sento il rumore di una sveglia rimbombare nella stanza.- Mhhh- mugolo girandomi dalla parte vuota del letto.
VUOTA? COME VUOTA?
allora era solo un sogno?
Non può essere, allora sono davvero pazza.
Inizio a piangere silenziosamente, accarezzando il cuscino accanto al mio.
Era tutto un sogno? Non è mai tornato da me?
- Sei diventata sorda per caso? -
Apro gli occhi e lo vedo, bellissimo, che spegne la sveglia.
- Sei qui? Sei...sei tu?- gli chiedo
- Dove dovrei essere se non a casa mia? – mi prende in giro sedendosi accanto a me, asciugandomi una guancia.
D'istinto poso una mano sulla sua, portandomela sotto la testa.
Era solo andato a farsi una doccia, ha ancora il petto bagnato.
Dio se sei bello.
Mi prende per il braccio, facendomi alzare, ma appena lo lascia, mi butto di nuovo tra le lenzuola che odorano di lui.
- non andiamo a lavoro, restiamo tutto il giorno qui, per sempre - biascico accoccolandomi tra le lenzuola, che mi vengono sfilate subito via.
Mi prende immediatamente in braccio e mi scaraventa nella sua doccia.
- SONO SVEGLIA SONO SVEGLIA SONO SVEGLIA- urlo mentre apre il getto d'acqua fredda.
- a differenza tua, io ho delle vite da salvare- mi ricorda prima di chiudere la porta del bagno e lasciarmi a congelarmi sotto il getto della doccia.
A quanto pare è scoccata la mezzanotte, la favola è finita e lui ritorna ad essere il mio capo.
Quando esco dal bagno, trovo il letto fatto e una maglietta ripiegata su di esso con sopra il mio reggiseno.
La sera prima non mi ero accorta di quanto fosse grande quella stanza, così come la casa.
E' ricco, che ti aspettavi?
Noto che tutto è in ordine, tutto sistemato e mi ritrovo ad arrossire, pensando al caos presente nella mia stanza il giorno prima.
Cammino per i corridoi cercandolo, ma non lo trovo da nessuna parte. Mi sembra di essere in un labirinto.
D'un tratto mi ritrovo nella cucina openspace padroneggiata da un piano di cucina in marmo, dove lo trovo a leggere e firmare delle carte, a torso nudo.
Vado a recuperare il mio povero vestito in silenzio ma noto che è da buttare, essendo strappato per via delle schegge di vetro.
- cammina dritta, Haruno- lo sento dire alle mie spalle e d'istinto serro le cosce.
Merda, se n'è accorto.
- mi devi un vestito e un paio di mutande- lo informo sedendomi su uno degli alti sgabelli accanto a lui, sentendo un lieve dolore in mezzo alle gambe.
Non ci è andato molto piano con me, ma Dio se lo rifarei.
- mh, non ricordami che non c'hai nulla li sotto-
arrossisco di colpo mentre si alza e accende il piano cottura di fronte a me.
Mette del latte a bollire poi accende la macchinetta del caffè americana.
Quando mi da le spalle per prendere una tazza e una ciotola trasalisco.
Noto una macchia nera sulla sua spalla sinistra e una serie di graffi profondi lungo la sua schiena che gli ho lasciato la scorsa notte.
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una promessa è una promessa
RomansSEQUEL: LA LEGGENDA DEL FILO ROSSO Durante questi due anni Sakura è cambiata, è cresciuta, è diventata una giovane donna nota in tutto il paese per via delle sue capacità chirurgiche, ma nonostante ciò non è ancora è soddisfatta ed il motivo è sempr...