"Quella ragazza è impossibile. Non la tollero." Sbuffò Lauren. "Noi lì a studiare, e lei non si è presa nemmeno la briga di avvisare che non sarebbe venuta. Stamattina gliene dico quattro."
"Sempre se si prende la briga di venire a scuola, e ormai ho i miei dubbi." Le rispose Ally guardando l'orologio. La lezione era iniziata ormai da dieci minuti.
"Scommetto che non ha permesso a sua sorella di venire a giocare con Regina per ripicca." Dinah disse la sua, innervosita anche lei dal comportamento della cubana, che il giorno precedente non si era degnata di presentarsi al loro incontro di studio.
Dopo pochi minuti, la porta si aprì. La cubana presentò un permesso al professore, che le permise di partecipare alla lezione. Evitò lo sguardo del gruppo, come se nulla fosse, sedendosi al solito posto. Ma c'è qualcosa di diverso in lei. Pensò Lauren osservandola. La cubana quel giorno indossava una felpa di almeno due taglie più grandi, mentre gli altri giorni metteva in risalto il suo corpo con magliette aderenti. Ma non si trattava solo dell'abbigliamento. Aveva i capelli leggermente in disordine, e probabilmente doveva aver dormito poco, sembrava molto stanca. Forse abbattuta.
Lauren smise di osservarla, cercando di concentrarsi sulla lezione. Non merita le nostre attenzioni.
"Ho caldo io per lei." Disse sottovoce Ally.
"Le toglierei quella felpa a morsi, nonostante tutto."
"Cazzo Normani, ti sei presa proprio una bella cotta." Sottolineò Lauren.
"Cosa vuoi che ti dica? È fottutamente sexy. Sarà quell'aria da bella e dannata."
"O sarà che ti piacciono le stronze." Concluse la corvina, chiudendo la discussione.
L'unica a rivolgerle la parola quella mattina fu Ally, ormai portavoce del gruppo, che le ricordò il consueto appuntamento, pregandola di non mancare.
Alle 16 in punto squillò il campanello. Prima ancora che Dinah potesse alzarsi per aprire la porta, Regina si lanciò dalle scale per raggiungerla quanto prima, aprendola emozionata.
"Sofi, sei venuta." Urlò, contenta, buttandosi tra le braccia dell'amichetta. "Vieni, andiamo in camera mia." Le prese la mano, tirandola. Sofia si voltò pensierosa a guardare sua sorella, che annuì leggermente. La piccola era ancora indecisa, finché la più grande non le disse a bassa voce di andare, di divertirsi. Sofi finalmente annuì e seguì Regina al piano superiore.
Le ragazze avevano seguito lo strano scambio tra le due. Quindi la stranezza è di famiglia. Pensò Lauren, prima di commentare acidamente.
"Ti sei degnata di raggiungerci, oggi." Lesse una leggera incertezza nella cubana, ancora ferma vicino alla porta d'ingresso.
"Non mi sembra di avere tante alternative. Ho bisogno di superare questo corso così come ne avete bisogno voi."
"E ieri non ne avevi bisogno?" Infierì la corvina, non contenta. Vide la mora stringere i pugni, probabilmente per trattenere la rabbia. Pure? Siamo noi ad essere arrabbiate.
"Ieri ho avuto un contrattempo." Rispose infine, distogliendo lo sguardo e portandolo al piano superiore, come per controllare la situazione.
"Beh, ora siamo tutte qui, diamoci una mossa." Tagliò corto Ally, cercando di spezzare la tensione. "Vieni, Mila."
La cubana si avvicinò, sedendosi a terra con una leggera smorfia. L'aggiornarono sui progressi del giorno precedente, mettendosi poi all'opera. Ogni tanto si sentivano dei rumori dal piano superiore, ma il lavoro procedeva bene. Furono interrotte dalle due bimbe che scendevano in cucina per la merenda. Ne uscirono con dei succhi di frutta, seguite dalla mamma di Dinah che portava un piatto di biscotti appena sfornati. La cubana fece una smorfia.
"Ho pensato che magari, studiando, vi fosse venuta fame." Disse poggiandoli al centro del tavolino. "Prendetevi una pausa."
Le ragazze furono entusiaste dai biscotti, complimentandosi con la padrona di casa, che sparì nuovamente in cucina. Regina e Sofia restarono lì a mangiare con loro e fare domande, cercando di capire cosa stessero facendo.
Sofi si avvicinò alla sorella, sedendosi di lato sulle sue gambe, e poggiandosi piano a lei. La fissava pensierosa.
"Che c'è, nana?" Le chiese Camila sottovoce, per non essere ascoltata. La strinse a sé dalla vita.
"Kaki, vuoi un biscotto?" La più grande scosse la testa, sorridendo leggermente. "Solo uno." La pregò ancora la piccola, guardandola con degli occhioni tristi e preoccupati. Camila scosse ancora una volta la testa, dandole un leggero bacio sulla tempia, poggiandole poi la guancia sulla cima della testa.
"Non ho fame Sof, lo sai." Come ogni volta che succede.
"Ma non mangi da ieri." Protestò ancora la piccola, sempre sottovoce.
"Oggi ho pranzato a scuola." Mentì, cercando di convincerla. "Sono andata in mensa." Cercò di convincerla con quel dettaglio. Non le piaceva mentire a sua sorella, ma non voleva farla preoccupare più del necessario. Distolse lo sguardo, sentendo il peso di quelle piccole bugie a fin di bene, e si ritrovò occhi negli occhi con Lauren, che la stava fissando mordicchiandosi leggermente il labbro inferiore. Non ha sentito nulla, giusto? Si chiese preoccupata. No, sarà solo sovrappensiero.
Riportò gli occhi su sua sorella, che finalmente si era arresa e aveva addentato il biscotto. Cercò di soffocare la nausea che le stava montando dentro.
"Dinah, posso usare il bagno?" Chiese, mentre iniziava a mancarle l'aria. Cercò di mascherarlo.
"Si certo, ti accompagno." Le disse, cercando di far scendere Regina dalle sue gambe.
"L'accompagno io, tranquilla." Si alzò Lauren, facendo cenno alla cubana di seguirla. "Ti senti bene? Sei pallida." Le chiese appena si furono allontanate un po'. Sentiva la ragazza dietro di lei respirare pesantemente.
"S-si." Rispose a malapena. Lauren le mostrò la porta, osservando la ragazza richiuderla velocemente. Restò in ascolto, sentendo la cubana vomitare, come sospettava. Restò ad aspettarla, poggiata al muro, mentre rifletteva su quello che aveva visto, e soprattutto sentito. La bambina era preoccupata per la sorella, e da quel poco che aveva visto, lo era a ragione. Iniziava a sospettare che il comportamento di Camila fosse solo un muro protettivo innalzato tra la cubana stessa e tutto il resto del mondo. Sentì l'acqua scrosciare a lungo.
Camila uscì dal bagno e si guardò intorno, incrociando lo sguardo preoccupato di Lauren. Le sue guance ora erano rosse, probabilmente grazie all'acqua fresca. Si strinse nella felpa che indossava.
"Va meglio? Hai ripreso colore." La cubana si limitò ad annuire, non fidandosi della propria voce. Distolse lo sguardo. Lo distoglieva sempre. Annuì anche Lauren, tornando in salotto accanto alla ragazza. Notò lo sguardo preoccupato di Sofia rivolto a sua sorella. Questa ragazzina la sa lunga.
Camila sorrise, cercando di tranquillizzare la piccola che, seria e pensierosa, continuava a fissarla. Riprese posto accanto a Dinah, e Sofi le tornò in braccio, con attenzione, come se avesse paura di farle male. Lauren continuava ad osservarle, cercando di non dare nell'occhio. Camila accarezzava dolcemente i capelli della sorella, persa nei suoi pensieri. I suoi occhi oggi le sembravano spenti. E non le piaceva per nulla.
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Thinkin' About You - Camren
FanfictionCamila si è appena trasferita a Miami e conosce Lauren, Dinah, Ally e Normani. Le ragazze proveranno, in diversi modi, a farla integrare nel loro gruppo, mentre lei cercherà di tenere le distanze. C'è una ragione dietro il suo comportamento?