sette

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Sierra Stilinski non era stata cresciuta con alcun tipo di insegnamento religioso, perciò non credeva affatto nella risurrezione e né nei miracoli. A giudicare dal suo piccolo e fragile cuore che nonostante tutto continuava a battere, però, era evidente che doveva trattarsi per forza di uno dei due casi.

Quella ragazzina appena diciottenne, stesa su un letto con le coperte rimboccate fino al collo; con i capelli mori leggermente sudati appicciati alla fronte, e gli occhi e le labbra ancora semichiusi se l'era sicuramente passata molto meglio, ma anche molto peggio.

Sierra Stilinski era viva, e solo per questo si poteva considerare in perfetta salute, nonostante così non fosse.

La sua mano piccola ordinò alle sue cinque dita affusolate di muoversi, e così arrivarono a tastare leggermente il tessuto pesante della coperta che l'aveva tenuta al caldo durante tutto il tempo in cui lei era rimasta incosciente. Le sue palpebre si rifiutavano categoricamente di aprirsi, perché forse erano già consapevoli del fatto che ci sarebbe stata la luce di un primo sole a disturbare le sue iridi color miele. Ma la piccola Stilinski era ben più tenace, per cui non volle sentire scuse e lentamente permise ai suoi occhi di studiare il luogo dove si trovava.

Una stanza da letto, dagli arredamenti né troppo sfarzosi ma neanche minimali, e sicuramente una stanza da letto a lei sconosciuta. Notò come quella camera, e così suppose la totalità della casa, fosse fatta di legno. Di conseguenza le pareti erano rimaste di quel colore naturale. C'era un grande tappeto turchese ai piedi del letto, il che evidenziava uno stile un pò pacchiano, di chi sicuramente non aveva avuto molto tempo o molta pazienza di arredare la casa.

Le tende fatte di un tessuto liscio, bianco, lasciavano entrare dei fastidiosissimi raggi di sole, e a giudicarne il calore e la luminosità non doveva neanche essere mattina presto. Respirava a fatica, come se qualcuno le facesse pressione sullo stomaco.

Quando si voltò dall'altro lato del letto, spiaccicando la guancia sinistra contro il cuscino, in direzione della porta della stanza, si ritrovò a sussultare. Una ragazza stupenda, dalla pelle olivastra, dalle curve abbondanti e dai capelli mori, molto scuri, dormiva indisturbata su una sedia accanto a lei.

Aveva un'espressione serena in volto, con le labbra semichiuse e le ciglia lunghe che le solleticavano le guance paffute. Ma la cosa che Sierra trovò la più dolce di tutte, era il fatto che quella ragazza con i capelli lunghi raccolti in una coda alta, le stava stringendo la mano sinistra. La piccola Stilinski ipotizzò fosse rimasta con lei tutta la notte e la cosa la fece sorridere, poiché nonostante non sapeva dove si trovasse, cosa ci facesse lì, un'accoglienza così calorosa, indisturbata... quasi come fosse una cosa naturale, la fece sentire al sicuro.

Quando mosse delicatamente la mano che teneva ancorata a quella ragazza, quest'ultima sussultò sulla sedia e aprì di scatto gli occhi, come se fosse lì per proteggere e vigilare la ragazzina nel letto che pareva sicuramente essere più piccola di lei, anche se non di molto. -Oh mio Dio.- sussurrò, spalancando gli occhi.

La piccola Stilinski non sapeva cosa dire, e riuscì solo ad indietreggiare fino al bordo del letto. Perché sì, aveva trovato dolce il comportamento della ragazza affianco a lei, ma rimaneva pur sempre una sconosciuta. Sentiva un dolore alla bocca dello stomaco che la stava logorando, tra l'altro.

-Oh mio Dio!- ripetè la ragazza, con un tono di voce un pò più alto. Quando le sue labbra si spalancarono in un sorriso stupendo, Sierra potè notare le sue labbra carnose, oltre al fatto che aveva uno spazio vuoto tra i due denti principali che erano molto distanti l'uno dall'altro. Era una ragazza particolare, certo, ma pur sempre bellissima, dai tratti non propriamente americani.

-Ragazzi!- chiamò, e in pochi secondi si sentirono passi pesanti correre per tutto il parquet in legno. Passi di uomo, di donna, Sierra non lo sapeva, ma la cosa a dire il vero la spaventava. Come ci era arrivata lì? Cosa ne sarebbe stato di Erica e Boyd? Sapeva benissimo che quei due non fossero reali, ma non pensava davvero di farcela...

𝐓𝐚𝐤𝐞 𝐦𝐞 𝐛𝐚𝐜𝐤 • 𝐃𝐄𝐑𝐄𝐊 𝐇𝐀𝐋𝐄 •Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora