Capitolo 13

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Chloe

Mezz'ora prima...

Quando vidi Fabio passare davanti l'aula vuota in cui mi ero appostata feci una cosa che di solito non avrei mai fatto.
Non perché ero i carenza di coraggio, ma semplicemente perché preferivo non immischiarmi in cose che non mi riguardavano direttamente.

Insomma, se fossi stata più saggia e meno impaziente avrei aspettato di incontrare Sofia e l'avrei chiesto direttamente a lei ma...stranamente, come avevo già detto, ero diventata impaziente.

Afferrai Fabio per un braccio e lo tirai nell'aula vuota. Lui mi guardò in cagnesco ma quando si accorse che ero solo io, il suo sguardo si addolcì.

- Mi hai colto di sorpresa Chloe - disse rilassando le spalle.

- Si...mh...scusa...ma... -

- È tutto ok? - mi chiese accigliandosi.

Fabio era l'ultima persona al mondo che si preoccupava per qualcuno, senza considerare Sofia, ma a volte con me sembrava allentare la corda, quando non aveva la luna storta, quindi raramente.

- Si! - esclamai con voce stridula.

Inarcó un sopracciglio. 

- Sicura? C'è qualche problema con quattrocchi? -

- Con Karl?! No macché!...con lui non succede niente di abbastanza...mh...abbastanza... - cominciai a balbettare sentendomi andare le guance in fiamme.

- Spinto? - chiese - Tranquilla ho già aperto quel discorso con lui-

Alle sue parole la mia faccia andò direttamente in fiamme e mi passai le mani tra i capelli, imbarazzata.

- No...io...che...d...davvero? - balbettai.

E Fabio scoppiò a ridere, sorprendendomi. Mai, non mi era mai successo in tutti quegli anni sentirlo ridere in quel modo, di cuore.

Quando si fermò mi mise una mano sulla testa e mi guardò con gli occhi che gli brillavano.

- Gli ho solo detto di darsi una mossa e una svegliata, tranquilla - disse - Ti sembro il tipo che parla di sesso con Karl poi? Non che non gli interessi ma non ne parlerebbe mai e soprattutto non con me -

Feci un verso stizzito e scansai la sua mano, cominciando a tempestargli il petto di pugni.
Non mi ero mai sentita così in imbarazzo in vita vita mia.

- No ma davvero non avete mai... - fece allusivo e a quel punto provai ad arrivare alla sua faccia, senza successo perché mi bloccò i polsi e mi spinse contro la parete, bloccandomi.

Avevo il fiato corto e il volto in fiamme e lui si stava divertendo, glielo leggevo in faccia, nei suoi occhi che brillavano come non li avevo mai visti e a quel punto lo capii. Karl aveva ragione, aveva sentito bene, questa volta avevamo davvero colto nel segno.

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