Capitolo 1

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Lidia

Andava tutto bene.
Non so come, non so quando e non so perché ma alla fine avevamo convinto zia Alma e il prof.

Ovviamente parlo di fatti avvenuti l'anno scorso.

Parlo di fatti avvenuti dopo la guerra con quello scassa cavolo di Niddhogr che ci aveva praticamente rovinato la vita.

Dopo l'ultima battaglia infatti siamo stati catapultati ognuno nei rispettivi luoghi e nelle rispettive vite, ci avevano convinto che noi eravamo pazzi perché guarda caso noi Draconiani eravamo gli unici a ricordarci della guerra, dei draghi, degli Assoggettati.

Ci abbiamo creduto?
Ovviamente no!

Certo ammetto che ad un certo punto ci stavo credendo, me ne ero convinta ormai e quasi quasi ho detto che era stato tutto un brutto sogno.

E c'ero riuscita.

Finché Sofia, la mia migliore amica e sorella che non ho mai avuto, si è presentata al mio tendone del circo e mi ha detto che ricordava anche lei.

Per un attimo, anche se gli volevo e voglio un bene dell'anima, ho provato a fingere che lei era parte del mio sogno a tratti bello e a tratti orrendo poi... è apparsa la mia nemesi. Il ragazzo che odio di più in assoluto.

E con tutto il bene del mondo ma lui non sarebbe mai potuto essere nei miei sogni, nemmeno negli incubi. Il mio odio per lui supera il più idilliaco dei sogni.

E quindi torniamo alle cose serie: avevo convinto mia zia a farmi restare a Roma con la scusa dell'Università e il prof aveva deciso di ospitarmi.
Ovviamente l'anno prima ci era toccato anche l'ultimo anno di scuola superiore e prendere il diploma, altrimenti niente università.
La fortuna aveva voluto che, negli anni in cui avevamo vissuto come Draconiani, il prof ci aveva fatto studiare da privatisti ed eravamo più avanti degli altri quindi l'esame era stato facile.

Lo stesso sistema l'avevano adottato i gemelli McAlister, dopo che avevano pregato la madre infinite volte per restare a Roma.

Poi, Sofia, quando si era risvegliata aveva scoperto di essere comunque stata adottata dal prof e per lei era stato più facile, Karl?
Sempre la mia migliore amica aveva convinto il padre adottivo che era il figlio di una sua amica che era morta accidentalmente e lui l'aveva adottato.

E Fabio...con lui non si discute, si è imposto e amen.
Il prof se lo è preso con sé senza chiedere nulla perché vuole bene a Sofia e quei due sono capaci di respirare solo se sono insieme.
Non lo danno a vedere perché Fabio non si espone ma è così.

Per il resto avevamo compiuto tutti diciotto anni, tranne Fabio e i gemelli che ne avevano diciannove e avevamo iniziato l'università.
Tranne la vita di ragazzi normali era più o meno tutto come prima...il problema però era questo "il più o meno"

Non avevamo più solo noi, non contavamo solo più sul nostro gruppo.
Eravamo come gli altri e così vivevamo e il problema era proprio quello.

Non essere abituati al "resto"

                              ***

- Összetöröm annak a seggfejnek az arcát (gli spacco la faccia a quel co**ne) -

E come volevasi dimostrare...

- Dio Santo, Fabio! - esclamò Sofia sbattendo la porta.

Thomas, che preparava la cena borbottò in tedesco, e io alzai gli occhi al cielo guardando i libri su cui stavo studiando.

Conoscevo Fabio da quasi cinque anni e non lo avevo mai sentito usare la sua lingua d'origine.
Dopotutto odiava la parte paterna della sua famiglia.
E invece da qualche tempo l'aveva tirata fuori e imprecava come un turco.

- Non voglio nemmeno sapere che maledizioni stai lanciando - disse poi Sofia - Dico sul serio è tutta energia sprecata -

- Hiányzik, hogy tudtam használni a tüzet (mi manca poter usare il fuoco) - borbottò ma lo sentimmo perfettamente.

- Ha davvero detto... - fece Karl entrando in cucina.

- Tu lo capisci? - chiesi.

- Qualcosa - ammise - Le nostre lingue non sono troppo diverse -

Lo guardai aspettando che continuasse o che si degnasse di spiegarci quali maledizioni lanciava Fabio.

- Ha detto qualcosa sul fuoco - disse Karl stringendosi nelle spalle.

Thomas ci guardò confusi. Lui non capiva, non poteva visto che aveva perso i ricordi dei Draconiani come il prof e Gillian, la madre dei gemelli.

Ma noi sapevamo che cosa significavano le sue parole.

E la sua era una vera e propria minaccia.

- Non dirlo a Sofia - dissi - Non dirglielo -

- Tranquilla - fece lui - Non mi metterò tra loro due -

Per Karl era facile...lui non aveva problemi, Chloe era una tranquilla, che praticamente ammazzava il flirt di chiunque solo grazie ai suoi occhioni da ragazza innocente che la faceva sembrare una bambina.
E poi c'era Ewan che... be' nessuno si avvicinava a sua sorella e praticamente gli mancavano le zanne e gli artigli.

Ecco tra me ed Ewan le cose andavano più o meno bene. Certo non eravamo più la coppia baci e abbracci, non vivo senza te.

La verità? Tra me ed Ewan le cose si erano un tantino raffreddate, per un paio di problemi.
Il primo era stato tutto il tempo che avevamo impiegato per farli tornare a Roma, prima avevamo dovuto convincere Gillian, poi tutte le pratiche di trasferimento, trovare una casa, cambiare scuola...era passato parecchio tempo, lontani.
Punto due era che, una volta iniziata l'università era sorto il problema che Ewan era straniero e bello e, a detta di altri, anche io non ero male e quindi io avevo la sfilza di ragazzi e lui di ragazze.
E il problema era che Ewan aveva la scritta playboy in fronte.

Quando eravamo soli, lontani da tutti sembrava tutto come prima, eravamo la coppia che si era dichiarata a Palermo, insomma.

Il punto era che io ed Ewan avevamo fatto le cose troppo in fretta, dichiarati in un momento di crisi e iniziato la storia così. Senza ripensamenti e altro.
E a volte...forse, di tanto in tanto, ci servivano dei dubbi in una relazione.

E probabilmente il problema era proprio quello.

Io ed Ewan non litigavamo, passavamo poco tempo insieme e quando succedeva ci limitavamo a baciarci e fare cose di coppie follemente innamorate.

Non parlavamo...non ci confrontavamo... praticamente mi impegnavo di più a litigare con Fabio che a stare con il mio ragazzo.

Proprio Fabio entrò in cucina sbuffando come un toro, si precipitò al frigo e prese una birra.

- Metto il lucchetto alle birre, se non la piantate - lo richiamò Thomas.

Lui stappò la birra e si attaccò direttamente al collo.

- Ne ho bisogno - disse - Pensa Thomas...se un uomo fissa Gillian dal petto e al culo in pochi secondi, insistentemente, ogni volta che la vede, tu cosa faresti? -

Il nostro maggiordomo aprì bocca e la richiuse, scuotendo il capo.

- Appunto -

- FABIO! IL TELEFONO! - urlò Sofia dal piano di sopra.

Mi voltai a guardarlo, l'oggetto incriminato era tra le mani di Fabio.

Lui si strinse nelle spalle e continuò a smanettare con il cellulare della ragazza, poi fece un sorriso sadico.

- Ecco...fottiti - disse un po' troppo soddisfatto.

Angolo autrice:
Eccoci qui con la storia che vi avevo accennato.

Questo è solo una specie di presentazione di quello che sta succedendo, per farvi un'idea, ma d'ora in poi le cose si faranno interessanti.

Allora cosa ne pensate?
Vi piace come inizio?

Aspetto un vostro parere e alla prossima 😘

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