Capitolo 17

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Lidia

- Stai facendo la paranoica ora - disse Sofia chiudendo il libro di storia che stava studiando.

Dopo la mia affermazione della notte sia lei che Fabio mi avevano ignorato e imposto di riposarmi e allora mi ero sforzata di non riaprire il discorso.
Quella mattina avrebbero dovuto dimettermi ma la dottoressa aveva detto che voleva prima fissarmi un'ecografia per accertarci che andava davvero tutto bene.
Il giorno prima, dopotutto, si erano limitati a farmi della analisi e a somministrarmi dei calmanti perché il mio cuore era agitato e avevano constato anche quello del piccolo nella mia pancia.
Ma niente ecografia per vedere se era tutto ok.

Dopo il controllo, se andava tutto bene, mi avrebbero dimesso.

Il punto era che non riuscivo ancora a metabolizzare la cosa, non riuscivo ancora a capacitarmi di avere una vita dentro di me e sapevo già, che quando me ne fossi davvero resa conto, sarei andata ancora di più nel panico.

Non avevo ancora parlato con Ewan, non sapevo se sarebbe tornato e che cosa mi avrebbe detto, se quel bambino lo voleva oppure no e in più non sapevo io come avrei fatto.

Non avevo mai avuto dei genitori, ero cresciuta prima con mia nonna e poi con mia zia, ma non avevo mai avuto il piacere di avere a che fare con una madre e un padre e per quanto la gente del circo mi era sempre stata accanto e non mi aveva mai fatto mancare nulla, sapevo con certezza che non era la stessa cosa dall'avere dei genitori.

La mia paura più grande era di non essere in grado di fare la madre, di essere una buona madre. E l'avevo detto anche a Sofia.

- Non dovrei dirtelo...perché darebbe di matto, ma anche no perché è il mio stesso pensiero - disse la mia migliore amica e la guardai avvicinarsi e sedersi sul letto al mio fianco - Io, Fabio e tu, o chiunque altro nel nostro gruppo hanno lo stesso pensiero, ci chiediamo sempre "se un giorno avremmo dei figli saremmo in grado di crescerli? Proprio noi che non abbiamo mai avuto dei genitori?" Lidia da quando abbiamo scoperto che sei incinta ci siamo resi conto della situazione, che siamo grandi, che ci frequentiamo. Fabio mi ha chiesto di sposarlo e quando è uscito che sei incinta mi ha guardato spaesato, ho letto in lui il mio stesso pensiero. Ora il matrimonio, abbiamo scelto di passare la vita insieme e un giorno vorremmo dei figli, io lì vorrò e sono sicura anche lui. Il primo pensiero che abbiamo avuto è stato il tuo, "ne saremmo in grado?". Non possiamo saperlo, ma so per certa che il nostro modo di comportarci dipende dalle persone che non ci sono state ma soprattutto da quelle che abbiamo avuto accanto. Negli ultimi anni abbiamo avuto la famiglia migliore del mondo e non la cambierei per nessuno.
E sappi, che anche se un giorno avrai paura e penserai di non farcela ci saremmo sempre noi a sorreggerti e ad aiutarti e poi, non sei sola, c'è Ewan con te -

- Non so se Ewan... - iniziai concentrandomi sulle sue ultime parole.

Il suo discorso mi aveva rilassata questo si, insomma, sapere che anche Fabio se la faceva sotto all'idea di avere un figlio mi rincuorava. Sapere che sia lei che gli altri mi sarebbero stati accanto e ricordarmi che era una battaglia che combattevamo insieme, quella della vita, non mi faceva più sentire persa da qualche parte.
Ma Ewan era tutto un altro paio di maniche.
Visto anche il modo in cui stava andando ultimamente tra noi.

- Stai scherzando vero? - mi chiese - Ewan è svenuto non ha mica detto che ti molla -

- Io... -

Proprio in quel momento sentii qualcuno schiarirsi la voce e alzai lo sguardo, incontrando quello azzurro di Ewan.

Aveva il volto pallido e due occhiaie enormi, i capelli completamente in disordine e lo sguardo stanco.
Non l'avevo mai visto così, nemmeno quando la sorella era stata rapita, o quando aveva perso i poteri di Kuma e aveva difficoltà anche a tornare a reggersi in piedi da solo.

- Ewan...- dissi.

Lui deglutì e si passò la mano nei capelli, scompigliandoli ancora di più.

- Come stai? - chiese avvicinandosi.

Distolsi lo sguardo da lui per cercare Sofia che, a quanto pareva, se l'era svignata.

Che bella amica! Probabilmente me la stava facendo pagare per quello che le avevo fatto passare quando c'eravamo conosciute.

- Mh...bene - dissi - Sto aspettando per l'ecografia -

Lui fece un sospiro e si sedette sul bordo del letto.

- Aspettiamo allora - disse.

Mi guardò con la coda dell'occhio e continuò a guardare davanti a sé niente in particolare, sembrava solo un modo per non incrociare il mio sguardo.

E come al solito, quella nel gruppo ero io che non avevo peli sulla lingua e che non mi facevo problemi a dire quello che pensavo, se fosse stato facile anche in quell'occasione...

- Ewan? - lo chiamai facendomi coraggio - Che cosa ne pensi...della situazione? -

Alla fine si decise a guardarmi in viso.

- Non lo so...ancora - disse - L'unica cosa che so per certo è che...credo di essere felice? Anche se me la sto facendo sotto all'idea di avere un figlio, lo sono. Ma non so te, insomma -

Annuii e gli feci la domanda che mi premeva dal momento esatto in cui avevo saputo di essere incinta.

- Questo bambino...tu lo vuoi? - chiesi.

Ewan sgranò gli occhi e aprì la bocca ma poi scosse il capo, ripensandoci.

Si avvicinò e mi prese le mani tra le sue, portandosele alle labbra e baciandole.

- Me la sto facendo sotto...ma sono il ragazzo più felice del mondo, non oserei mai abbandonare te o mio figlio - disse - Forse ultimamente sono una frana, è vero ma, Lidia, io ti amo e amo già quella piccola vita che è nella tua pancia. Sono svenuto come un codardo è vero ma non potrei desiderare di meglio nella mia vita-

Le sue parole mi sciolsero, facendo sparire del tutto i dubbi che mi avevano pervaso dal primo momento.

Mi veniva da ridere perché non capivo il motivo di tutta la paura che mi era venuta.

Gli sorrisi.

- Sono felice anche io...di avere un figlio da te - dissi.

Lui fece un sorriso luminoso come non gli vedevo da tempo e si chinò su di me, con il chiaro intento di baciarmi ma in quel momento entrò la dottoressa che mi disse che era il momento di andare...





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