Capitolo 36

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Con grazia e facilità Zulema colpisce la palla bianca, che scivola sul tavolo e frisa la nera, la quale, lentamente, rotola, resta un attimo in bilico sulla buca d'angolo a destra e poi ci cade dentro.
Accidenti.
Lei si rialza, le labbra piegate in un sorriso trionfante da ora-sei-tutta-mia-Bionda.
Posa la stecca e mi si avvicina, i capelli in disordine, i jeans e la camicia bianca.
Non sembra affatto un' amministratrice delegata, ha più l'aspetto di una ragazzaccia dei bassifondi. Per la miseria, è dannatamente sexy.

«Non sarai una che non sa perdere, vero?» mormora, trattenendo a stento un sogghigno.

«Dipende da quanto forte mi sculaccerai»
sussurro, sorreggendomi alla stecca.
Lei me la toglie di mano e la mette da parte, infila il dito nello scollo della camicetta e mi attira a sé.

«Bene, contiamo le tue infrazioni, Bionda.»

Conta sulle dita.
«Uno: mi hai fatto sentire gelosa di un membro del mio personale.
Due: hai discusso con me riguardo al tuo lavoro.
Tre: hai deliberatamente fatto ondeggiare il tuo delizioso sedere davanti al mio naso negli ultimi venti minuti.»

I suoi occhi brillano di una morbida luce verde, eccitati.
Si piega e strofina il naso contro il mio.

«Voglio che tu ti tolga i jeans e questa camicetta così seducente. Ora.»
Mi da un bacio leggero come una piuma, poi si dirige con nonchalance verso la porta e la chiude a chiave.
"Oddio."
Quando si volta e mi guarda, il suo sguardo brucia di desiderio.
Io rimango paralizzata, a mo' di zombie, il cuore mi martella nel petto, il sangue pompa a mille, e non sono capace di muovere un muscolo.
Nella mia mente, tutto quello a cui riesco a pensare è:
"Questo è per lei".
Lo ripeto come un mantra più volte.

«I vestiti, Macarena. Mi pare che tu li abbia ancora addosso. Togliteli. O lo farò io per te.»

«Fallo tu.»
Ritrovo finalmente la voce, e suona bassa e veemente.
Zulema sorride.

«Oh, Bionda.
È uno sporco lavoro, ma penso di poter raccogliere la sfida.»

«Sei abituata a raccogliere sfide ben peggiori, Signora Zahir.»

Alzo un sopracciglio, e lei sorride.

«Che cosa intendi dire, Ferreiro?»

Mentre viene verso di me, si ferma davanti a una piccola scrivania ricavata dentro la libreria.
Si china e prende un righello di venti centimetri.
Lo tiene per entrambe le estremità e lo flette, senza che i suoi occhi abbandonino mai i miei.
"Accidenti. Ha scelto l'arma."
Mi si secca la gola.
All'improvviso sono eccitata e bagnata.
Solo Zulema può riuscire a farmi questo con uno sguardo e un righello tra le mani.
Si infila il righello nella tasca posteriore dei jeans e viene verso di me, gli occhi cupi e pieni di promesse. Senza dire una parola, si inginocchia e inizia a slacciarmi le scarpe, rapida ed efficiente, sfilandomele poi entrambe, seguite dalle calze.
Mi appoggio al bordo del tavolo da biliardo, per non cadere.
La guardo mentre scioglie le stringhe e mi meraviglio della profondità di ciò che sento per questa donna bellissima e imperfetta.
La amo.
Lei mi prende per i fianchi, infila le dita nella cintura dei miei jeans, slaccia il bottone e abbassa la cerniera.
Alza gli occhi e mi guarda attraverso le lunghe ciglia, facendomi il più malizioso dei suoi sorrisi, mentre mi abbassa i jeans.
Esco dai pantaloni, contenta di indossare il perizoma di pizzo bianco.
Lei afferra le mie gambe da dietro e fa scorrere il naso fino al punto di congiunzione delle cosce. Praticamente mi sciolgo.

«Voglio essere piuttosto violenta con te, Bionda. Devi dirmi di fermarmi, se è troppo» ansima.
"Oddio."
Mi bacia... lì.
Io gemo sommessamente.

«Safeword?» mormoro.

«No, nessuna safeword, dimmi solo di fermarmi, e io mi fermerò. Capito?»
Mi bacia ancora, strofinandosi su di me.
"Oh, è una sensazione così piacevole."

𝐹𝐼𝐹𝑇𝑌 𝑆𝐻𝐴𝐷𝐸 𝑂𝐹 𝑍𝑈𝑅𝐸𝑁𝐴Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora