Capitolo 18

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Karl

Avete presente quel momento in cui vi rendete conto che la vostra stessa vita vi sta sfuggendo di mano?
Che il tempo passa ad un ritmo velocissimo e tu non riesci a starci dietro?

E io lo sapevo, avevo avuto un bel problema con il tempo quando ero morto.

Ecco, mi stavo rendendo conto proprio di questo, che il tempo se ne andava, che non ero più un ragazzino e che i miei amici, alias la mia famiglia, erano cresciuti e quindi, di conseguenza, anche io.

Era iniziata quando avevo sentito Fabio che diceva a Sofia di sposarlo, una notte in cui non riuscivo a dormire. Lei era entrata nella stanza, avevano iniziato a parlare e lui si era dichiarato, chiedendole di sposarlo.
Ed era finita quando in ospedale ci avevano detto che Lidia era incinta.

Bene, e in tutto ciò Chloe mi guardava in modo strano, quando non era impegnata ad urlare contro il fratello per aver messo incinta l'amica.

Non ero pronto a sposarmi e certamente non ero pronto ad avere un figlio però...forse era arrivato il momento di sbloccarmi con Chloe, di portare la nostra relazione ad un altro livello magari, solo che io ero sempre quello in secondo piano, il secchione, il quattrocchi che preferiva libri e calcoli a persone e relazione e, anche se negli anni avevo frequentato scuole e avevo avuto a che fare con altri ragazzi avevo sempre avuto problemi a rapportarmi e farmi accettare, perché ero il cocco dei professori.

Come avrei fatto a cambiare le cose con Chloe se non sapevo nemmeno dove mettere le mani?

Avrei potuto parlare con gli altri due maschi del gruppo...ma con Ewan mi sarei dovuto sotterrare visto che Chloe era la gemella, quindi mi restava Fabio, che mi avrebbe preso in giro per il resto della mia vita, lui con la sua acidità incorporata nel pacchetto.

Sbuffai mentre fissavo le formule di chimica sul libro.

Ecco, dovevo studiare, era più facile!

E il caso volle che proprio Chloe fece capolino nella mia stanza, con gli occhi che le brillavano.

- Ewan e Lidia stanno per fare l'ecografia! Vedranno il bambino! - esclamò felice.

- Sai vero che ora come ora ci sarà solo un minuscolo fagiolo che nemmeno si vedrà? - dissi.

Vidi le sue spalle afflosciarsi, poi mi lanciò un'occhiataccia.

- Da quando sei così cinico Karl? Ti fa proprio male dormire in camera con Fabio - annunciò per poi andarsene.

Sgranai gli occhi, ero un grandissimo idiota.
Dovevo seriamente darmi una regolata e fare un corso accelerato sulle relazione con gli altri, il che mi faceva pensare che l'aiuto di Fabio non sarebbe servito a niente per questo.

Guardai il libro, continuando a pensare che era meglio la chimica e tirai una testata sul libro.

Dovevo farmi ricoverare in una clinica psichiatrica, lo sapevo e la colpa era della gente con cui vivevo.

                               ***

Ewan

Dopo aver mandato un messaggio a mia sorella per farmi rassicurare, seguii la dottoressa nel suo studio.

- Bene Lidia, riesci ad alzarti per raggiungere il lettino? - le chiese - Devo chiederti di spogliarti dalla vita in giù perché l'ecografia devo farla interna perché sei ancora di poche settimane -

Lidia si limitò ad annuire e ad obbedire e l'unica cosa che potei fare io era guardare.
Stranamente, dopo che era passato il momento d'insicurezza quando ero arrivato io, Lidia ora sembrava stare bene, era tranquilla e aveva una strana luce negli occhi che non riuscivo a spiegare.

Dal mio canto poi...ero in trepidazione.

Sapevo che non si sarebbe visto nulla nell'ecografia ma c'era qualcosa di strano e magico in tutto questo, che non sapevo spiegarmi.

Proprio io che di magia ci vivevo da quando ero nato.

- Se vuole raggiungerci il papà non lo cacciamo mica - disse la dottoressa facendomi tornare al presente.

Lei e la mia, di nuovo, ragazza erano scomparse dietro ad una tenda e visto che non ci capivo nulla di tutta la situazione ero rimasto imbambolato fuori, come se avessi bisogno di qualcuno che mi desse una spinta nella direzione giusta, come un assetato in mezzo al deserto che segue il rumore dell'acqua.

Ok...forse stavo esagerando e non ero io quello con una creaturina nella pancia.

Mi affacciai dietro la tenda e vidi Lidia con una coperta ospedaliera che la copriva dalla vita in giù e con il braccio della dottoressa che spariva lì sotto.

Confuso osservai la scena.

- Non azzardarti a commentare o fare osservazioni strane Ewan - mi disse indicandomi e guardandomi male.

Annuii e mi avvicinai a lei, girando al largo dalla zona che stava esaminando la dottoressa che ridacchiò.

La guardai senza riuscire a dire qualcosa, o ad articolare un qualsiasi commento, non sapevo che accidenti pensare, figurarsi parlare.

- Non lo sai - disse divertita - Il bambino esce da dove entra prima di formarsi, non stupirti troppo se l'ecografia la faccio così -

Poi tirò fuori il braccio con in mano uno strano oggetto lungo, lo fissai, fissai Lidia che mi guardò malissimo e ci arrivai.

- Ah...oh...mh...-

La mia ragazza sbuffò dal naso e mi colpì ripetutamente il braccio, maledicendomi.

- Va fuori Ewan! Sei inutile! - esclamò diventando rossa, non sapevo se per l'imbarazzo o per la rabbia a causa della mia ignoranza.

La dottoressa rise e tornò a fare il suo lavoro e Lidia smise di colpirmi, sussultando.

- Tutto ok? - le chiese.

- Diciamo... - borbottò lei stringendomi il braccio.

Poi lo schermo al nostro fianco si animò e lo fissai, non capendo però un accidente di quello che stavo guardando.
C'era grigio e nero, in alcuni punti erano più scuri e in altri più chiari e c'era un movimento.

- Il movimento che vedete è perché Lidia respira ovviamente ma se guardate laggiù...- disse indicando con la mano un punto al centro del riquadro. C'era un cerchio più chiaro intorno ad una specie di pallina deformata - ...è il bambino -

Lo indicai mentre la mano di Lidia, dal mio braccio, arrivava alla mia mano e la stringeva.

- Quello - feci scioccato.

- Si quello - rispose.

Guardai Lidia che aveva gli occhi lucidi mentre guardava lo schermo incantata.

Poi la dottoressa schiacciò un pulsante sullo schermo e sgranai gli occhi, la mia ragazza si girò a guardarmi con uno scatto.

Un battito, un battito accelerato, proveniva dal macchinario.

- E questo è il cuoricino del vostro bambino -

E a quel punto dagli occhi di Lidia cominciarono ad uscire le lacrime e da come vedevo sfocato probabilmente mi stava succedendo la stessa, identica cosa.



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