Epilogo

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Chloe

Due anni dopo...

Karl correva come un pazzo per tutta casa prendendo pezzi a destra e sinistra: la giacca sua, la mia e il regalo.
Prese le chiavi e uscì per poi rientrare e fissarmi.

- Sei pronta vero? Perché sul serio, non ho voglia di sentire Fabio anche oggi - disse guardandomi speranzoso.

Sorrisi, per nulla sorpresa e con tutta la comprensione del mondo verso di lui.

Nonostante tutto questo tempo quel ragazzo era rimasto sempre lo stesso.

- Tesoro? - mi chiamò.

Mi alzai, con fatica, dal divano e uscii di casa stringendomi nel cappotto.

Quel giorno era il compleanno di Andrea, il figlio di Sofia e Fabio, il bambino avrebbe compiuto due anni e noi eravamo in estremo ritardo.

Erano passati due anni dalla nascita di Alexandra, la figlia di mio fratello e Lidia, e dal matrimonio di Sofia e Fabio.
Andrea e Alexandra si portavano nove mesi di differenza ma erano inseparabili nonostante i genitori non si sopportassero.

Lidia e Ewan si erano sposati dopo la nascita di Andrea e a quel punto Karl si era stufato di essere quello che pensava troppo a tutto e alle conseguenze.
Durante il ricevimento mi aveva sorpreso, mi aveva invitata a ballare e mi aveva chiesto di sposarlo davanti a tutti.

Ci eravamo sposati in pochissimo tempo senza aspettare e ripensarci. Il mese dopo che me lo aveva chiesto eravamo andati all'altare e ci eravamo scambiati le promesse e uniti in matrimonio.
Per il viaggio di nozze eravamo andati a Monaco, nella sua città natale e ne ero stata felicissima, avevo avuto anche modo di conoscere i luoghi in cui era cresciuto e avevo conosciuto parti di lui che prima non sapevo.
Poi...bè, quando eravamo tornati avevo scoperto di essere incinta.
Alla fine, dall'ultimo che aveva fatto le cose, Karl era stato quello che l'aveva fatto più rapidamente, così gli avevano detto gli altri prendendolo in giro.
Da allora erano passati sette mesi e mancava poco alla nascita di nostro figlio.
Al contrario degli altri, non avevamo voluto sapere il sesso, volevamo che fosse una sorpresa.

Tornando al presente, se non ci fossimo dati una mossa Fabio come minimo ci avrebbe disconosciuto.

Karl prese le chiavi della macchina e mi aprì lo sportello, da bravo gentiluomo.
Poi fece il giro dell'auto salendo anche lui e partì, diretto alla casa sul lago.

                               ***

Ewan

- Papà! Papà! Papà....papaaaaaaaaaa! -

Mollai il vassoio che avevo in mano con i biscotti e mi voltai a fulminare mia figlia.

Lei mi guardò con il broncio, ma nei suoi occhi troppo uguali ai miei vidi un lampo di soddisfazione.

Quel piccolo demonio aveva preso tutto da sua madre tranne gli occhi.

Aveva quasi tre anni ma mostrava l'intelligenza di una molto più grande e molto spesso riusciva a fregarmi.

- Cosa ti serve Alex? - chiesi.

Lei si dondolò sui piedini fissandomi dal basso.

- Fame - rispose.

Sospirai.

- E cosa pensi che stavo facendo prima che mi fermavi? Stavo portando il vassoio con i biscotti in salotto - risposi.

- Posso? Io... -

La guardai dubbioso ma alla fine cedetti e la vidi dondolare verso l'altra stanza, tutta contenta.

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