Capitolo 34

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Bimbe, siamo quasi alla fine, quanto siamo in ansia per questa storia?

Ma non vi preoccupate, sto già lavorando su una nuova ff (Camren - naturale)... l'ispirazione mi è venuta ieri, ma era troppo bella per bruciarla con una One Shot! Siete contente? 😉


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Lauren si guardò intorno, notando l'assenza di Camila. Magari sarà andata in bagno, si disse. Ma poi, ripensandoci su, la ragazza avrebbe chiesto a qualcuno non ricordando la casa.

"Sofi... Hai visto Camila?" Chiese alla più piccola delle Cabello, che passava di là con la sorellina di Dinah. La piccola scosse la testa, guardandosi intorno.

"È uscita qualche minuto fa." Rebecca indicò la porta d'ingresso, allontanandosi poi mano nella mano con l'amichetta.

Lauren sentì un peso sul torace. Si disse che era paranoica, ma non poteva non controllare. Senza farsi notare, raggiunse la porta, uscendo nella luce abbagliante di mezzogiorno. Ci mise qualche secondo per mettere a fuoco le immagini, dopo aver stretto le palpebre dal fastidio.

Finalmente tirò un sospiro di sollievo, individuando la ragazza a poche decine di metri da lei. Discuteva con un ragazzo alto e moro, e si rese conto di non aver mai visto quel tizio in giro prima di allora. Il ragazzo cercava di avvicinarsi a lei e prenderla dal polso, ma la cubana faceva dei passi indietro. Nella sua mente risuonarono le parole di suo zio, ascoltate poco prima.

"Quel Mahone, non l'hanno ancora trovato. Hanno seguito le tracce fino ad Atlanta. Il cellulare di Camila era in auto, doveva averlo perso senza accorgersene. Ma quando hanno trovato l'auto, lui non c'era, quindi è ancora a piede libero, e potrebbe essere abbastanza pazzo da tornare qui per riprendersela, o magari vendicarsi."

"Promettimi solo che starete attente, qualsiasi cosa non ti convinca, mi devi chiamare. Chiaro?"

D'istinto prese il cellulare, chiamando suo zio mentre si avvicinava ai due. Lui rispose subito.

"Laur?"

"Torna subito qui." Riagganciò, ormai era a pochi metri dai due.

"Dai, andiamo, facciamo solo una passeggiata tra vecchi amici." Stava dicendo lui cercando di convincerla.

"Beh, allora non ti dispiacerà se vado dentro a chiamare la mia ragazza, così te la presento anche." Camila era sulla difensiva, evidentemente qualcosa in quel ragazzo non la convinceva.

"Sono qui, piccola. Tutto bene?" La raggiunse, mettendosi accanto a lei, ma un po' più avanti, come a volerla proteggere da quel tizio, che le lanciò un'occhiata assassina. 

"La tua ragazza?" Le due annuirono in contemporanea, cercando e trovando la mano dell'altra, intrecciando le loro dita. Il ragazzo annuì, prendendo il suo cellulare e digitando qualcosa. Aveva serrato la mascella.

"Andiamo dentro, Camz." Lauren fece avanzare la sua ragazza, mettendo il suo corpo tra quello di Camila e quello di quel ragazzo.

"Ehi, ehi... Non così in fretta, bambolina." Il ragazzo si piazzò rapidamente davanti alle due, tirando fuori un coltello da caccia da un fodero che aveva sotto la camicia e puntandole nella loro direzione. "Tu tornatene dentro, lei viene con noi."

"Noi chi?" Chiese Camila, aggrappandosi ai fianchi di Lauren che ora era davanti a lei, a farle da scudo.

"Il tuo caro fidanzatino, Camila. Austin ti reclama. Vuole il suo erede, e vuole che abbia sangue Cabello nelle vene per unire i due clan e diventare ufficialmente il re di Miami. Quindi tu, ora, vieni con noi." Si avvicinò minaccioso. Camila tirò indietro Lauren. Non ci stava capendo niente, ma sapeva che lei non c'entrava nulla con quella storia.

"Lei non viene da nessuna parte. Ho chiamato la polizia, ti conviene sparire, e subito." 

"Illusa. Speri che io ti creda?" Rise, ma allo stesso tempo il suo viso si incupì ancora di più. "Te lo dico per l'ultima volta. Togliti dai piedi, bambolina, se non vuoi andarci di mezzo anche tu..." Un sorriso, o meglio, un ghigno si impadronì del suo volto. "Anche se credo che potrei divertirmi molto con te, visto che il capo non mi lascerebbe toccare la sua puttana." Indicò Camila, che cercava di tirare indietro Lauren, mentre il ragazzo avanzava con il coltello tra le mani.

"Camilita." Una voce dietro di loro diede i brividi a Camila. Dei flash confusi riempirono la sua mente, destabilizzandola. Si tenne a Lauren, improvvisamente debole e senza fiato. Quando alla fine riuscì a voltarsi, vide il viso di quel ragazzo, e capì che quei flash non erano altro che ricordi. Cosa le aveva fatto quel mostro?

Lauren tirò la ragazza a sé, riconoscendolo. Il viso pallido di Camila, e il suo improvviso tremore, le fecero capire che la cubana aveva probabilmente ricordato qualcosa. Ma ora i problemi erano altri.

"Ora venite con noi. Entrambe." Ordinò Austin, facendo un cenno a Shawn, che fu rapido a puntare il coltello alla gola di Lauren.

"Mendes, abbassa quel coltello. Ora." La voce di Jack colpì il ragazzo alle spalle. "Sei sotto tiro, non fare cazzate." Il silenzio era pieno di tensione, che fu rotta da Camila, con la sua voce flebile.

"Lasciala stare, lei non c'entra nulla. È me che volete. Falla andare via e verrò con voi." 

"No, Camz." La lama del coltello iniziò a premere sulla sua gola, lacerandole la pelle delicata. Sentì un rivolo di sangue caldo scorrere e macchiarle la maglietta. Lauren incrociò gli occhi con la ragazza. "No." Ripeté, più a sé stessa che a lei. Con un movimento rapido bloccò la mano di Shawn. Non riuscì ad allontanarla dal suo collo, ma almeno la teneva ferma mentre lui provava ad avvicinarla sempre di più. Lo sforzo di entrambi faceva tremare il coltello.

Un forte boato fece fischiare le orecchie delle due ragazze, che non erano abituate a nulla di simile. Shawn urlò, lasciando la presa sul coltello che cadde ai piedi di Lauren, mentre lui si teneva la coscia, continuando ad urlare. Si guardarono intorno, sotto shock. Jack aveva sparato al ragazzo e ora puntava l'arma verso Austin, avanzando piano verso di loro. E Austin... Lui teneva sotto tiro Camila.

"Mahone. Butta la pistola." La voce di Jack era calma e bassa. Il suo sguardo deciso. In lontananza si sentivano delle sirene, che si mischiarono ai lamenti di Shawn. Doveva essere uscito qualcuno dalla casa di Camila, perché si sentivano delle voci agitate.

"Oh, non ci sperare. Buttala tu, o le ammazzo tutte due." Negli occhi del ragazzo fiammeggiava l'odio puro. Lauren si mise avanti a Camila, che cercava inutilmente di spostarla.

"Stanno arrivando i rinforzi, se ci provi soltanto non ne uscirai mai vivo." Intanto avanzava verso le ragazze.

"Beh, non sarò il solo. Sarò in ottima compagnia."

Si sentirono tre spari quasi simultanei, e pochi attimi dopo, su quel vialetto, il sangue dei Mahone si mischiò al sangue degli Jauregui.

Thinkin' About You - CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora