dissi sorridendogli mortificato.
«Non preoccuparti, tanto adesso vado anche io» guardó l'orario e inizió a mettere apposto.
«Comunque il disegno l'ho finito, quindi se vuoi puoi prendertelo» continuó mentre metteva tutto apposto.
Lo guardai e lo scrutai «sei sicuro?»
«Si, tieni» prese l'album e strappó il foglio, per poi darmelo.
Gli sorrisi e mi alzai, aspettando che anche l'altro facesse lo stesso, per poterlo salutare.
«Grazie per il disegno» dissi una volta che si fu alzato. Poi allungai una mano verso la sua testa, anche se era più alto di me, e gli scombinai i capelli dolcemente.
«Di nulla» disse arrossendo e abbassando lo sguardo.
«Adesso io vado, grazie ancora per questo» dissi indicando il disegno.
«Di nulla» mi sorrise e mi salutó con la mano, ricambiai il saluto e mi allontanai.

The Lake In The Forest ˢᵉᵒⁿᵍʲᵒᵒⁿᵍ;ᵃᵗᵉᵉᶻDove le storie prendono vita. Scoprilo ora