diciannove

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Il sapore ferroso del sangue sul suo palato iniziava a farsi troppo forte, troppo invadente. I suoi artigli striderono contro il masso su cui era seduta e aspettava in silenzio, respirando a fatica. Un solo passo ormai la divideva dal vedere colui o colei che avanzava sempre di più. Non riuscì neanche a chiudere gli occhi, forse per il troppo coraggio o per puro masochismo rimase lì a guardare, a vedere cosa il Destino avesse in serbo per lei.

Scorse due paia di occhi verdi, quasi come fossero due smeraldi al posto delle iridi e una abbastanza folta chioma di capelli color pece. Proprio non sapeva per quale motivo quel ragazzo riuscisse ad avere un effetto così strano e piacevole su di lei.

-Daniel!?- urlò, una mano al petto per lo spavento ed il respiro che a poco a poco tornava regolare. Osservava tutto di lui: il suo collo chiaro, scoperto, il viso leggermente più olivastro rispetto al suo; le gambe avvolte in dei semplici jeans non troppo stretti ed una maglia a maniche corte, che metteva chiaramente in risalto i bicipiti allenati del Beta.

-Non hai corso molto.- osservò argutamente il ragazzo, con un ghigno al lato destro delle labbra. Avanzava sempre più verso di lei, tanto da giungere al lato di quel masso dove era seduta. In risposta a quella vicinanza la più piccola indietreggiò e non perché spaventata, ma perché nonostante tutto doveva far vincere il suo orgoglio.

-Non ho corso molto? Ho il fiato corto da un'ora!- rispose a tono, grattandosi il braccio leggermente a disagio. Con lo sguardo il Beta le chiese se poteva sedersi accanto a lei, su quel masso abbastanza grande per ospitare entrambi. Lei annuì.

Rimasero entrambi in silenzio mentre Daniel incrociava le gambe e si poneva di fronte alla minore, abbassando lo sguardo forse per trovare le parole giuste da dire. Non era lui quello che avrebbe dovuto rimediare al casino che aveva fatto Oscar, ma la verità era che voleva. In quel branco, in fin dei conti, la bontà d'animo sembrava essere un requisito fondamentale.

Il ragazzo prese a giocherellare con le sue stesse dita, come se non sapesse che dire, o forse gli piaceva quel mezzo silenzio spezzato solo da un leggero cinguettio. Piaceva ad entrambi quel silenzio a dire la verità, ma solo Selene ebbe il coraggio e l'audacia di spezzarlo. -Perché?- domandò semplicemente, conscia che il Beta avrebbe colto al volo la domanda completa.

Perché mi hai seguita? Perché darmi così tanta importanza?

Daniel scrollò le spalle, pronto ad armarsi di uno di quei sorrisi di cui solo lui era capace. -Perché hai ragione.- rispose semplicemente, passandosi una mano tra i capelli color carbone. -Questa non è la tua vita, lo sappiamo tutti. Ma nessuno ti ha imposto di restare con noi in eterno, solo...lasciati aiutare.- esalò, gettando alla fine una mano in aria.

La ragazza annuì al vuoto, lo sguardo perso ed in cuor suo una determinata consapevolezza. -Vi faccio pena, non è così?- domandò, gli occhi assottigliati ed i sensi di colpa per rappresentare un peso per quei ragazzi.

-No, noi...- si affrettò a dire Daniel, ma la mora lo interruppe di nuovo. -Pensate io sia disperata, che abbia necessariamente bisogno di aiuto e allora fate tutto il possibile per tirarmi su il morale. Siete tutti così gentili con me...magari lo siete solo perché conoscete la mia situazione.-

Si strinse il labbro inferiore con i denti all'ultima affermazione, come a volersi punire di aver dubitato della loro gentilezza, della loro magnanimità. Capì che anche il Beta ci era rimasto male. Lo capì dal suo sguardo che riprese ad abbassarsi, prendendo a fissare la roccia su cui erano entrambi seduti.

Selene si batté una mano sulla fronte come a volersi punire. Aveva sbagliato, era di nuovo giunta a conclusioni troppo affrettate: Daniel Bryant era seduto davanti a lei, aveva corso instancabilmente per metà bosco solo per cercarla, e l'unica cosa che lei aveva saputo insinuare era il fatto che il branco la stesse aiutando solo perché mossi dalla compassione. In quel frangente si chiese perché in due settimane era solo riuscita a creare fraintendimenti, liti...possibile sapesse solo spargere odio?

𝐓𝐚𝐤𝐞 𝐦𝐞 𝐛𝐚𝐜𝐤 • 𝐃𝐄𝐑𝐄𝐊 𝐇𝐀𝐋𝐄 •Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora