Capitolo 1

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"Lauren, scendi. Farai tardi anche il primo giorno dell'ultimo anno." Urlò Clara dal salotto, mezza rassegnata.

La ragazza si precipitò giù per le scale, afferrando la giacca di pelle mentre lanciava un bacio a sua madre prima di uscire di casa. I capelli, neri e lunghi, erano ancora leggermente arruffati, la camicia mezza sbottonata, lo zaino buttato su una spalla.

Saltò nella macchina dove le sue amiche la stavano attendendo da almeno cinque minuti, con volti abbastanza scocciati.

"Sempre puntuale, eh?" Ironizzò Normani, mettendo in moto l'auto per dirigersi verso la Miami High School, mentre Lauren abbassava lo specchietto dell'auto per darsi una sistemata. Si passò una mano tra la chioma folta cercando di darle un tono.

"Non ho capito per quale maledetta ragione le lezioni debbano sempre iniziare così presto di mattina. Come se ai professori non piacesse dormire." Mormorò mentre si passava un rossetto marroncino sulle labbra, prima di strofinarle l'una contro l'altra.

"Uh la là... E chi è questo bocconcino?" Chiese sorpresa Dinah dai sedili posteriori, mentre l'auto superava una ragazza dai capelli mori, minuta, con un gran bel fondoschiena, che teneva per mano una bambina. "Jauregui, sei un'egoista del cazzo."

"Cosa?" Chiese Lauren confusa, guardando anche lei la bella ragazza dal finestrino. "Davvero niente male." Commentò languida. È proprio il mio tipo.

"Hai una nuova vicina sexy e non ci dici nulla?" Continuò Dinah, indispettita.

"Ehi, mollate l'osso. L'ho adocchiata prima di voi." Si intromise Normani, guardando la figura della ragazza, ormai lontana, dallo specchietto retrovisore. Ridacchiò, aspettando l'immancabile commento di Ally. Ogni volta era così. Quando vedevano una bella ragazza, partiva la lotta per chi di loro avrebbe potuto conquistarla.

"Oh per carità." Sbottò Ally. "Sembra che non abbiate mai visto una bella ragazza. Smettetela di importunare la mia futura moglie."

Risero, sapendo bene che la sfida stava per iniziare.

"Allora, Jauregui, cosa puoi dirci di lei?" La condivisione di informazioni era lecita, almeno all'inizio.

"Assolutamente nulla, bimbe. Giuro su Dio che è la prima volta che la vedo. A mia discolpa, posso dirvi che ho sentito i miei parlare qualche giorno fa, e dicevano che nella nostra strada si stava trasferendo una famiglia cubana. Ma non sapevo che fossero già qui."

"Beh, cubana... Ora si spiega il culo." Rifletté Normani ad alta voce, leccandosi poi le labbra e scatenando un'altra ondata di risate.

Dopo pochi minuti arrivarono a scuola, giusto in tempo per le lezioni. Raggiunsero l'aula di letteratura, prendendo posto in fondo nell'aula già quasi piena,  parlottando tra di loro nell'attesa dell'insegnante. La porta si aprì dopo qualche minuto, tutti si zittirono e volsero lo sguardo all'uscio credendo che si trattasse del professore. Non era lui.

La ragazza mora che avevano intravisto pochi minuti prima si guardò intorno, sentendosi osservata. "È questa l'aula di letteratura?" chiese con voce bassa. Solo i ragazzi ai primi banchi riuscirono a sentirla, facendole poi cenno di si. Camila prese il primo posto libero, tirando fuori un block notes e una penna, aspettando come tutti gli altri, senza rendersi conto degli sguardi delle ragazze dietro di lei. Nell'attesa, prese a mordicchiare il tappo della penna, infilandosi gli auricolari che aveva al collo.

Ancora qualche istante e la porta si riaprì con l'ingresso del professore, grazie al quale riuscirono a scoprire il nome della sconosciuta. Camila.

Durante le lezioni la osservarono prendere appunti, senza scambiare una parola o uno sguardo con nessuno. 

"Sembra molto timida." Commentarono le ragazze appena si ritrovarono in mensa, sedute allo stesso tavolo che le aveva ospitate negli anni precedenti.

"Invitiamola a mangiare con noi." Propose Normani, con uno strano ma familiare luccichio negli occhi. Quella ragazza le piaceva davvero tanto.

"Bella idea." Tennero d'occhio l'ingresso, mentre pranzavano, ma la mora non si presentò a mangiare, con la delusione delle quattro ragazze.

"Vabbè, direi che ormai non vale più la pena aspettare. Andiamo?" Propose Dinah. Si alzarono, dirigendosi verso l'esterno per godere del sole prima di rinchiudersi nuovamente tra quelle quattro mura, come facevano da ormai quattro anni. "Oh, che sorpresa." 

Seduta a gambe incrociate su un muretto, con una sigaretta tra le labbra, le cuffiette nelle orecchie e un quaderno tra le mani, c'era Camila. Stava scrivendo qualcosa, totalmente presa da non accorgersi delle quattro ragazze che si stavano dirigendo verso di lei. Portò la mano alle labbra, togliendo la sigaretta per far volare via la cenere, per poi riprendere a fumare. Socchiuse un occhio per via del fumo che le era arrivato, provocandole una sensazione di bruciore che detestava.

Sobbalzò quando vide un'ombra stagliarsi sul suo quaderno. Lo chiuse di scatto, alzando la testa e restando sorpresa dalle figure delle quattro ragazze sorridenti davanti a lei. Che diavolo vogliono mo queste?  Si tolse le cuffiette, aspettando con un sopracciglio leggermente alzato. Squadrò velocemente le ragazze, senza soffermarsi più di tanto. La prima a parlare fu una bionda, bassina, che sembrava adorabile.

"Ciao, tu devi essere Camila. Ti abbiamo vista a letteratura, sei in classe con noi. Noi siamo"

"Non me ne importa nulla." Tagliò la mora freddamente, alzandosi e dando loro le spalle per rimettere a posto la sua roba. Quando si voltò nuovamente aveva uno sguardo glaciale, tagliente. Passò tra le ragazze senza degnarle di altre interazioni. Lo sguardo sorpreso e forse un po' scioccato delle quattro ragazze accompagnò il suo rientro nella scuola. 

"Timida il cazzo." Commentò Ally, a corto di parole. "Questa è proprio stronza."

"Oh, Allysus, ha ferito i tuoi sentimenti? Non eravate già a un passo dall'altare? Spero per te che tu le abbia fatto firmare un contratto prematrimoniale, perché di questo passo domani sarete già divorziate." La prese in giro Lauren, ridendo.

"Guarda che ha liquidato tutte noi, non solo me." Precisò. "Che caratterino."

"Significa che abbandoni la caccia?" Le chiese Normani, sperando in un si. 

"Oh, assolutamente no. Io ci sto ancora. Ne varrà la pena. Voi? Mollate?"

"Assolutamente no." Assicurò Normani.

"Nein." Commentò Dinah.

"Se gioca nella nostra squadra, sarà mia." Furono le parole di Lauren.

Rientrarono anche loro nell'edificio, pronte a seguire il resto delle lezioni con lo sguardo puntato sulla gelida Camila, cercando un modo per farla sciogliere.

Thinkin' About You - CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora