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Presi una penna dalla scrivania e scrissi una risposta, sperando che lui fosse ancora lì fuori:
'non lo dimenticherò mai, sei uno stronzo. vattene.'
Sbattei violentemente la penna e ripiegai il foglio, facendolo passare sotto la fessura e vedendo le punta delle dita di una mano che lo raccolsero. Sentii il cuore battere veloce, era vero quello che aveva fatto non lo scorderò mai, d'ora in avanti non avrei avuto neanche un dialogo con Luke o i suoi amici.
Il ragazzo fece passare lo stesso biglietto sotto la porta, lo lessi di nuovo:
'capisco... Buona notte bella Lots'
In qualsiasi altro contesto, il fatto che un ragazzo mi chiamasse 'bella Lots' mi avrebbe fatta sentire bene, ma Luke aveva totalmente rovinato questo nomignolo. Buttai il foglietto nel cestino di camera mia, mi cambiai e mi misi sotto le coperte addormentandomi dopo pochi minuti.

La mattina seguente mia mamma non mi salutò, stranamente.
"Uhm... Buongiorno mamma?" dissi più sotto forma di domanda che di affermazione.
"Buongiorno Charlotte. Puoi cortesemente spiegarmi perché ieri hai rifiutato di passare del tempo con Luke? Inoltre, sai dirmi perché a un certo punto lui ha 'avuto bisogno di parlarti'?" mi domandò mia mamma mettendo le mani sui fianchi, non immaginavo che se la fosse presa così tanto.
"Volevo stare sola, non mi sentivo bene, ecco tutto." stanca di questo discorso uscii di casa, camminando lentamente verso scuola, preparandomi mentalmente alla tortura che anche quel giorno mi aspettava.
Arrivai al cancello e, diversamente da come pensavo, Luke stava guardando attentamente Calum che stava parlando con lui, e quando notò che io invece lo stavo guardando quasi interrogativamente tenne lo sguardo basso sulle punte delle sue Converse. Pensai che la sera precedente fosse successo davvero qualcosa.

Unknown: Buongiorno mia cara Charlotte, come stai oggi?

Me: ciao, sto inaspettatamente bene, Luke non mi ha neanche guardata e penso che non succedesse dalla prima media.

Unknown: È bello sapere che sei felice, entra in classe o farai tardi. Ci sentiamo :)

Ancora mi metteva a disagio sapere che qualcuno sapesse anche quando stavo entrando a scuola ma pensai di poterci passare sopra, alla fine immagino che anche lui stesse entrando in classe ora.

Mentre mi sedevo al tavolo della mensa vidi il solito gruppetto di ragazzi che entrò, Calum fece cenno a Luke verso il mio tavolo ma quest'ultimo, dopo avermi guardato un momento, andò verso un altro senza avvicinarsi a me. Non sapevo chi o cosa avesse spinto Luke a scusarsi ieri sera, ma pareva fosse sincero.

Me: ti andrebbe di fare un giro insieme? però prima dovresti dirmi di dove sei

Unknown: Sono di Sydney, come te. Ma in ogni caso non penso sia il caso di uscire...

Me: oh... perché no?

Unknown: Perché vedresti ovviamente chi sono, e non voglio per il momento.

Sbuffai e bloccai lo schermo del telefono tornando a posare gli occhi su Luke, guardava anche lui lo schermo del suo cellulare e dopo pochi secondi, come se avesse sentito il mio sguardo, mi guardò. Venni salvata dalla campanella che indicò la fine del pranzo, così mi alzai e andai velocemente in classe.

Quando sorpassai il cancello scolastico mi sentii leggermente meglio, passeggiai verso casa con il piacevole vento leggero che mi fa rilassare.
"Char." una voce fin troppo famigliare mi chiamò da dietro, così affrettai il passo verso casa sperando di seminarlo.
"Charlotte, fermati." ormai la voce di Luke era troppo vicina per poterla ignorare ulteriormente, così sospirai rassegnata e mi fermai.
"Che vuoi?" domandai già stanca di avere una conversazione con quell'essere.
"Oggi siamo di cattivo umore, bella Lots?" mi chiese, sembrava che il suo comportamento di quella mattina fosse sparito nel nulla.
"Che vuoi?" chiesi di nuovo.
"Niente, volevo solo dirti che hai qualcosa lì" indicò il mio zaino, non appena mi girai per controllarlo lo trovai imbrattato di quella che sembra farina, in lontananza Ashton, Michael e Calum se la ridevano di gusto, stessa cosa fece Luke.
Sbuffai esausta e continuai per la mia strada, provando a pulire per quanto possibile il mio zaino.

Me: secondo te il mio senso dell'umorismo è pari a zero?

Unknown: Perché mai?

Me: pare che solo a me non faccia ridere lo zaino pieno di farina :/

Unknown: Non fa ridere nemmeno a me, scusa.

Me: non è colpa tua, è colpa di Luke

Iniziai a fare i compiti comodamente stravaccata sul divano, stare a casa da sola mi piaceva.
Dalla buca per le lettere sulla porta vidi entrare un foglietto, piegato con cura. Mi alzai velocemente e presi il foglio aprendolo, era scritto ordinato:
'ciao Charlotte :)'
Arrivai alla conclusione che forse era stata la stessa persona con cui parlavo al telefono, aprii la porta e non vidi nessuno nei paraggi, così tornai sul divano e presi il cellulare.

Me: sei stato tu?

Unknown: Sì, ti ha dato fastidio?

Me: non credo, no. non ho paura di te

Unknown: È così bello sentirtelo dire, non la penseresti così se sapessi chi sono.

Me: ti va di dirmi almeno il tuo nome? sono sicura che non capirò chi sei

Unknown: Oh no, fidati, lo capiresti. Chiamami come più ti piace.

Me: d'accordo, da oggi ti nomino ufficialmente Poppet.

Poppet: È una cosa così da te, mi piace.

Sorrisi allo schermo e mi rimisi a fare i compiti. Presto i miei genitori fecero ritorno a casa e mia madre preparò subito la cena. Non appena finito mi recai in camera mia, purtroppo non avevo amici con cui uscire o passare tempo, così guardai una serie tv.

Locker 251 - Luke Hemmings Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora