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Il legame di due anime gemelle è più forte anche del destino.
- Angela Patrono.

"Buongiorno mia splendida bambina." mi accolse mia mamma in cucina non appena vi entrai.
"Buongiorno mia splendida madre.", la salutai a mia volta prima di sedermi sullo sgabello che si trovava vicino all'isola.
Mangiai molto velocemente chiacchierando con mia mamma delle solite cose: Cosa farai a scuola? Tuo padre ieri mi ha portato a cena fuori! C'è qualcosa di cui devi parlarmi?
No, mamma, non facevo sesso con nessuno.
In camera ci misi pochissimi minuti a finire di prepararmi, indossai semplicemente una felpa lilla sopra alla t-shirt e poi uscii di casa. Non era tanto distante la scuola quindi preferii andare a piedi.

"Ehi bella Lots." mi salutò con una punta di disprezzo il solito coglione.
"Hai già parlato abbastanza per tutto il resto della giornata, Luke." gli risposi senza badare di salutarlo, non se lo meritava più ormai. Lui e i suoi tre amichetti scemi mi guardarono male e poi si allontanarono verso il retro, odiavo quei quattro tizi per i loro modi di fare e, beh, praticamente anche per come respiravano. Ignorai la loro esistenza e andai verso il mio armadietto, il 251, chiedendo all'universo di farmi passare almeno una giornata senza problemi o cose simili, dopodiché mi incamminai verso l'aula di prima ora.
Mi chiamo Charlotte, al tempo avevo 18 anni e mezzo e vivevo a Sydney. Non ero purtroppo la ragazza su cui avrebbe potuto basarsi un film romantico o cose simili, mi reputavo una sfigata senza amici o vita sociale degna di essere chiamata tale, però avevo una compagnia fissa ogni giorno della mia inutile esistenza: Luke Hemmings, Calum Hood, Ashton Irwin e Michael Clifford. Odiavo anche solo dover pensare a loro, mi hanno sempre reso la vita ancora più difficile di quanto già lo fosse.

"Ma ciao di nuovo bella Lots." mi salutò a pranzo il biondino scemo sedendosi al mio tavolo, ovviamente seguito dai suoi amici.
"Non mi ricordo di aver invitato quattro deficienti qui." ironizzai, mentre avrei voluto soltanto infilzarmi con la forchetta.
I quattro ragazzi ridacchiarono facendomi capire che, in realtà, non trovarono affatto divertente ciò che avevo appena detto loro.
"Dai Charlotte, non essere sempre la solita.. Uccidi il buonumore che portiamo così. Anzi, dovresti ringraziarci, siamo gli unici che ti parlano in tutta la scuola." disse questa volta Michael, facendo partire suoni di approvazione dagli altri tre, e facendomi sentire ancora peggio.
"Esatto, e poi guarda, ti sei anche sporcata i pantaloni." mi fece notare Luke rovesciando il piatto dal tavolo per farlo finire direttamente sui miei pantaloni.
"Andate al diavolo." sibilai prendendo in fretta lo zaino per andare a pulirmi. No, non capivo proprio questo odio che provavano nei miei confronti che persisteva da quando avevo memoria.

"Lottie, cos'è questa macchia sui jeans?" mi chiese mio padre non appena entrai in salotto
"Oggi mi sono solo sporcata per sbaglio a pranzo." mentii. Non potevo dire loro che Luke Hemmings, figlio dei loro carissimi amici, mi prendeva in giro con il suo gruppetto praticamente dall'asilo. Avrei reso tutto più difficile e imbarazzante per chiunque.
Ricordo che una volta la famiglia Hemmings venne a cena a casa nostra, e Luke strappò un vestito di mia mamma incolpando ovviamente me...

Locker 251 - Luke Hemmings Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora