𝐹𝐼𝐹𝑇𝑌 𝑆𝐻𝐴𝐷𝐸 𝑂𝐹 𝑍𝑈𝑅𝐸𝑁𝐴

Capitolo 2

Il cuore mi batte all'impazzata.

l'ascensore arriva al piano terra le porte si aprono, corro verso le grandi porte di vetro,
e finalmente mi ritrovo libera,
nella rinfresacante aria umida di Madrid.
Alzo il viso verso il cielo e mi faccio rinfrescare dalla pioggia fresca, chiudo gli occhi faccio un respiro profondo, liberatorio, cercando di recuperare quel che resta della mia dignità e sanità mentale.
Nessuna donna mi ha mai fatto l'effetto della signora Zahir, e non riesco a comprenderne il motivo.
E il suo aspetto? la sua educazione? la sua richezza? il suo potere?

Mi poggio con la schiena su uno dei grandi pilastri d'accaio dell'edificio, cerco di calmarmi e schiarisco le idee. scuoto la tesa.
Pian,piano il mio cuore riprende un ritmo regolare, e quando finalmente torno a respirare, mi avvio verso la macchina.
Mentre mi lascio alle spalle i confini della città inizio a sentirmi cosi imbarazzata ripensando al intervista di poco fa.
Sicuramente sto reagendo in modo eccesivo,
a qualcosa che esiste solo nella mia perversa immaginazione, solo che la Signora Amministratrice delegata Zahir è cosi attraente, sicura di sè, autorevole, ma anche molto arrogante non ostante le sue maniere impeccabili, e la sua buona educazione, un pò prepotente e molto fredda. Almeno in superficie. Forse vuole solo apparire così davanti agli estranei.

Un brivido, che non avevo mai provato mi percorre la schiena.

Sarà anche arrogante ma infondo ha il diritto di esserlo, ha raggiunto cosi tanti risultati.
Mentre guido la mia mente continua a vagare. Davvero non capisco cosa renda una persona tanto determinata nel ricercare il sucesso, alcune delle sue risposte erano Enigmatiche quasi non si capivano, come se avessero un doppio senso. E le domande di Kabila.. vogliamo parlare delle domande di Kabila?
Cazzo!
Do una botta al volante, l' adozione... e chiedergli se era Omosessuale, voglio sprofondare!
Che Figuraccia!

Il ricordo dei suoi occhi verdi che mi fissano,
la sua voce severa che mi intima a guidare con prudenza, scuoto la testa per l'ennesima volta cercando di eliminare la sua faccia dalla mia mente, ma più guido, più penso.
"DIMENTICALA MACARENA!"
continuo a ripetermi nella testa, come una sorta di mantra.

Alla fine è stata un'esperienza che posso classificare come intensa, un aneddoto da raccontare.
Accendo lo stereo, e alzo il volume al massimo, mi poggio sullo schienale, e ascolto musica mentre premo sull'acceleratore.

Kabila ed io viviamo in un piccolo complesso di villette a schiera, i suoi genitori hanno comprato la casa e io pago un'affitto ridicolo,
la nostra piccola casetta, ha due camere ogniuna con i propri bagni, una cucina con tutti i comfort, un piccolo salotto, e un'angolino di giardino.
Ho avuto veramente fortuna!
Abito li da 4 anni. Quando accosto davanti alla porta, penso alla mia amica,
che vorrá sicuramente un reso conto dettagliato, e non si arrenderà facilmente.
Menomale che c'è il registratore.

"Maca, sei tornata!" sta seduta nel soggiorno, letteralmente circondata da libri, a quanto pare sta studiando per l' esami, anche se indossa il suo favoloso pigiama di flanella ,rosa pallido con gli unicorni.
E la cosa divertente, è che io ne ho uno uguale! Li abbiamo comprati al mercatino in saldo. SUPER OFFERTA, ne compri due ne porti a casa tre.
E Kabila é ossessionata dai pigiami con i motivi improponibiliibili.
Mi corre in contro e mi abbraccia forte.

"Iniziavo a preuccuparmi, pensavo che tornassi prima!"

"Si lo so, l'intervista si è prolungata un po' più del dovuto!"

"Maca, non so veramente come ringraziarti, sono in debito con te.
Allora? Com'è andata? com'è lei?"

Sapevo a cosa si riferiva,
Conosco la mia polla!
Kabila ha fatto comig-out con tutti dalle scuole medie, ha sempre avuto le idee chiare, immaginavo che avrebbe iniziato a farmi il terzo grado.