ventisette

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Beacon Hills

Lasciandosi il tramonto alle spalle, la Camaro di Derek si infilava a tutta velocità nel parcheggio dello studio veterinario di Alan Deaton.
Sbatté velocemente la portiera, per poi correre in direzione della porta di ingresso, ma il druido lo fermò.
-Ciao, Derek.- lo salutò quest'ultimo, con le chiavi dello studio in mano.
-Penso che il legame con la mia Compagna si sia spezzato, e sono anche abbastanza sicuro di aver capito chi lei sia.- il mannaro lo interruppe sul nascere, evitando di proposito di scambiare convenevoli. Non ne aveva tempo.
Non si vedevano da mesi, probabilmente dall'ultima volta che Derek si era sentito male e aveva proprio scoperto della sua Compagna.
Deaton sembrava invecchiato, forse dal lavoro, dalla fatica, dalle responsabilità. Derek invece era sempre uguale.
Il veterinario, alla frase del mannaro, rimase per un attimo interdetto. Di solito non gli capitava molto spesso che i pazienti si auto diagnosticassero patologie, specialmente perché i suoi principali i clienti erano animali.
Tuttavia non si scompose, si passò solo indice e pollice sul ponte del naso e invitò Derek ad entrare.
-Seguimi.- gli disse con aria accomodante, con quel suo tono calmo che gli era sempre appartenuto.

Giunti al solito studio di sempre, all'interno della clinica, Derek osservò come tutto quanto era in ordine: segno che Deaton avrebbe chiuso di lì a poco, come anche lo aveva capito dal fatto che lo avesse trovato fuori dalla clinica. Tuttavia, non sembrò che quel particolare gli interessasse più di tanto.
Si limitò a poggiare la schiena ad un porta strumenti di alluminio e aspettare che il veterinario lo facesse parlare perché, parola sua, aveva sicuramente tanto da dire.
Il druido si prese un attimo ancora per assimilare tutto ciò che Derek gli aveva detto e poi, voltandosi, acconsentì: -Parla.-
Il tono di voce era fermo, lo sguardo neutro.
-Devi dirmi tutti i sintomi che hai avvertito, altrimenti non posso dirti cosa ti è successo.- continuò, vedendo Derek annuire, serio.
Quest'ultimo prese una boccata d'aria, poi parlò.
-Stavo parlando con Scott, ma ad un certo punto ho avvertito una sensazione contraria a quella dell'altra volta.- spiegò. -Non ho sentito dolore, quasi... liberazione. Come se mi stessi svuotando da qualcosa, e poi mi sono sentito male. Come nostalgico di qualcosa, forse di qualcuno o di un momento che non ho mai realmente vissuto o conosciuto. Non riesco ancora a capirlo. E poi non avverto più la presenza di una Compagna. Prima non riuscivo a vederla nella mia testa né a capire dove fosse, è vero, ma c'era sempre quella sensazione di... completezza, che mi accompagnava. Anche questa è strana da definire, ma riuscivo a sentire che, anche se lontana, avevo qualcuno al mio fianco, o perlomeno l'avrei avuto. Ora invece non avverto più niente.- finì di raccontare, e poi riacquistò con un respiro tutta l'aria che aveva buttato fuori.
Deaton, che fino ad allora aveva ascoltato in silenzio, i pugni sul ripiano di marmo ad isola e la schiena dritta, in quel momento riuscì a rispondergli.
-Tutte le sensazioni che mi hai descritto, e che hai provato, effettivamente confermano la tua tesi: il legame che legava te e la tua Compagna si è inevitabilmente rotto.- avanzò di un passo verso il suo interlocutore.
-Ma per quale motivo?- si domandò poi, scuotendo la testa come se non riuscisse a trovare una spiegazione razionale alla sua stessa diagnosi.
Per mesi era filato tutto liscio, perché nonostante Derek non riuscisse né a vedere e né a capire dove si trovasse la sua Compagna non aveva avuto altri problemi. E ora invece si era complicato tutto.

-Ho visto anche qualcosa... nella mia testa.- Derek sembrava pronto a dire al druido quel qualcosa che fino a quel momento gli aveva taciuto. Lo sguardo di Deaton puntò fisso su di lui. -Hai visto qualcosa nella tua testa? Vuoi dire che sei riuscito a vedere la tua Compagna nel momento in cui si spezzava il vostro legame?- domandò, ansioso di sapere.
Derek annuì. -Baciava qualcuno.-
Ascoltò quelle parole uscire dalle sue stesse labbra e provò una forte irritazione, per il ricordo di ciò che aveva visto. Premesso che Derek non aveva ancora capito se quella visione di Sierra appartenesse al passato, oppure fosse davvero viva — opzione che riteneva piuttosto inspiegabile. E comunque sia, illudersi con la speranza che l'ultima ipotesi fosse vera non gli passò per la testa neanche un attimo, piuttosto quell'immagine di Sierra che baciava qualcuno, qualcuno che non era lui, lo mandava particolarmente in bestia.

𝐓𝐚𝐤𝐞 𝐦𝐞 𝐛𝐚𝐜𝐤 • 𝐃𝐄𝐑𝐄𝐊 𝐇𝐀𝐋𝐄 •Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora