Capitolo 16

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La fiamma della candela è troppo calda.
Guizza e danza nella brezza surriscaldata,
che non offre alcun sollievo dal caldo torrido.
Ali leggere frullano avanti e indietro nel buio, spargendo scaglie polverose nel cerchio di luce. Mi sforzo di resistere, ma l'attrazione è troppo forte.
E poi il bagliore è così intenso, e io sto volando troppo vicino al sole, abbagliata, sfrigolante e sul punto di sciogliermi per il calore, stremata dai tentativi di stare in quota. Sto bruciando.
Il caldo ... è soffocante, opprimente. Mi sveglia. Apro gli occhi, e sono circondata
da Zulema Zahir.
Leí é avvolta intorno a me come la bandiera della vittoria su un atleta.
Dorme come un sasso, la testa sul mio petto, il braccio che mi stringe forte, una delle gambe agganciate alle mie.
Mi soffoca con il suo calore corporeo ed è pesante.
Ci metto qualche istante per rendermi conto che è ancora nel mio letto e sta dormendo, mentre fuori è già mattina.
Ha passato con me tutta la notte.
Ho il braccio destro steso alla ricerca di un punto fresco, e mentre rifletto sul fatto che lei è rimasta con me, mi viene in mente che non posso toccarla. Sta dormendo.
Alzo una mano esitante e le sfioro la schiena con i polpastrelli.
Dal fondo della sua gola sale un debole grugnito di fastidio. Si muove. Mi solletica il petto, inspirando forte, mentre si sveglia.
Due occhi verdi sonnolenti incontrano i miei sotto la matassa aggrovigliata dei capelli.

«Buongiorno» farfuglia, imbronciata.«Maledizione, mi attiri anche nel sonno.» Si muove piano, staccandosi da me mentre tenta di raccapezzarsi.
Lei nota il mio stupore, e mi rivolge un sorriso pigro e sensuale.

«Mmh ... non sarebbe una cattiva idea, ma penso che dovremmo aspettare fino a domenica.»

Mi strofina il naso contro l'orecchio. Arrossisco, ma deve essere il suo calore.

«Sei bollente.»
mormora, e preme contro di me, in maniera allusiva.
Arrossisco ancora di più.
Non era questo che intendevo.
Si solleva su un gomito e mi guarda, divertita. Poi si piega e, con mia grande sorpresa, mi bacia delicatamente sulle labbra.

«Dormito bene?» chiede.
Annuisco, e mi rendo conto di aver dormito benissimo, eccetto forse per l'ultima mezz'ora in cui morivo di caldo.

«Anch'io» dice, aggrottando la fronte.
«Sì, ho dormito molto bene.»
Sembra sorpresa, confusa.

«Che ore sono?»

Guardo la sveglia. «Le sette e mezzo.»

«Le sette e mezzo ... Cazzo.»

Balza giù dal letto e si infila i pantaloni. Stavolta sono io a guardarla divertita.
Zulema Zahir è in ritardo e smarrita.
Una cosa mai vista.
Mi rendo conto con sollievo che il sedere ha smesso di bruciarmi.

«Hai un'influenza terribile su di me.
Ho una riunione.
Devo andare, devo essere in ufficio alle otto. Stai ridendo di me?»

«Sì.»

Sorride.

«Sono in ritardo. Non mi succede mai. Un'altra prima volta, Bionda.»
Si mette la giacca, poi si china e mi prende la testa tra le mani.

«A domenica» dice, lasciando intendere una muta promessa.
Ogni parte di me si distende e poi si contrae a quella prospettiva.
È una sensazione deliziosa.
Dio, se solo la mia mente potesse stare al passo con il mio corpo. Zulema mi bacia in fretta.
Poi prende le sue cose dal comodino e le scarpe, senza infilarsele.

"Sandoval verrà a ritirare il Maggiolino.
Non stavo scherzando, non devi guidarlo.
Ci vediamo a casa mia domenica. Ti scriverò una mail con l' indirizzo e l'orario."

"Indirizzo?"

"Si, finalmente hanno finito di ristrutturare l'appartamento a Madrid.
Ci vediamo lì."

𝐹𝐼𝐹𝑇𝑌 𝑆𝐻𝐴𝐷𝐸 𝑂𝐹 𝑍𝑈𝑅𝐸𝑁𝐴Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora