capitolo 7

1.2K 36 12
                                    

- Prenda due queste prima di andare a dormire e vedrà che si sentirà meglio- do al paziente un flaconcino di pillole porgendogli poi la ricetta.

Mi giro intorno con la sedia sbruffando.

Non che sia sgradevole aiutare chi è in difficoltà, ma non ha nulla a che vedere con la sala operatoria, quando la vita è letteralmente tra le tue mani. Il suono della ventilazione meccanica che può tanto rassicurarti quanto farti rabbrividire, i guanti sporchi di sangue, il bisturi tra le mani ferme e pronte per recidere, strappare il paziente dalle mani della morte, svegliarsi non sapendo cosa ti aspetterà oggi...chissà quando potrò ritornare a svolgere il mio amato lavoro.

Questa sera, ad esempio, avrei fatto la notte e non essendoci pazienti al poliambulatorio, essendo aperto fino alle 8 di sera, di solito mi esercitavo con i manichini degli specializzandi oppure mi recavo al pronto soccorso dove veniva di tanto in tanto qualcuno che si era sentito male durante la notte, incidenti di vario tipo ecc... tutto alquanto noioso per una che poteva solo sentire quelle urla senza poter muovere un muscolo, se non per effettuare dei punti di sutura o qualsiasi altra cosa che non comportasse l'entrata in sala operatoria, ma per evitarlo questo ed altro.

Mi stropiccio gli occhi assonnati uscendo dal poliambulatorio per dirigermi alle macchinette.

Quello che ci vuole in questi casi è una bella tazza di thè fumante da bere sulla terrazza, così da poter guardare le stelle..

Mi siedo sul cornicione intenta a contemplare le luci della città pensando a quello che è accaduto in questi giorni.

Lavoriamo nello stesso ospedale, ma è capitato solo due volte di stare nella stessa stanza con lui e diciamo che non è andata proprio per il meglio.

La prima è stata durante il mio secondo primo giorno di lavoro, nello spogliatoio:


A fine giornata, sfinata, entrai nello spogliatoio per cambiarmi e trovai praticamente tutti i miei amici lì, compreso il primario.

Rimasi per un attimo paralizzata.

Era uno shock vederlo lì assieme ai miei amici, come se non se ne fosse mai andato.

In quei giorni in cui io ero non ero andata a lavorare, i miei amici avevano avuto modo di conoscerlo sia come il loro capo la mattina sia come Sasuke Uchiha la sera e questo aveva ammesso a Naruto che alcuni di loro "erano degni di avere  la sua attenzione per cinque minuti".

Vederlo lì a parlare tranquillamente con gli altri come un normale ragazzo della sua età grazie ai vari tentativi di Naruto di coinvolgerlo in tutto e per tutto, mi fece scaldare il cuore.

Non è più quel bambino taciturno e arrogante.

Beh arrogante lo è ancora, forse anche di più e diciamo che parla animatamente solo per offendere il suo interlocutore, ma almeno non si esprime solo con "mh" "pff" "tsk"

- Stasera è la serata...a chi tocca?- chiese Temari mentre si sfilava via il camice.

- Un attimo che prendo la lista-

Shikamaru aprì il suo armadietto e prese la lista che a noi piaceva chiamare il

"Bollettino della morte"

Continuai a spogliarmi in silenzio mentre sentii Naruto spiegare al primario che cosa fosse "il bollettino della morte"

- è una sorta di competizione tra di noi. Nel giro di un mese chi non è riuscito a salvare il maggior numero di pazienti è costretto a pagare da bere per tutti-

- o ammazzare, come nel tuo caso- rettificò Sasuke infilandosi il camice.

Avevo sempre fantasticato nel vederlo con l'uniforme blu elettrica, ma non credevo che gli stesse così bene. La casacca con collo a v a mezze maniche lascia vedere il suo bellissimo fisico, quei pantaloni che ricadono morbidi lungo i fianchi asciutti, quel sedere perfetto fasciato da...ALT!

una promessa è una promessaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora