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Beacon Hills
Un giorno, tre autunni.

E' un proverbio cinese usato quando qualcuno ti manca così tanto, che un giorno pesa come fossero tre anni. E niente meglio di una frase fatta, può far intendere come si sentiva Derek in quei giorni.
La suola delle sue scarpe batteva lenta contro il pavimento mentre camminava verso il lungo tavolo nel soggiorno del loft. Poggiò i pugni sul legno, mentre un brivido a causa del freddo gli si irradiò nella pelle. Gettò la testa all'indietro sospirando, lasciando che le vene del suo collo venissero in risalto.
Guardò il soffitto respirando a malapena, solo perché era necessario per la sopravvivenza e continuò a fissare il vuoto, sperando che presto l'immagine della ragazza che amava gli si sarebbe presentata davanti.

Una settimana.

Una dannatissima settimana senza di lei.

Aveva contato i secondi, i minuti ed i giorni, davvero convinto che, dopo un lasso di tempo indefinito, l'avrebbe di nuovo rivista; l'avrebbe potuta di nuovo stringere tra le sue braccia e lasciarle dei baci tra i capelli mentre si sarebbe beato della sua risata leggermente imbarazzata e delle sue guance rosse.
Era passata una settimana dalla morte di Sierra, della sua piccola Stilinski, e tuttavia Derek non era ancora definitivamente crollato, per il semplice fatto che non poteva permetterselo.
Pareva che Beacon Hills cadesse a pezzi per quella perdita, come se la Terra, il mondo intero, ne risentisse.

Lo sceriffo Stilinski aveva ascoltato le dinamiche dell'accaduto con la testa bassa ed in silenzio, ma il suo cuore urlava pietà. Dopodiché era tornato a bere come quando aveva perso sua moglie, e a partire da quella settimana infernale non c'era stato un solo giorno in cui Noah Stilinski avesse posato la bottiglia di un qualsiasi superalcolico lontano da lui.
Non si preoccupava del fatto che Stiles patisse le pene dell'inferno senza la sorella gemella al suo fianco, e non si era neanche preoccupato del fatto che neanche Parrish stesse molto bene, dato che gli aveva passato il testimone e ora praticamente la centrale la gestiva lui.
Stiles era... be', Stiles si rifiutava di credere alla morte della sua gemella. Anche lui, come il padre, passava tutta la giornata a poltrire sul letto, perché d'altronde era estate e poteva permetterselo. Ignorava appositamente la casella del computer piena zeppa di mail, probabilmente dal college.
La sua vita sarebbe rimasta in pausa, fino a che sua sorella non sarebbe tornata ad attivarla nuovamente.

Ogni componente del branco, poi, aveva adottato una strategia diversa per sopportare il dolore, o almeno, imparare a conviverci, ma non tutti riuscivano.
Malia e Liam erano quelli più ingestibili: entrambi con problemi di rabbia, avevano perso totalmente il controllo delle abilità, e ora sembravano due schegge impazzite.
Bastava una parola fuori posto, per far scattare entrambi come delle molle. Risultavano essere due problemi per tutto il branco, e nonostante ciò Derek si impegnava ad assicurarsi che entrambi non facessero stragi.
Allison ormai trascorreva gran parte del suo tempo nello scantinato di casa sua assieme a Chris Argent, suo padre, per apprendere tutti i trucchi di un perfetto Cacciatore.
Era ed è tutt'oggi una ragazza tenace, e l'unica cosa che all'epoca la spingeva ad agire era il sentimento di vendetta verso tutti coloro che avevano impedito che la sua migliore amica continuasse a vivere, e procedesse nel realizzare i suoi sogni.
-Piccola, fai una pausa adesso.- le ripeteva sempre Chris Argent, mentre la guardava stando appoggiato allo stipite della porta dello scantinato.
Allison, a sentire la voce di suo padre ripeterle le stesse cose da una settimana, si seccava ogni volta di più, e sbuffava sonoramente.
-Tra poco, papà. Vai a dormire, che è tardi.- ripeteva lei, quando suo padre rimaneva a fissarla per troppo tempo e le metteva leggermente pressione.
Pareva che lei fosse l'adulta e lui il bambino, tanto si sentiva indipendente e pronta ad affrontare un'altra situazione dura, di combattimento.
Quando anni e anni prima suo padre e sua zia le avevano confessato la loro vera natura di Cacciatori di lupi mannari, e prima ancora che Chris Argent si redimesse e prendesse le difese del branco, Allison Argent si era detta parecchie volte che l'odio avrebbe solo generato altro odio, per cui non c'era motivo di spargerlo come se fosse un sentimento positivo.
Quando però si era ritrovata in quello scantinato; quando aveva iniziato a forgiare frecce sofisticate da scoccare ad eventuali nemici con il suo arco, pareva che quelle belle parole pacifiche, tipiche di una ragazzina appena sedicenne con la testa sulle spalle e con ancora tanta inesperienza, non le avesse davvero mai dette né tantomeno pensate.

𝐓𝐚𝐤𝐞 𝐦𝐞 𝐛𝐚𝐜𝐤 • 𝐃𝐄𝐑𝐄𝐊 𝐇𝐀𝐋𝐄 •Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora