Capitolo 17

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Dopo la nostra discussione mattutina, che rovinò l'atmosfera, Harry andò a fare le prove con gli altri ragazzi.
Solo qualche altro giorno e sarebbe dovuto ripartire, questa volta verso l'Italia.
Lo avrei seguito anche io, se solo avessi sentito dirgli quanto mi voleva con lui.
Non era chiaro se la mia presenza era gradita. Non dopo il discorso su Dylan.

Rimasi ancora nel letto, fino all'ora di pranzo.
Mi arrivò una chiamata, era Jack.
Da mesi ormai, avevo smesso di lavorare. Come prima cosa volevo del tutto finire la cura che mi era stata prescritta.
"Kate, quando tornerai a lavorare per me?" Jack non sapeva cosa era successo, non avrei mai potuto dirglielo. Se la cosa fosse uscita allo scoperto, sarebbe diventato l'ennesimo gossip. Non avrei mai permesso che succedesse.
"Nel fine settimana tornerò a Londra. Magari ci incontriamo per discuterne?"
"Non vedo l'ora! Sto preparando un servizio fotografico, ma prepara le valigie perché andremo in Spagna."
"Ti farò sapere presto..."
"Kate, ci conto! Senza di te non sarebbe lo stesso. A preso baby!".

Stare lontani per un po' magari avrebbe risolto le cose. Era importante sentire la mancanza dell'altro, perché ogni volta ci rendevamo conto di quanto non potevamo stare separati.
Forse una volta tornata a Londra avrei rivisto Dylan, chissà cosa sarebbe successo allora.

Mi alzai dal letto, cercando di scrollarmi di dosso tutta la stanchezza.
Non era una bella giornata, sia per il tempo che per il mio umore.
Fortunatamente Steph era lì con Liam, e di certo non avrei mai perso l'occasione per stare un po' con lei.
Anche Zayn aveva una ragazza, ma non l'avevo mai conosciuta, nonostante fossero quasi due anni che Harry me lo aveva presentato.
Steph però era speciale.

-Cosa pensi di fare? Tornare a Londra o seguire Harry in Italia?- mi chiese lei mentre sorseggiava un caffè bollente
-Mi hanno offerto un lavoro, sempre con la mia agenzia. Credo che accettare, in questo momento sia la cosa migliore. Stare lontana da lui, renderà le cose più facili forse...
-Ancora litigate?
-Già. Per questo voglio allontanarmi un po', sono sicura che poi andrà meglio.
Steph iniziò a guardarmi con aria strana, come quando si sta cercando di trattenere qualcosa
-Qualcosa non va?- gli chiesi io.
Lei scosse la testa -Kate prima che tu arrivassi, è successa una cosa. Io non dovrei neanche saperlo in teoria, ma ho sentito Liam parlare con Karl.
Nella mia testa si accese una lampadina, Harry aveva combinato qualcosa.
-Dimmi tutto...
-Qualche sera fa, insieme a Niall, Harry è andato in un locale. Non so bene come sia potuto succedere, non ho sentito tutto il discorso...
-Cosa è successo?
-Harry ha picchiato un ragazzo!- sgranai gli occhi, non riuscendo a credere cosa mi stesse dicendo -Karl ha detto, visto che era con loro, che Harry continuava a ripetere che gli era sembrato Dylan. Io non so sia è questo Dylan...
Come poteva essere arrivato a tanto?
-Picchiare qualcuno così, credendo che fosse Dylan- iniziai a balbettare io, con gli occhi persi nel vuoto -non riesco a crederci.
-Chi è questo Dylan?- mi chiese Steph preoccupata
-È una lunga storia.- tagliai corto io
-Kate, tu non dovevi saperlo. Harry ha chiesto a tutti di non dirtelo...
-Grazie per avermelo detto Steph!

Era più che ovvio, che non avrei mai più potuto parlare di Dylan. Almeno, non con Harry. Ma anche farlo di nascosto era diventato impossibile.
Se fosse stato un semplice conoscente, non ci avrei messo nulla ad evitarlo. Ma non era quello che volevo fare.
Quando tornai in albergo decisi di chiamarlo, giusto per sapere come stava e per scoprire se fosse lui quel ragazzo.
Fortunatamente, o quasi, Harry aveva picchiato il ragazzo sbagliato così come aveva detto Steph.
Il comportamento di Harry, aveva superato tutto. Avrei dovuto aspettarmi qualsiasi tipo di reazione da lui.

Quella sera andai a cena con lui in un ristorante. Karl ci accompagnò, ma dovette far uscire tutti dal locale, i paparazzi avevano scoperto dove eravamo.
Così eravamo solo noi nel ristorante, mentre Karl era fuori dalla porta di servizio pronto a riportarci in albergo.
L'atmosfera era tesa. Harry continuava a mangiare, senza nemmeno dire una parola.
Così decisi di iniziare io -Non verrò con te in Italia. Questa mattina mi ha chiamata Jack, mi ha chiesto di fare un servizio fotografico per lui in Spagna. Quindi...credo che domani sarà l'ultimo giorno per stare insieme.- fece finta di non aver sentito, perché non alzò minimamente lo sguardo -Non dici nulla?
-Mi dispiace che tu non venga con me. Ma non posso impedirti di fare il tuo lavoro...- disse in tono freddo. Pensai ancora più seriamente, che un po di lontananza sarebbe servita.
L'ultima volta che avevamo parlato, era stato di Dylan. Probabilmente ancora ci stava pensando.
-Okay. Domani cosa vuoi fare? Giovedì devo ritornare a Londra...
-Quello che vuoi tu Kate.
-Perché ti stai comportando così?
-C'è una cosa che non ti ho detto. Qualche giorno fa, ho picchiato un ragazzo. Non sai quanto mi dispiace. Non sono riuscito a controllarmi, era identico a quel verme!- distolse lo sguardo dal mio per la vergogna
-Non credevo di essere in grado di farlo.
Io rimasi in silenzio. Conoscevo già cosa era accaduto, ma lui non doveva saperlo. Per qualche strana ragione , me lo stava confessando.
-Sai che non è una cosa normale, vero?
-Mi ha denunciato. Ma sono riuscito a risolvere la faccenda, l'ho pagato per fargli ritirare la denuncia. Non ne vado fiero. Mi vergogno per quello che ho fatto...
-Harry, io ho paura. Non voglio che la rabbia si impossessi di te. Ora che sei finalmente te stesso e felice, perché devi fare così?
-Non è facile per me tutto questo. Sento la pressione addosso ogni giorno di più. Poi non ho la possibilità di stare sempre con te, e quando penso che sei lontana ho sempre paura che "quello" possa trovarti.
-Torniamo in albergo, domani ci aspetta una giornata intera da passare insieme.
Harry era arrivato ad un punto limite. Ogni giorno veniva spremuto al massimo da tutti e tutto, ed io dovevo subire in prima persona tutta quella pressione.

Anchor ⚓️ 2 // with Harry Styles Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora