Capitolo 11

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Fabio

Quando avvistai Giada, una mia compagna di corso, alzai gli occhi al cielo.

Continuavo a chiedermi per quale razza di motivo mi girava ancora intorno nonostante gli avessi detto di andarsene al diavolo, e nonostante la gente mi evitava come la peste.

- Fabio... - mi chiamò quasi miagolando.

- Che vuoi? - chiesi scocciato, esprimendogli tutto il mio fastidio.

- Sei sempre così simpatico con me è -

- Lo sono con tutti in realtà e di più con quelli insistenti - risposi.

Me ne stavo tranquillamente in aula, dove ero andato in anticipo, addirittura non era arrivato nemmeno il professore, e stavo copiando alcuni appunti dal libro. Non avevo ne il tempo né la voglia di competere con quella.

- Io invece scommetto che da ora lo sarai di più - mi disse sedendosi al mio fianco e facendo battere, in modo fastidioso, le unghie sul banco.

- Se è una tua convinzione -

Ridacchiò facendomi arrivare l'intolleranza alle stelle.

Mi si avvicinò e sentii il suo fiato sul collo.
Mi vennero i brividi, per l'impulso di farle sbattere la testa sul banco però.

Ci provava ogni volta, ad attrarmi almeno fisicamente visto che caratterialmente non c'era riuscita, ma era una causa persa, l'unica per cui provavo attrazione e interesse era Sofia.
Il mio amico ai piani bassi era praticamente morto in presenza di altre donne, ma bastava la mia ragazza a farlo tornare in vita e solo lei ci riusciva.
Tipo in quel momento, con Giada vicino, stava cercando di nascondersi per bene nelle mie mutande.

- Ho visto la tua fidanzata - mi disse nell'orecchio e mi costrinsi a guardarla - Stava ecco...in atteggiamenti eloquenti ed intimi con un altro, li ho visti nel corridoio dell'altro dipartimento, erano uno di fronte all'altra e lui era piegato in avanti verso il viso della "tua donna" -

La guardai scioccato, mentre la rabbia saliva di nuovo.
Stava mentendo, non poteva succedere una cosa del genere, Sofia non avrebbe permesso una cosa del genere.

- Smetti di dire cazzate - ringhiai.

- Giurin giurello - fece lei - Non sto mentendo, perché dopo, in pausa pranzo non glielo chiediamo? Forse la tua fidanzatina non è così innocente come credi -

Non dovevo cedere, conoscevo Sofia e non doveva nemmeno passarmi per la testa di dubitare però...ero un uomo ed ero geloso marcio...sapevo di sbagliare.

- Va bene... così ti ci manda lei a fanculo - risposi tornando a concentrarmi sui libri.

- Vedremo Fabio, vedremo -

Non dovevo pensare male, non era concepibile, lo facevo solo per dare una lezione a Giada, solo per quello.
O almeno era questo quello di cui mi dovevo convincere.

                                ***

Sofia era in mensa seduta al tavolo con Lidia e stavano chiacchierando.

La mora mi vide per primo e alzò il dito medio nella mia direzione con un sorriso allegro, risposi al suo gesto ma poi lanciò un'occhiataccia alla ragazza al mio fianco e diede una gomitata all'amica.

Sofia alzò gli occhi nella nostra direzione e ci guardò apparentemente tranquilla continuando a mangiare.

Mi avvicinai, ignorando sia Giada che Lidia e mi chinai verso la mia ragazza, lasciandole un bacio a stampo sulle labbra.

- Come è andata la lezione? - mi chiese prendendo una patatina dal suo piatto e continuando a mangiare.

Mi sedetti di fronte a lei e le fregai un paio di patatine.

- Bene - dissi - La mia compagna qui ha detto che...stavi...come posso dirlo? -

E guardai Giada aspettando le sue parole.

- Ti stavi baciando con un altro e non negare, ti ho visto! - l'accusò soddisfatta.

Sofia mi guardò con i suoi enormi occhi verdi che rispecchiavano la sua anima...e anche la mia.
Mi strinsi nelle spalle, inarcando un sopracciglio per farle capire che io non credevo a Giada e che volevo solo che gliene dicesse quattro.

- Fabio rifiuta le mie avances per te! E io gli darei tutta me stessa - rimarcò.

Guardai Giada ghignando.
Si avevo una vaga idea di cosa intendeva quando diceva che mi dava tutta se stessa.

Lidia fece per aprire bocca, vedevo lo sguardo battagliero, quello che aveva sempre quando iniziava a litigare con me, ma Sofia le poggiò una mano sulla spalla.

- È vero - disse Sofia facendomi sgranare gli occhi - Ma purtroppo per te era solo Ewan McAllister e mi stava dando un bacio sulla guancia per ringraziarmi di una cosa che non ti riguarda...se posso darti un consiglio dovresti smetterla di mettere veleno solo per infilarti nelle mutande del mio fidanzato, perché se è ciò che vuoi non succederà nemmeno tra 50 anni -

E io scoppiai a ridere, più tranquillo.
Certo mi dava fastidio quello che pareva essere successo con Ewan ma era appunto solo fastidio, non serviva che mi incazzavo.

Su questo Sofia aveva ragione, dovevo smetterla di essere geloso dell'inglese.
Era un'idiota questo era constatato, ma alla fine credevo davvero che tenesse a Lidia, a modo suo insomma.
Anche se faceva schifo nel dimostrarlo.

Giada mi guardò e quando capì che l'avrei ignorata se ne andò stizzita.

Lidia incrociò le braccia sotto al seno e mi guardò malevola.

- Non dirmi che hai creduto a quell'oca giuliva - mi disse.

Ridacchiai.

- Certo che no...speravo che Sofia le rispondesse male - confessai passandomi le mani tra i capelli e guardando la mia ragazza che era tornata a mangiare tranquilla, come se non fosse successo nulla.

                              ***

Il russare di Karl venne interrotto dal rumore della porta della stanza.
Aprii gli occhi e nel buio sentii una presenza vicino a me che si sedette sul mio letto e poi si allungò circondandomi il petto con un braccio.

Insipirai il suo profumo e affondai la mano tra i suoi ricci.

- Di cosa hai paura Fabio? - mi chiese Sofia dandomi un bacio sulla mandibola.

- Di nulla - risposi.

Si allungò su di me, prendendo le mie labbra tra le sue.
Incrociai i suoi occhi che mi guardavano preoccupati.

- Non ho paura di niente Sofia e lo sai -

Non avevo paura di niente.

- Tu non dubiti di me e lo so, il tuo problema è un altro - disse facendomi una carezza sul viso e attirando la mia completa attenzione.

Lei aveva sempre la mia completa attenzione, per qualsiasi cosa.

Le misi le mani sui fianchi e la strinsi contro il mio corpo.

- Tu hai potere su di me - dissi - Sono completamente dipendente da te, amore -

La mia unica paura era quella di perderla.
Perdere l'unica persona che nella vita amavo.

- Sofia... -

- Dimmi - mi rispose.

La guardai negli occhi e presi coraggio, feci l'unica che mi sentivo di fare e che avrei dovuto fare già da tempo.

- Sposami -

Sei il mio per sempreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora