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Strinsi gli occhi quando, nel bel mezzo della notte, il mio cellulare vibrò senza sosta.

Poppet: Sei sveglia Charlotte?

Poppet: Non credo... Di solito rispondi subito. Ma è colpa mia, in fondo sono le quattro di notte...

Luke Hemmings: Sei sveglia Charlotte?

Rimasi esterrefatta nel vedere che Luke mi aveva scritto totalmente a caso. Risposi al ragazzo di cui non conoscevo ancora l'identità.

To: Poppet: sì, scusami se non ti ho risposto prima, è successo qualcosa?

Dopo aver risposto a lui il mio mezzo sorriso cadde quando aprii la chat di Luke.

To: Luke Hemmings: non per te.

Poppet: Sta tranquilla, non è successo nulla però volevo parlarti, non riesco a dormire.

Luke Hemmings: Dai bella Lots, parliamo un po', non riesco a dormireee

La somiglianza tra i messaggi di Luke e l'altro ragazzo era impressionante, ma mi tolsi dalla testa quel pensiero ricordandomi che Luke mi trattava nel modo opposto di come mi trattava Poppet, cavolo faceva ridere pensare a lui con quel nome.

To: Poppet: mi dispiace che tu non riesca a dormire, Poppet. ti va di parlare?

To: Luke Hemmings: non parlerò con te, Luke. va a parlare con qualcun altro

Luke Hemmings: Tecnicamente mi stai già parlando ;)

Poppet: Sì, parlami di qualcosa.

Luke Hemmings: Dai Lottieee, parla con me

To: Poppet: uhm... non saprei di che parlarti, tu mi conosci ma io non conosco te. dimmi qualcosa che ti riguarda

To: Luke Hemmings: ho detto di no, piantala.

Poppet: Ho 18 anni, sono un ragazzo e sono di Sydney come te. Mi piace la musica, suono anche uno strumento (ma non ti dirò quale) e mi hai già visto

Me: o mio dio, hai totalmente catturato la mia attenzione ora! ti prego, dimmi di più

Poppet: Ugh, d'accordo. Ho un 'segno' che potrebbe essere definito distintivo (o almeno, mia mamma dice così).

Me: cavolo, questo è succulento! è incredibile come siano le quattro passate, ed io sia qui ad emozionarmi per quello che mi stai dicendo. dimmi altro

Poppet: Ah ah, capiresti chi sono, e non posso permettermelo. Per oggi basta così, torniamo tutti e due a letto.

Me: uff, ok. buonanotte, Poppet

Poppet: Buonanotte, dolce Lottie.

Mi stropicciai un po' gli occhi e appoggiai il telefono sul comodino accanto al letto, e dopo pochi secondi tornai a dormire profondamente fino a quando suonò la sveglia.

"Ehi Lots!" mi salutarono guardandomi storto gli amici di Luke, quest'ultimo non era però tra di loro.
"Ciao" li salutai svogliatamente entrando subito a scuola per evitarli. Vidi la inconfondibile figura di Hemmings nel corridoio che mi dava le spalle camminando verso i bagni, così cercai di prendere i libri più velocemente possibile.

Poppet: Buongiorno, Charlotte.

Me: buongiorno a te, Poppet. non è che oggi ti va di dirmi chi sei?

Poppet: Non penso, no.

Appoggiai la schiena contro il mio armadietto e digitai una risposta quando Luke fece capolino dal bagno, guardava il telefono con un piccolo sorriso e mi trovai a pensare che, se non fosse stato così stronzo, forse sarebbe stato anche carino.
"Che vuoi, eh?" mi chiese quando alzò lo sguardo e vide che lo osservo.
"Nulla che tu sia in grado di darmi" gli risposi tornando a guardare lo schermo, continuando a digitare il mio messaggio.
"Oh ma che carina, scrivi con un ragazzo! Lo hai trovato in un centro di recupero, vero?" mi disse facendo sporgere il labbro inferiore e mettendomi una mano sulla spalla.
"Come sei simpatico. Purtroppo non ci sono centri di recupero per quelli come te" gli dissi scollando la sua mano dal mio corpo e andandomene.

Me: ti prego, Poppet! mi tireresti davvero su il morale, non ho amici...

Poppet: Lo so, ma non posso davvero, mi odieresti.

Me: non credo potrei odiarti, mi capisci così bene

Dopo aver digitato il messaggio, infilai il telefono in tasca ed entrai a lezione controvoglia.
Quando anche l'ultima ora finì tornai sollevata a casa, come al solito il leggero venticello fresco mi fece rilassare un po'.

Me: se ti chiedessi formalmente di uscire con me accetteresti, invece?

Poppet: Per quanto vorrei accettare, no, non lo farei. Lottie, non puoi davvero sapere chi sono.

Me: buuu

"Charlotte, vieni qui!" mio padre mi richiamò, quindi scesi in salotto di corsa.
"Questa sera a cena ci saranno gli Hemmings, comportati meglio dell'ultima volta." mi avvisò lui alludendo a quando non avevo voluto invitare Luke nella mia camera, non potevo credere che ancora stessero pensando a quel fatto.
"Sì, certo..." dissi poco convinta, tornai di sopra e mi preparai per la serata visto che mancava davvero poco.

"Benvenuti!" la voce felice di mia mamma mi fece capire che, di sotto, la famiglia Hemmings era già qui.
Non appena scesi mi salutarono tutti quanti, ovviamente escluso Luke. Iniziammo a mangiare, i miei genitori parlavano con i genitori di Luke, al contrario di me e lui che neanche ci guardavamo.
"Ho finito, posso andare?" chiesi a mia madre, da sempre dovevo chiedere il permesso di alzarmi da tavola quando c'erano ospiti.
"Certo, ma magari vuoi portare con te Luke?" mi disse la donna obbligandomi con lo sguardo a portarmi dietro il ragazzo.
"Sì, va bene..." dissi annoiata andando su per le scale senza aspettare il biondo.

"Se mi inviti in camera tua dovresti almeno guardarmi, bella Lots" mi informò Luke dopo più di dieci minuti passati in totale silenzio guardando il cellulare.
"Uno, non ti ho invitato in camera mia per mia volontà, due, non ti voglio parlare o guardare." gli risposi. Lui rimase un po' lì in piedi, poi si accomodò sul mio letto accanto a me.

Locker 251 - Luke Hemmings Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora