Al sonno, la piccola Stilinski aveva sempre preferito quello stato di dormiveglia in cui resti di mattina presto, proprio quello che molti considerano fastidioso. Perché lei nelle abitudini, nei modi di fare, non sarebbe mai cambiata. Era una tipa abituale, con o senza memoria.
Quella mattina, quindi, quando avvertì il solito stato di dormiveglia che la rendeva abbastanza lucida da passare i polpastrelli sul tessuto morbido che le aveva tenuto compagnia tutta la notte, ma non troppo per poter definitivamente aprire gli occhi, lasciò che un sorriso le curvasse le labbra.
Ma durò solo pochi minuti, molto meno rispetto alle solite ore che passava al letto. Questo perché i suoi polpastrelli scorrevano sì su un tessuto morbido, ma lei riconobbe subito che quello non fosse il letto che aveva ospitato il suo corpo rigido per una settimana; quel letto in quella casa tutta fatta di legno, con all'interno tante, troppe persone.
Non era nel letto, infatti, ma sul divano di quella stessa casa. Si ritrovò ad emettere un sospiro di sollievo quando, aperte delicatamente le palpebre, non c'era il solito odioso sole che le dava fastidio agli occhi, anche perché era pomeriggio inoltrato.
Si massaggiò piano la testa, ma una sagoma mediamente alta, slanciata, e con una folta chioma bionda le si parò davanti, e fu abbastanza per farla riprendere da quello stato di torpore e pigrizia che le conferiva un sonno così profondo.
-Tu!- esclamò Sierra, puntando con aria di minaccia un indice contro la figura di Henry.Non ci aveva messo molto a ricordarsi di quello stesso ragazzo che le aveva bloccato i polsi e le gambe costringendola a stare nel letto, aiutato da un certo Austin... e poi aveva ricordato quegli occhi rossi, dal colore così intenso che per lei, nonostante non lo volesse ammettere, risultavano quasi familiari.
Fece per alzarsi velocemente dal divano, pronta ad aggredire verbalmente quel biondo apparentemente con la faccia da angelo, ma si sentì mancare presto il respiro. Si accorse effettivamente di essere in piedi, e non bloccata su un letto come lo era stata per più di una settimana, per cui le sembrò normale il fatto che avesse ancora le gambe tremolanti, il respiro corto e le difese abbastanza basse.
Trovò due paia di braccia ad accoglierle tra due figure, entrambe femminili: una dai capelli color cenere; le labbra sottili appena ricoperte da uno strato di rossetto rosso, che faceva risaltare ancor di più il suo sorriso stupendo decisamente invidiabile.
L'altra, invece, era molto diversa: capelli e occhi scuri, con le gote leggermente rosse proprio come quelle della piccola Stilinski; la pelle chiara e i tratti molto delicati.Nonostante Sierra non si sentisse minacciata tra quelle quattro braccia, si scostò comunque con nervosismo. -Tu!- urlò ancora, tornando a puntare l'indice contro Henry, e quello in risposta alzò le mani in segno di resa.
-Le dobbiamo un pò di spiegazioni, Oscar.- esalò, puntando lo sguardo verso il piano ad isola della cucina, dove era appoggiato quel ragazzone con il busto coperto da un'altra misera canottiera diversa da quella dei giorni precedenti.
-Lo penso anch'io.- rispose pronta lei, incrociando le braccia e portandosele al petto. Aveva abbassato di molto il tono di voce, quando si era accorta della presenza di molte più persone rispetto a quelle che aveva conosciuto. Il suo sguardo si alternava tra Oscar ed Henry, ma di fatto alle sue spalle c'erano molti altri ragazzi.
-E io che pensavo volessi ringraziarmi per averti salvato la vita.- fece ironico il ragazzo con quella solita croce dorata al collo, mentre puntellava i gomiti sul piano di marmo della cucina. La guardava seccato, come se non avesse tempo per stare ad ascoltare le isterie di una ragazzina.
-Non ho mai ringraziato nessuno.- rispose fredda, avanzando verso di lui. Oscar mise su un'espressione divertita, chiaramente di sfida.
-Quindi questo te lo ricordi?- domandò retorico, riferendosi alla frase che lei stessa aveva pronunciato.
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𝐓𝐚𝐤𝐞 𝐦𝐞 𝐛𝐚𝐜𝐤 • 𝐃𝐄𝐑𝐄𝐊 𝐇𝐀𝐋𝐄 •
FanfictionSEQUEL DI: Push me back • DEREK HALE • NON leggere, se non hai ancora letto la prima storia. Secondo la mitologia greca, gli umani originariamente furono creati con quattro braccia, quattro gambe e una testa con due facce. Temendo il loro potere, Ze...