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Nel pomeriggio cercai di fare i compiti di matematica ma non capendoci niente sbuffai contro il libro.
"Come è possibile che non venga?!" gridai dopo aver riprovato a risolvere il problema.
Esasperata presi il telefono tra le mani intenta a chiedere aiuto.

Me: hai tempo per venire a casa mia e aiutarmi in matematica? purtroppo sono una frana...

Luke Hemmings: Siamo cresciuti insieme ma il genio sono sempre stato io, tra 5 minuti sono da te.

Sospirai felice che Luke potesse venire ad aiutarmi e mi ributtai indietro sulla sedia.
Dopo un tempo indefinito sentii suonare il campanello e mi precipitai ad aprire visto che i miei genitori non erano ancora a casa, Luke mi sorrise timidamente ed entrò.

"Ma non viene, visto!" gridai contro il quaderno.
"Se non applichi la regola giusta non verrà mai!" gridò Luke altrettanto forte.
"Oh... Giusto." dissi cancellando ciò che avevo scritto e prendendo tra le mani la calcolatrice.
"Ecco vedi, è venuto ora." disse di nuovo Hemmings sbuffando.
"Cavolo, tu mi fai odiare la matematica." aggiunse.
"Invece la matematica mi fa odiare te." replicai io con un sopracciglio alzato, buttai il libro e il quaderno ai piedi della libreria promettendomi di sistemare tutto appena Luke se ne fosse andato.
"Sei da sola a casa per cena?" chiese il biondo accomodandosi sul letto.
"Credo di sì, perché?"
"Perché mi sono appena auto invitato qui a mangiare, muoio di fame." accidenti.
"Non ho modo di rifiutare, immagino, quindi volentieri." sbuffai e mi incamminai verso la porta della camera, quando Luke scese dal letto colpì la scatola di scarpe sotto ad esso.
"Oh scusa..." si piegò e provò a sistemare ma io mi affrettai a ributtare tutto sotto il letto.
"No no fa niente, andiamo." mi guardò stranito ma non fece domande e mi seguì giù per le scale e poi in cucina.
Mangiammo i - come detto dal biondino- rispettabilissimi panini Hemmings mentre guardammo The Notebook.
Ricordo che Luke mi aveva detto gli piacesse molto il libro e verso la fine riuscii a vedere che si asciugava velocemente gli occhi facendo finta di nulla.
"Aw stai piangendo?" gli chiesi e lui cercò di ricomporsi.
"No, ma cosa dici." rispose dopo essersi schiarito la voce. Mi sforzai di non prenderlo in giro ulteriormente e tolsi i piatti dal tappeto, se mia mamma fosse arrivata a casa in quel momento e avesse visto quel disordine probabilmente le sarebbe venuto un infarto istantaneo.
Prima che arrivassero i miei genitori e la situazione diventasse imbarazzante, decidemmo che Luke doveva andarsene.
"Grazie per l'aiuto." gli dissi appoggiandomi alla porta. Il biondo mi sorrise e si passò la lingua sulle labbra, poi si avvicinò e mi lasciò un bacio sulla guancia rapidamente.
"Se qualche mese fa mi avessero detto che ti avrei scritto messaggi e biglietti e ti avrei addirittura dato un bacio, probabilmente mi sarei offeso. Però sei inaspettatamente forte Charlotte." mi disse il ragazzo infilando impacciatamente le mani in tasca.
"Le tue dolci e romantiche parole mi scaldano il cuore." affermai teatralmente mettendo una mano sul cuore e lasciandogli a mia volta un bacio sulla guancia.
Lo lasciai definitivamente andare a casa e finii di sistemare in camera.
Mentre stavo sistemando il quaderno di matematica nello zaino per il giorno seguente, saltò fuori un bigliettino nemmeno piegato.

'take all of me.'

"Oh mio dio, diventa sempre più poetico." ragionai a voce alta e aprii la chat con Luke.

Me: non mi avevi nemmeno avvisato di avermi lasciato un bigliettino.

Luke Hemmings: Ce ne hai messo di tempo per trovarlo, ti ho distratta con il libro e te l'ho lasciato appena sono arrivato...

Me: oh... beh è bellissimo come sempre e non vedo l'ora di ricevere il prossimo ;D

Misi in carica il telefono e decisi che era meglio dormire.

Locker 251 - Luke Hemmings Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora