Capitolo 39

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Zulema in ginocchio ai miei piedi, che mi tiene avvinta con il suo sguardo verde.
Lei colpisce e raggela più di ogni altra cosa che abbia mai visto, più ancora di Maria con la pistola.
La mia vaga confusione alcolica svanisce all'istante, presto sostituita dalla pelle d'oca e da uno strisciante senso di tragedia, che mi assale mentre il sangue mi defluisce dal viso.
Inspiro forte per lo shock.

"No. No, questo è sbagliato, del tutto sbagliato e inquietante."

«Zulema, per favore, non fare così. Non voglio.»

Lei continua a fissarmi passiva, senza muoversi, senza dire niente.

"Oh, merda. Ia mia povera Zulema."

Mi si stringe il cuore.
Che cosa le ho fatto?
Le lacrime mi pungono gli occhi.

«Perché stai facendo questo? Parlami» sussurro.

Lei sbatte le palpebre una volta.

«Che cosa vorresti che ti dicessi?»
mi chiede dolce, mite e per un momento sono sollevata che stia parlando, ma non in questo modo.
"No. No."
Le lacrime iniziano a scorrermi lungo le guance.
È troppo per me vedere Zulema nella stessa posizione di prostrazione di quella patetica
creatura che è Maria.
L'immagine di una donna potente, che in realtà è ancora un ragazzina, che è stata orribilmente abusata e trascurata, che si sente indegna dell'amore della sua famiglia perfetta e della sua assai meno perfetta fidanzata... la mia bambina smarrita...mi spezza il cuore.
Compassione, perdita e sconforto, tutti insieme mi gonfiano il cuore, e mi sento soffocare dalla disperazione.
Dovrò lottare per riaverla, per riportare indietro la mia Miss Cinquanta Sfumature.
Il pensiero di me che domino chicchessia è orribile. Il pensiero di dominare Zulema è nauseante.
Mi farebbe diventare come lei, la donna che le ha fatto questo.
Rabbrividisco all'idea, lottando contro la bile in gola. Impossibile che possa farlo.
Impossibile che voglia farlo.
A mano a mano che le idee mi si schiariscono, riesco a vedere un solo modo.
Senza toglierle gli occhi di dosso, mi inginocchio di fronte a Zulema.
Il parquet è duro contro la mia pelle.
Mi asciugo alla meglio le lacrime con il dorso della mano.
Così siamo alla pari.
Siamo sullo stesso livello.
Questo è l'unico modo in cui posso salvarla.
I suoi occhi si dilatano leggermente mentre la fisso, ma al di là di questo la sua espressione e la sua posizione non cambiano.

«Zulema, non devi fare così» la supplico.

«Io non scapperò.
Te l'ho detto e ridetto. Non scapperò.
Tutto quello che è successo... è sconvolgente.
Ho solo bisogno di un po' di tempo per riflettere...
un po' di tempo per me stessa.
Perché pensi sempre al peggio?»
Mi si stringe il cuore di nuovo, perché lo so:
è perché lei è così piena di dubbi, così piena di odio verso se stessa.
Le parole di Elena tornano a tormentarmi.
"Lei sa quanto sei negativa verso te stessa?
Riguardo a tutti i tuoi problemi?"

"Oh, Zulema."
La paura mi assale e inizio a balbettare:
«Stavo per suggerire che potrei tornare al mio appartamento stasera.
Non mi hai mai dato tempo... tempo per riflettere bene sulle cose».
Singhiozzo, e un accenno di cipiglio le oscura il viso.

«Tempo per pensare, e basta.
Ci conosciamo a stento, e tutto questo fardello che ti porti appresso... Ho bisogno... ho bisogno di tempo per riflettere.
E ora che Maria è... be', ovunque sia... non è più là fuori e non è una minaccia... pensavo... pensavo...» La mia voce si affievolisce e la guardo fissa.
Lei mi osserva attentamente e credo che mi stia ascoltando.

«Vederti con Maria...»
Chiudo gli occhi, mentre il penoso ricordo della sua interazione con l'ex Sottomessa mi divora.
«È stato un tale shock.
Ho avuto una fugace visione di quella che è stata la tua vita... e...»
Abbasso gli occhi sulle mie dita intrecciate, le lacrime continuano a scorrermi lungo le guance. «Ha a che fare con il mio non essere abbastanza per te. È stato un presentimento sulla tua vita, e ho così tanta paura che ti stanchi di me, e che poi te ne andrai... e che io finirò come Maria... un'ombra.
Ti amo, Zulema, e se tu mi lasci, sarà come vivere in un mondo senza luce.
Vagherò nell'oscurità.
Non voglio scappare.
Sono solo spaventata dall'idea che tu mi lasci...»

𝐹𝐼𝐹𝑇𝑌 𝑆𝐻𝐴𝐷𝐸 𝑂𝐹 𝑍𝑈𝑅𝐸𝑁𝐴Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora