ventitré

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Batté con delicatezza il pugno destro sulla porta di legno, come ogni cosa all'interno di quella casa.
-Posso?- domandò con voce piccola.
Si sentiva ancora un po' frastornata, in preda ai postumi del malessere che aveva provato il giorno prima eppure non voleva sottrarsi alla frenesia e all'ambiente solitamente allegro di quella villetta.
Con un cenno del capo e un sorriso accomodante, Charlie e Austin la invitarono chiaramente ad unirsi a loro.

Entrò lentamente, come se studiasse ogni centimetro di quella stanza: una parete, quella dove era appoggiata la testata di un letto matrimoniale, era dipinta di nero, mentre tutte le altre erano bianche.
Di fronte a quel letto ce n'era un altro, di uguale grandezza e con una coperta turchese abbastanza pesante, di quelle che aveva anche lei nella stanza che condivideva con Daniel.
Sulle pareti dei rispettivi letti, erano affissi poster di band che lei non conosceva e maglie di giocatori di una squadra di baseball: Red Sox, lesse sul tessuto.
Quella era una semplice camera di due adolescenti normali, e in quel frangente si domandò come degli uomini chiamati Cacciatori potessero davvero consumare la loro vita cercando dei ragazzi che tenevano dei poster appesi alle pareti e una grande libreria colma di libri, con il solo scopo di ucciderli.

Fu quest'ultima, la libreria, a destare Selene dai suoi pensieri e ad attirare la sua attenzione.
Si sentiva come... attratta, da quegli scaffali pieni zeppi di libri; era incuriosita da ciò che poteva essere custodito tra quelle righe, in quell'inchiostro.
Si voltò verso il primo letto, quello con la testata contro il muro nero, e vide Charlie intento a leggere un libro abbastanza grande, una gamba piegata e l'altra posata sul ginocchio della prima; lo sguardo assorto, perso tra le pagine, e i denti che mordicchiavano avidamente la pelle delle labbra per la concentrazione.
Selene osservò tutte le emozioni presenti nello sguardo di Charlie e si chiese se davvero un libro potesse suscitare così tante sensazioni diverse, se potesse davvero trasportare il lettore in un universo tutto suo. In un universo decisamente migliore di quello reale.
Per questo era attirata da quegli scaffali colmi di volumi di romanzi e classici, e dall'espressione rapita di Charlie: naturalmente, non ricordava di essere una divoratrice di libri, un'aspirante scrittrice.
Non ricordava che prima era solita a chiudersi in camera ad immaginare storie, scenari diversi che solo una penna nera avrebbe potuto rendere reali.
Non ricordava di aver passato le ore nel loft di Derek, magari mentre lui dormiva, a scrivergli lettere, a raccontare nel suo diario tutto ciò che quel sourwolf le faceva provare.
Per lei quel momento, osservando la libreria in camera di Austin e Charlie, fu la sua nuova prima volta.
La seconda volta in cui si innamorò di quella sensazione di euforia e completezza che solo la lettura e la scrittura riuscivano a trasmetterle.

Stava per avanzare una domanda, ma la voce di Austin la anticipò.
-Charlie, ho finito! Avevi ragione, questo libro è stupendo!- esclamò tutto d'un fiato, con gli occhi che brillavano ed un sorriso sognante.
-È un classico, Austin. Tutti i classici sono belli.- replicò Charlie con un gesto della mano che aveva tutte le intenzioni di congedare con indifferenza l'entusiasmo di suo cugino.
-Sì, ma non tutti i classici sono belli come questo.- avanzò ancora Austin, mentre si sistemava meglio gli occhiali sul ponte del naso.

-Che... che stavi leggendo?- domandò Selene, quasi timida. Doveva ammetterlo: era parecchio incuriosita da quella conversazione tra i due, e cercava un pretesto per entrare a farne parte.
In risposta, Austin richiuse il libro che teneva tra le mani e lo voltò verso di lei, rendendole la copertina più visibile.
Nel mentre, Charlie continuava a leggere indisturbato.
-Il ritratto di Dorian Gray, Oscar Wilde.- lo diceva come se fosse un trofeo, qualcosa di cui andarne fieri.

Per Selene era stupenda quella luce negli occhi del ragazzo di fronte a lei. -Oh...- riuscì semplicemente a dire, con un sorriso contagioso.
Indugiò ancora un attimo sulla copertina, con le mani raccolte sulla pancia mentre ispezionava il nome dell'autore sulla parte frontale del libro, assieme ad un disegno raffigurante un uomo.
-Potrei... potrei, per caso...?-
-Vuoi che te lo presti, Sel?- la voce di Austin fu più veloce e spigliata, tanto che colse la più piccola di sorpresa.
Senza neanche il bisogno che Selene annuisse, Austin scese dal letto, le si pose di fronte e le consegnò il libro tra le mani.
-Puoi sottolinearlo, se vuoi. E appena finirai di leggerlo, ne parleremo insieme. Ti piacerà, è unico, vedrai.-
-Sottolinearlo?- chiese lei, un lampo di sorpresa negli occhi.
Austin sorrise in maniera innocente, paziente.
-Le parti che ti colpiscono devono essere necessariamente sottolineate. Un libro, se così bello, deve essere sfruttato. Perché tu, una volta finita la lettura, devi poter dire di averlo vissuto appieno.-

𝐓𝐚𝐤𝐞 𝐦𝐞 𝐛𝐚𝐜𝐤 • 𝐃𝐄𝐑𝐄𝐊 𝐇𝐀𝐋𝐄 •Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora