Qualche giorno dopo...
Karl
- Io lo strozzo! - esclamò Lidia nervosa.
Ewan le andava dietro, passo per passo, cercando di calmarla.
Era una pessima idea farla incazzare, soprattutto in quel periodo e perché con il suo stato...si insomma, si sa.Chloe sospirava seduta sulla poltrona e ogni tanto mi lanciava qualche occhiata come se io avessi tutte le rispose del mondo.
- Perché deve fare il coglione? Perché non può fare la persona normale? - chiese continuando - Siamo una famiglia dannazione! O almeno se non può coinvolgere noi perché è Lui! Coinvolgi Sofia almeno -
La diretta interessata la guardò alzando gli occhi dal computer sulla scrivania del prof e poi tornò a fare quello che stava facendo.
Lei sembrava la più tranquilla.
Non sembrava essersi fatta un minimo di problema dell'ultima genialità di Fabio.Eh sì perché il nostro comune amico aveva superato se stesso sta volta, o forse non del tutto... stavamo ancora decidendo in realtà, aveva preso e in piena notte se ne era andato, lasciando un biglietto in cui diceva che aveva bisogno di tempo e di fare i conti con se stesso.
Sofia aveva sospirato e basta, Lidia aveva cominciato a lanciargli colpi e il risultato era quello attuale.
- Sofia! - esclamò Lidia - Come puoi non fare e dire niente! Non può fare così! -
- Lo ha sempre fatto - rispose lei - Lo conosciamo da una vita e sappiamo che quando va sotto pressione deve allontanarsi, la questione di Budapest l'ha preso in contro piede e questo è -
- Non è una scusa! Ok la prima volta non riusciva a guardarti perché era responsabile per averti mandato in ospedale. La seconda ha ucciso Ratatoskr e lo capisco, la terza non riusciva a starti vicino perché aveva paura di soffrire e ora? - sbottó la mora.
Sofia la fulminò mentre faceva l'elenco di tutti i difetti di Fabio.
- Io stavolta non c'entro niente - disse - So dov'è andato. È a Budapest, vuole affrontare da solo suo padre, anche se io non sono d'accordo. E visto che non sono d'accordo ha deciso di andarsene di soppiatto. Tutto qua. Tu, piuttosto, calmati, che tra te ed Ewan quello che deve partorire sembra lui -
Lidia a quel punto si ricordo della sua condizione e guardò il fidanzato che era pallidissimo.
- Ewan...rilassati - disse sua sorella.
- Di sto passo, morirò prima di vedere mia figlia - rispose Ewan.
E poi Sofia fece una cosa che ci sorprese: si portò una mano alla bocca e scappò in bagno.
La sua migliore amica guardò la porta aperta da cui era scappata e alzò le mani in aria.
- Ecco! Io lo sapevo! - esclamò - E mo chi glielo dice a quell'idiota che alla fine l'ha messa incinta? - sbottó alterata.
***
Fabio
Guardai il bambino giocare nel giardino di quell'enorme villa che era rimasta nei miei ricordi d'infanzia.
Me ne stavo lontano e studiavo quello che succedeva, chiedendomi se era possibile che le persone potessero cambiare drasticamente.
Io ce ne avevo messa di fatica per cambiare, però una parte di me era sempre la stessa.Poteva avere si e no sei anni, aveva i capelli scuri e ricci e il che significava che l'uomo che mi aveva messo al mondo si era rifatto una famiglia dopo sette anni dalla lontananza mia e di mia madre.
Era vero, anche io mi ero rifatto una vita, ma era stato più complicato e senza Sofia non avrei fatto un accidente. Lui, doveva avere la coscienza bella pulita evidentemente.
Una donna uscì dalla porta a vetri che dava sul giardino e quando il bambino la vide le corse incontro ridendo.
Lei era bionda, alta ed era vestita con gonna e giacca elegante. Mi chiesi che lavoro faceva per vestirsi in quel modo impeccabile.Rientrarono in casa e sospirai.
Ero stanco, ero arrivato in mattinata e mi ero cercato prima una stanza in un bed&breakfast e poi ero stato all'anagrafe a richiedere i documenti.
Mi avevano fatto parecchie storie in realtà e avevano detto che per esserne sicuri avrei dovuto almeno fare un test del DNA per accertarsi che non ero un impostore che cercava di prendere il nome di qualcun'altro.
Mi avevano chiesto l'attestato di nascita ma quello ce l'aveva l'ospedale in cui ero nato, di cui non ricordavo il nome. In entrambi i casi c'era bisogno di contattare l'uomo che mi aveva messo al mondo.Alla fine li avevo fermati e gli avevo detto che l'avrei contatto io, che avevo bisogno di tempo.
Poi avevo passato il resto della giornata a ricordarmi dov'era la mia casa e ha studiare quella famiglia.
Cominciava a scendere la notte e io a sentire la fame.
Era ora che mi allontanassi da lì.Il giorno dopo mi sarei deciso a bussare a quella dannata porta.
***
- Ki vagy te? (Chi sei?) - chiese una voce facendomi sussultare.Mi afferrai il cappuccio per tenerlo meglio a coprirmi il viso e mi voltai.
Di fronte a me c'era la donna che aveco visto in giardino il giorno prima.Mi ero avvicinato di nuovo, quel giorno, deciso a bussare, ma poi mi ero ritirato e avevo rinunciato. Tornando a guardare la casa da una certa distanza.
- A fiam azt mondta tegnap látott valakit, még mindig te vagy? (Mio figlio ha detto di aver visto qualcuno ieri, sei sempre tu?) - mi chiese ostile - Mit akarzs? Te egy stalker vagy? (Cosa vuoi? Sei uno stalker?) -
Fortunatamente avevo ripreso a studiare Ungherese, perché anche se ero bilingue, mi ero arrugginito in quegli anni e quella donna parlava troppo velocemente.
- Nem (no) - dissi alzando le mani in segno di resa - Azt próbáltam kitalálni, hogy Szilárd Péter él-e még itt (Cercavo di capire se Peter Szilàrd vive ancora qui) -
Lei inarcó le sopracciglia, prima confusa e poi ostile, di nuovo.
- Mit akarsz a férjemtől? (Cosa vuoi da mio marito?) - mi chiese.
Quindi avevo ragione io, si era risposato e il bambino che avevo visto era suo figlio.
- Meg kell kérnem, hogy csináljon valamit az anyakönyvi hivatalban, vagy legalább mondja meg, hol a fenében születtem (Devo chiedergli di fare una cosa all'anagrafe, o almeno dovrebbe dirmi dove accidenti sono nato) - dissi senza girarci intorno.
Lei mi fissò e guardò alle mie spalle.
- Ki vagy te? Mi köze a férjemhez? (Chi sei? Cosa c'entri con mio marito? - mi chiese.
La guardai negli occhi, mentre la consapevolezza le riempiva lo sguardo.
Mi tolsi il cappuccio, rivelando il mio volto e la vidi spalancare la bocca.
Mio malgrado somigliavo a mio padre più di quanto avessi voluto.
- Tu sai perfettamente chi sono giusto? - chiesi passando all'italiano - Dov'è? Hol van az apám? (Dov'è mio padre?) -
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Sei il mio per sempre
FanfictionFan Fiction "La Ragazza Drago" Conosciamo tutti la storia della Ragazza Drago, la storia di Sofia, Lidia, Fabio, Karl, Chloe ed Ewan. Sappiamo tutti che cosa è successo. Conosciamo la loro storia, il loro passato, i loro demoni. Sappiamo che cosa h...