Piantò i piedi sul suolo fangoso, fermandosi per un attimo ad esaminare quella casa di legno mentre era ben nascosta tra i rami di un albero. Era davvero tornata indietro? Aveva davvero messo da parte il suo orgoglio perché era l'unica soluzione possibile? Sì, l'aveva fatto e se non fosse stato per Oscar non se ne sarebbe neanche pentita.
Daniel non fu tanto perspicace da capire che la più piccola si era fermata, tanto che la stretta delle loro mani si sciolse involontariamente man mano che il più grande avanzava lasciando lei indietro. -Sel?- domandò voltandosi, quando non sentì più il calore che quella mano piccola gli aveva dato in quell'ora di camminata, passata a parlare del più e del meno. Parlò più lui, poiché chiaramente lei non aveva molto da raccontare.
Selene si portò la mano sinistra ad accarezzare il palmo della destra, a ricalcare per un attimo il solco che la mano di Daniel aveva lasciato quasi come fosse un tatuaggio. -Vuoi tornare indietro?- chiese ancora lui, scuotendo la testa come a poterla persuadere dal dare una risposta positiva a quella domanda.
La più piccola non rispose, semplicemente si perse a guardare la finestra che ridava sulla cucina di quella casa, là dove c'era proprio Oscar. Si era detta di non aver paura di lui, solo curiosità di capire cosa gli passasse per la testa; se c'era in lui un dolore che avrebbe benissimo potuto condividere con tutti, magari liberandosene.
Lo osservava attraverso i rami di quell'albero, mentre apriva nervosamente il frigo senza trovarci nulla all'interno. Era stanco, frustrato, forse arrabbiato con il mondo o forse solo arreso. Dal suo sguardo trasparivano mille emozioni ma nessuna di quelle era accessibile alla mora, né a nessun altro all'interno del branco, nonostante questi ultimi conoscessero molto bene la sua storia.
-Cosa c'è che non va con Oscar?- domandò la più piccola in direzione del Beta, che la fissava confuso. -Deve esserci un motivo per cui è...così.- aggiunse, sporgendo le braccia in avanti ed indicando la figura di quel ragazzone che traspariva dalla finestra della cucina. Daniel ghignò leggermente a quella insinuazione, ma tornò subito serio.
Sul suo viso si formò un'espressione amareggiata, quasi piena di compassione per il suo Alpha che aveva patito le pene dell'inferno. Si portò la mano destra a scompigliare nervosamente i capelli, come se la faccenda riguardasse lui. -E' che...-
-Selene!- la voce squillante di Mia fermò prontamente la spiegazione di Daniel, a cui in realtà non aveva dato neanche il tempo di iniziare. La bionda, a vedere la più piccola di nuovo lì, corse nella sua direzione. La scostò dall'amico e la strinse in un abbraccio, a cui Selene ricambiò seppur titubante. Certo, aveva avuto occasione di scambiare qualche parola con Mia, ma nulla di più. Si sarebbe aspettata un abbraccio del genere da Jasmine o da Jane, non da lei. Tuttavia la cosa la fece sentire al sicuro, forse per la prima volta associò quella casa, quelle persone, alla sicurezza, all'unica certezza di quel suo presente dal futuro incerto e dal passato dimenticato.
-Non far caso ad Oscar.- le sussurrò ancora la bionda all'orecchio, prima di prenderle la mano e portarla di forza verso la porta d'ingresso. La più piccola si voltò un'ultima volta verso Daniel, e lo vide lì fermo dove l'aveva lasciato: la mano ancora tra i capelli ed un sorriso soddisfatto, che rivolgeva unicamente a lei; con lo sguardo le fece segno di voltarsi, di proseguire e di smetterla di pensare alle cattiverie urlate dal suo Alpha. Per la prima volta da che ne aveva memoria si ritrovò a seguire il consiglio di una persona, per cui fece come Daniel le aveva detto con il solo utilizzo degli occhi, senza il bisogno di parlare.
Si lasciò guidare dalla stretta rassicurante di Mia ed entrò in casa. Era mancata un giorno o anche di meno, ma le sembrava tutto un pò diverso. Forse, per la prima volta da quando era lì, stava provando ad accettare il fatto che quella casa, quelle persone fossero l'unica opzione possibile. Non sarebbe stato male affidarsi a loro, certo, ma rimaneva il sostanziale problema di quell'unica persona che la irritava, che la confondeva e che la faceva sentire a disagio. Aveva cercato di capire da Daniel cosa avesse Oscar, che cosa lo rendesse così scontroso perché voleva davvero provare a mettere da parte tutto l'astio che aveva nei suoi confronti. Il passato, qualcosa che si era lasciato alle spalle lo aveva reso così. A lei non importava, naturalmente, ma magari se avesse saputo che cosa aveva reso così scontroso colui che ancora faticava a definire il suo Alpha...magari sarebbe finita anche per compatirlo.
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𝐓𝐚𝐤𝐞 𝐦𝐞 𝐛𝐚𝐜𝐤 • 𝐃𝐄𝐑𝐄𝐊 𝐇𝐀𝐋𝐄 •
FanfictionSEQUEL DI: Push me back • DEREK HALE • NON leggere, se non hai ancora letto la prima storia. Secondo la mitologia greca, gli umani originariamente furono creati con quattro braccia, quattro gambe e una testa con due facce. Temendo il loro potere, Ze...