quattro

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Beacon Hills
Era seduto da almeno trenta minuti a fissare il vuoto, perché mai gli era capitato di non avere effettivamente nulla da fare, né vite da salvare.
Era un nuovo giorno senza di lei, quindi era come se quelle ore di vita non contassero. Perché non era vivere quello, ma solo sopravvivere e c'è una bella differenza. Derek di sopravvivere al dolore proprio non ne aveva voglia, ma doveva. Doveva per il resto del branco, per Peter, per sua sorella... doveva perché non voleva risultare un altro problema, dato che ce ne erano già abbastanza.
D'altronde il mannaro non aveva mai la giusta misura in niente: o era troppo attento o troppo assente. Troppo impulsivo ma anche troppo riflessivo, il che lo portava ad incolparsi sempre. Non c'era giorno in cui non si dava la colpa per tutto ciò che era successo.
-Io non ti lascio più andare.- questo gli aveva detto Derek, quella sera, in una sera come tante, ma fatta di promesse. Quella volta in cui aveva gettato la spugna, che aveva capito che sarebbe stato inutile allontanare Sierra da lui, perché era testarda e sarebbe tornata sempre e comunque. Quella sera in cui avevano provato a spingersi oltre, dando sfogo alla passionalità, ma poi lui si era tirato indietro, perché non c'era bisogno di tutto quello: era già felice così.
Gli era bastato averla accanto, averla nel loft accanto a lui. Vederla ridere, intenta a scrivere ciò che poi gli avrebbe confidato essere una lettera scritta apposta per lui. E Derek proprio quella sera si chiese se fosse quella strana sensazione sulla punta della lingua, quelle due parole che aveva ma non riusciva a dire, il momento giusto per dirle che l'amava.
Ma gli mancava il coraggio... il grande e grosso lupo aveva paura. Non voleva vincoli e non perché non l'amasse davvero, ma perché pensava che dicendo veramente ciò che pensava, avrebbe incatenato Sierra ad un ipotetico futuro in cui, secondo lui, avrebbe sicuramente sofferto. Stare accanto a lui era pericoloso, eppure egoisticamente non voleva vietarle di stargli vicino. Non più. Era bastata una volta in cui lei era tornata da lui e gli aveva fatto aprire gli occhi urlandogli contro, impartendogli nella mente motivi precisi per cui non l'avrebbe mai lasciato andare solo per uno stupido capriccio, che Derek si era automaticamente arreso. Perché in realtà non aspettava altro, se non lasciarsi andare a Sierra. Era vinto da lei.

E così quella sera gli fece quella promessa, quel: -Io non ti lascio più andare.- che però, in confronto ad un "ti amo", era molto più vincolante.
Derek si ripromise di mantenere fede a quella sua parola data, e infatti così fu.
Lui non la lasciò mai e lei neanche. Ciò che era accaduto non era colpa di nessuno dei due, semplicemente un rischio di cui entrambi erano al corrente. Lo sapevano, cosa sarebbe potuto succedere, lo sapevano entrambi che qualcuno ci avrebbe potuto rimettere la vita... e allora perché se Derek lo sapeva, continuava ad avvertire quello schiacciante peso di colpa?
Perché, perché, perché...
Tante domande, ma una risposta piuttosto prevedibile: l'unica morte che Derek aveva messo in conto, era la propria.
Era furioso con la Morte, perché non aveva scelto lui, perché aveva privato il mondo dell'esistenza dell'unica persona che era stata brava a fargli capire che lui non era tutto bianco e nero, che con un po' di impegno, dentro di lui avrebbe potuto trovarci una tavolozza intera come quella di un pittore, piena di colori.
Ma più passavano i giorni trascorsi senza di lei, più i colori di quella tavolozza dentro di lui sbiadivano.
Perché li impiegava per l'unica cosa che lo teneva ancora in vita: ricordare.
I ricordi erano l'unica cosa in grado di tenerlo a galla, e allo stesso tempo lo uccidevano milioni di volte. Perché di notte sentiva le sue labbra, la sua risata, e addirittura vedeva nel soffitto i suoi occhi color nocciola riflessi al sole; ma poi, quando si girava dall'altra parte del materasso, lo sentiva freddo, vuoto, come era tornato ad essere anche lui.

Derek si accorse di essere ancora seduto sul bordo del suo materasso, quando appunto iniziò a percepire di avere freddo. Aveva le gambe a penzoloni, i jeans neri addosso ed il busto nudo, così come al sua schiena olivastra che veniva leggermente riscaldata dai raggi del sole; i pugni stretti sul tessuto del letto con le vene delle braccia in risalto. Decise di alzarsi, tanto per dare un senso a quella nuova giornata inutile, creata solo affinché si rendesse conto che almeno lui era vivo.
Appunto si alzò dal letto, ma appena compì quel movimento sentì all'altezza della tasca anteriore dei suoi jeans un foglio di carta stropicciato all'interno di essa, e allora si risedette di nuovo, un pò per la curiosità e un pò perché ormai non aveva più nulla da fare. Il branco era distrutto, certo, ma era al sicuro, e lui non aveva più scopi fondamentali né era considerato un pilastro fondamentale.
Quando sfilò quel pezzo di carta dalla tasca e lo vide leggermente stappato in alcuni punti, si trovò a deglutire nervosamente, con le mani che tremavano e gli occhi che bruciavano.
-Scrivo di te. Potrai leggere questo pezzo di carta solo quando lo riterrai opportuno, va bene?- la voce della sua ragazza gli tornò in mente, e Derek proprio non sapeva se avrebbe potuto sopportare un altro colpo del genere. Lo riteneva un momento opportuno per leggere quel pezzo di carta? No, assolutamente, non era pronto... ma aveva disperatamente bisogno di sentirla di nuovo accanto, e quella calligrafia ordinata, tondeggiante, sapeva proprio di lei.
Carezzava le lettere che aveva scritto lei, come per immaginarsi di toccare le sue guance, la sua pelle pallida che diventava leggermente rosea al suo tocco.
Si passò nervosamente due dita sul ponte del naso e aprì quella lettera. Si sorprese del fatto che non fosse passato molto da quando Sierra gliela diede, forse un mese e qualche giorno, eppure era cambiato tutto. Non sentiva persone del branco da giorni, se non da settimane; chiunque nel loft aveva imparato a vivere nel silenzio assoluto, contrariamente al caos che prima generavano anche solo Peter e Isaac messi insieme; Stiles non faceva altro che stare a letto, guardare il soffitto e abbracciare il suo cuscino, il cuscino di sua sorella che lui teneva in camera per quando Sierra avrebbe voluto dormire lì. Derek, invece, era sempre il solito, e lei... lei era solo in quel pezzo di carta ormai.

𝐓𝐚𝐤𝐞 𝐦𝐞 𝐛𝐚𝐜𝐤 • 𝐃𝐄𝐑𝐄𝐊 𝐇𝐀𝐋𝐄 •Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora