Capitolo 9

1.1K 43 3
                                    

La prima ad aprire gli occhi quella mattina fu Lauren, svegliata da un raggio di sole che le puntava dritto sul viso. Provò a spostarsi, infastidita, ma il movimento le fu impedito da un corpo caldo profondamente addormentato su di lei. Cosa?

La sensazione di essere nuda, oltre che immobilizzata da un'altra persona, la colpì ferocemente e la costrinse ad aprire gli occhi. Cosa cazzo è successo? Si chiese, fissando sconvolta Camila nuda su di lei, e le sue amiche, altrettanto nude vicino a loro. Poi i ricordi della notte appena trascorsa le spezzarono il respiro. Porca puttana. Eppure non abbiamo bevuto tanto.

Ci mise un po' a realizzare, ebbe l'istinto di svignarsela, ma non sarebbe mai riuscita a scappare via dalla presa ferrea di Camila. La fissò. Il suo volto rilassato e soddisfatto premeva tra i suoi seni, i capelli erano sparsi disordinatamente su di lei, con qualche ciocca che le cadeva sul viso. Gliela tolse delicatamente con un dito, sistemandogliela dietro l'orecchio. Camila mugugnò nel sonno, sistemandosi meglio su di lei. La presa sul fianco, le gambe incrociate alle sue. Nemmeno nei suoi sogni più belli aveva osato sperare tanto.

C'era solo un inconveniente.

O meglio tre.

Avvampò ripensando a quello che aveva fatto alle proprie amiche. E che hanno fatto loro a me. Cazzo.

La mora poggiata sul suo torace iniziava forse a svegliarsi, e fortunatamente la tirò fuori dai suoi pensieri. Concentrati solo su di lei, Lauren. Pensò, riprendendo a guardarla. Ne poteva approfittare ora, prima che si svegliasse completamente. Dio, è così bella. Il suo sguardo fu attiratp dal livido sul polso, quello che aveva visto poco tempo prima. Ce n'era un altro, leggermente più su. La sera precedente era troppo impegnata a guardare altro per poterlo notare, ma in quel momento non riusciva a distogliere lo sguardo. Erano sbiaditi, nel giro di un paio di giorni non si sarebbero più visti.

L'occhio le scivolò sulla cicatrice già nota, facendole chiedere come se la fosse procurata. Ricordò anche la reazione che aveva avuto Camila quando Normani ne aveva parlato, così decise di non chiederle nulla. Se e quando lo vorrà, io ci sarò. 

Camila si mosse di nuovo, improvvisamente agitata. Il suo viso non era più rilassato come poco prima, e le sembrava di sentire il suo cuore battere furiosamente. Un leggero lamento le uscì dalle labbra, così decise di svegliarla, prima che svegliasse le altre che dormivano placidamente.

"Camila... Camz... Ehi, svegliati..." La scosse leggermente, riuscendo nel suo intento. La cubana la guardò confusa, rendendosi poi conto di essere nuda ed avvinghiata a lei.

"Cosa?" Farfugliò, venendo interrotta dalla corvina.

"Ho avuto la tua stessa reazione. E non hai ancora visto il resto." Indicò dietro le spalle della cubana, che si voltò e quasi urlò, sconvolta, portandosi le mani alla bocca.

"Oddio, Lauren, cosa abbiamo fatto?" Prese le distanze da lei, coprendosi col lenzuolo e suscitando una piccola risata nervosa nella corvina.

"Mi sembra evidente... Non ricordi?"

"Oddio, si che ricordo. Cazzo." 

"Ma cos'è questo casino?" Si lamentò Normani.

"Credo che il casino l'abbiamo fatto stanotte." Le rispose Camila, portandosi una mano ai capelli.

"Camila?" Normani aprì gli occhi stupita di sentire quella voce, e realizzò. "Oh cazzo." Le immagini della notte precedente raggiunsero anche lei. Fissò per un attimo Lauren, avvampando. "Oh cazzo." Sobbalzò, svegliando anche Dinah ed Ally che le stavano dormendo appiccicate. Si guardarono confusamente, iniziando a ricordare ed imprecare anche loro.

Dopo qualche minuto, Ally riportò miracolosamente un senso apparente di calma. 

"Qualcuno deve aver messo delle droghe nei nostri drink, non c'è altra spiegazione. Ormai è successo, possiamo continuare a sentirci in imbarazzo, o comportarci da persone mature e andare avanti. In fin dei conti poteva andarci peggio, e ritrovarci con qualche sconosciuta. O peggio ancora uno sconosciuto."

Lentamente annuirono tutte.

"Facciamo colazione?" Chiese Normani per cambiare discorso. "O è già ora di pranzo?" Chiese cercando con lo sguardo un orologio.

"Cosa? Cazzo, io devo andare a prendere Sofi." Scattò Camila, alzandosi in piedi. "E smettetela di guardarmi il culo!" Le arrivarono delle risatine soffocate alle sue spalle. Cercò i suoi (pochi) indumenti e iniziò a rivestirsi. Quindi alla fine le aveva indossate le mutandine. Ridacchiò Lauren mentre si godeva la vista di Camila piegata a cercare i suoi sandali.

"Ma alla fine dove siamo? E soprattutto, come si arriva a casa tua, Dinah?" Chiese la cubana.

"Siamo a casa di Normani. Vengo con te, dovrò comunque rientrare." Le disse la più alta.

"Vi accompagno, così me ne torno a casa anche io." Si aggiunse Lauren. "Ally, vuoi un passaggio?"

"Ehm... Credo che resterò ancora un po'." Rispose la più bassa, che era ancora tra le braccia della padrona di casa. Gli sguardi delle altre si spostarono su di loro, ma le due non si dilungarono a dare loro spiegazioni, salutandole e lasciandole leggermente allibite.

Lauren accompagnò Dinah a casa sua, aspettarono che Sofia le raggiungesse e tornarono verso le proprie abitazioni. Le due sorelle si erano scambiate solo poche parole e pochi sguardi, cosa che incuriosì Lauren. Di solito erano più espansive, anche se solo tra di loro. Ora invece sembravano agitate. La corvina rallentò, accostandosi al marciapiede davanti all'abitazione delle due. Camila aprì lo sportello per scendere quando la voce della sorella la bloccò.

"Non voglio andare a casa."

"Sofi ma che dici? Andiamo." Le rispose la più grande, lanciando un'occhiata alla casa.

"Non voglio."

Camila prese un respiro profondo, prima di fissare truce la sorella. Non farmi questo. 

Lauren interruppe il momento tra le due, intervenendo.

"Potrebbe venire da me, ho una sorellina di un paio di anni più grande che sarebbe felice di conoscerla e giocare un po' con lei." Ora a beccarsi l'occhiataccia fu Lauren, ma continuò imperterrita. "Potrebbe pranzare con noi, e la riaccompagnerei tra un paio di ore. Se vuoi venire anche tu, non è un problema. I miei volevano proprio conoscere la nuova famiglia che è venuta ad abitare nel quartiere."

"Smettila Lauren." La sua voce era gelida, era la Camila dei primi tempi, che si voltò un'ultima volta per fissare la sorella. Sofi tratteneva a stento dei lacrimoni. Lauren era come pietrificata. "Andate." Scese dall'auto senza aggiungere altro e senza voltarsi indietro.

"Ok." Disse incerta la corvina, ripartendo con la più piccola in auto. Le lanciò un'occhiata, e vedendola così agitata prese a parlare di tutte le cose che avrebbero potuto fare lei e Taylor. Arrivata a casa sua, parcheggiò e si rallegrò di aver fatto sorridere la piccola Sofi, che strinse subito amicizia con Tay.

Mentre si spogliava per entrare in doccia, ripensò al cambiamento di Camila. Era preoccupata, e non capiva cosa stesse accadendo.

Ma anche se lo avesse saputo, non avrebbe potuto fare nulla per aiutarla.

Thinkin' About You - CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora