Capitolo 10

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"Sofi, ti riporto a casa, avevo promesso a tua sorella che saresti tornata in un paio di ore, ne sono trascorse più di tre. Non voglio farla incavolare più di quanto già non sia." Le spiegò Lauren. "Però puoi venire a giocare qui quando vuoi, qui ti adoriamo tutti." Aggiunse sorridendole, avendo visto un subitaneo inizio di broncio e bloccandolo in tempo.

La piccola annuì triste, iniziando a raccogliere le sue cose ordinatamente nello zaino. Sembrava angosciata.

"Facciamo due passi, ti va?" Sofi annuì ancora, chiudendo lo zaino e facendo per metterselo. Lauren la bloccò, prendendolo lei stessa e mettendolo sulla sua spalla. Che si è portata dietro, le pietre? Pesa più lo zaino di lei. Alzò gli occhi al cielo, riabbassandoli quando la piccola le strinse timidamente la mano, pronta a rientrare a casa. Si incamminarono verso casa Cabello, silenziosamente.

"Grazie, Lauren." Le disse la piccola, senza distogliere gli occhi dalla strada.

"Di nulla piccola. Quando hai bisogno di qualcosa, qualsiasi cosa, io e la mia famiglia saremo pronti ad aiutarti."

"Qualsiasi cosa?" La piccola si fermò per puntare i suoi occhi castani nei suoi. Sembravano pieni di speranza.

"Si, Sofi. Qualsiasi cosa." Le confermò, sperando che le rivelasse qualcosa, che si aprisse con lei. Era troppo pensierosa per essere solo una bambina. La piccola scosse la testa, riprendendo a camminare silenziosamente. Era assorta nei pensieri. Si bloccò davanti al vialetto, salutando Lauren e ringraziandola ancora.

"Ti accompagno alla porta, così saluto anche Camila."

"No." Negò subito la piccola, correggendo il tiro pochi istanti dopo. "Te la saluto io." E corse in casa senza voltarsi indietro, esattamente come aveva fatto la sorella poche ore prima. Lauren restò qualche attimo interdetta davanti all'abitazione silenziosa, aspettando che la piccola fosse al sicuro al suo interno. Poi si voltò e andò via.


"Oh, andiamo. Ci siamo divertite, lei forse più di tutte noi, non vedo il motivo per fare tutta questa storia. Non venire a scuola per due giorni!" Sbottò Normani. "Darci buca di pomeriggio per il progetto! E meno male che dovevamo comportarci da persone mature."

"Non lo so, Mani. Magari è successo qualcosa. Tu sai nulla, Lauren?" 

"Io? No, perché dovrei?" Chiese la corvina, stupita.

"Abitate vicino. Poi sei stata l'ultima di noi ad averla vista. E, non ti azzardare a negarlo, avete legato molto più di noi."

"Ti sbagli Dinah, quando è scesa dalla mia auto era un pezzo di ghiaccio. Ho dovuto far venire Sofia a casa mia per giocare con Taylor, per farla tranquillizzare." 

"Ah, per questo non viene più a giocare con Regina! Ha una nuova amichetta." Disse ironica.

"Cosa? No, è stato solo quel pomeriggio, anche se devo dire che sono entrate molto in sintonia. Ma poi non si è più vista nemmeno lei."

Ripresero a studiare dopo quel piccolo dibattito. Furono interrotte da Malika e Regina che entrarono in salotto con un piatto di biscotti caldi.

"Li ho fatti io." Disse fiera la sorellina a Dinah. Poi però si intristì.

"Cosa c'è, pulce?" Le chiese la maggiore, guardando la sua espressione malinconica.

"Speravo che venisse Sofi, li avevo fatti per lei." Tirò su col naso, facendosi forza per non piangere. "Avete litigato con sua sorella?"

"No, Regi, perché lo pensi?" Le chiese, attirandola vicina per accarezzarle i capelli. Lei alzò le spalle.

"Non lo so, Sofi farebbe qualsiasi cosa per sua sorella, e mi ha detto che anche lei fa di tutto per proteggerla. Le vuole bene, e ha detto che possono contare solo l'una sull'altra."

E i suoi? Si chiese ancora una volta Lauren. I suoi pensieri furono interrotti da Ally.

"Regi, domani quando la vedi a scuola, invitala qui. E dille di far venire anche Camila, che dobbiamo finire questo benedetto progetto." Disse, alzando gli occhi al cielo.

"E se non viene nemmeno domani?"

"Oggi non è venuta?" Chiese Lauren. La piccola scosse la testa, aggiungendo che erano due giorni ormai che non si vedeva. Strano. "Facciamo così, quando torno a casa, mi fermo da loro e le convinco a venire domani. Va bene?"

"Si! Grazie, Lauren!" La piccola, entusiasta, l'abbracciò.


Era davanti il portone di casa Cabello, e sentiva un pizzico di ansia. Ok, forse più di un pizzico. Bussò con decisione, aspettando che qualcuno le aprisse. Passò quasi un minuto, fu assalita dal dubbio che all'interno non ci fosse nessuno. Tanto vale bussare di nuovo. Lo fece con più insistenza stavolta. Captò un rumore lontano provenire dall'interno. Poi la voce di Sofia, leggermente timorosa.

"Chi è?"

"Sofi, sono Lauren." Dopo un attimo la porta si aprì leggermente. La piccola tirò la testa fuori, aveva gli occhi rossi di pianto e si guardava intorno timorosa. Il cuore di Lauren si strinse in una morsa. Si inginocchiò per essere alla sua altezza. "Ehi, piccola. Che succede?"

"Lauren, devi andare via. Scusa." Scosse la testa Sofi, cercando di chiudere la porta ma senza molta convinzione.

"Sofi, non vado da nessuna parte finché non mi dici cosa sta succedendo." La piccola iniziò a piangere sommessamente. Le parole decise di Lauren si trasformarono in parole di consolazione. "Ricordi cosa ti ho promesso?" 

La piccola annuì, buttandosi tra le sue braccia. "Kaki dice che nessuno ci può aiutare." Disse tra i singhiozzi. Lauren non sapeva se essere più arrabbiata o più preoccupata.

"Fammi parlare con lei." Disse alzandosi e spalancando la porta.

"No, Lauren. Lasciala stare. Lascia stare." La pregò in lacrime Sofi cercando di trattenerla.

"Dov'è?" Disse incamminandosi verso la camera di Camila.

"Lauren, lei... Lei sta male, lasciala stare. Ti prego, va' via." Cercava di convincerla, seppur sottovoce, cercando evidentemente di non farsi sentire e di trattenerla allo stesso tempo. No, basta, voglio capire cosa cazzo sta succedendo. Pensò, spalancando la porta della camera di Camila.

Rimase senza fiato.

Non era pronta a quella vista.

Thinkin' About You - CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora