Rimase ferma ad osservare quelle quattro persone in camera con lei, e solo in quel momento la situazione pareva esserle surreale. Si grattò a disagio il braccio e poi si morse il labbro, ma alla fine decise che non poteva più aspettare. La sua sete di curiosità iniziava a farsi sentire.
-Qualcuno può spiegarmi perché siete tutti preoccupati per me?- domandò retorica alzando un sopracciglio. Sapeva che forse avrebbe dovuto ringraziare tutti i presenti per averle dato un letto su cui dormire, per riprendersi, ma non era brava con i ringraziamenti.
A questo punto, il ragazzo più piccolo tra tutti i presenti si avvicinò a lei e si inginocchiò affianco al presunto Logan. -Una cosa alla volta.- sussurrò nella sua direzione. -Io sono Charlie.- disse. Fu l'unico che ebbe la decenza di presentarsi, perciò Sierra gli sorrise cortese, davvero grata a quegli occhi azzurri che da quando si era svegliata non l'avevano persa di vista neanche per un attimo.
-Io sono Jasmine.- ruppe il silenzio la ragazza. In realtà Sierra aveva più o meno imparato i nomi di tutti i presenti, ma li lasciò fare. Annuì a quella mora dalla pelle olivastra, dai tratti belli, marcati e particolari. Quella tuta intera rosso fuoco che indossava era parecchio vistosa, ma era comunque stupenda per un'apparente personalità esuberante come la sua.
-Brad.- si presentò il biondo. -Brad Stocklin.- aggiunse, con un cenno delle dita come a voler eseguire un teatrale saluto militare. Non si era sbagliata di una virgola: quel Brad doveva aver avuto al massimo una trentina d'anni, ma era come se ne avesse quattordici. Era immaturo, divertente, sarcastico nei gesti e nel tono di voce, e la cosa la faceva sentire...a casa.
-Io sono Logan, e quello sempre incazzato è Oscar.- si presentò colui che precedentemente aveva esaminato attentamente la sua ferita. Poi indicò la porta, da dove precedentemente era uscito quel ragazzone alto, muscoloso e parecchio scontroso, ricoperto di tatuaggi dalla testa ai piedi.
La mora annuì con un ampio sorriso, solo per sembrare cortese e cercare di non pensare al dolore allo stomaco. Era grata del fatto che tutti cercavano di metterla a suo agio, era ovvio, ma non era quello che voleva. Aspettò che Charlie riprese il filo del discorso.
-Sei stata in coma per...una settimana.- sussurrò lui abbassando la testa, lasciando che i ciuffi di capelli mori gli cadessero sulle palpebre semichiuse. La piccola Stilinski non rispose, e limitò a guardarsi il braccio sinistro dove aveva degli aghi che la aiutavano con l'alimentazione e l'idratazione, che probabilmente le avevano messo loro.
-Cos'è che siete, dei medici?- domandò sarcastica, rivolgendosi proprio a Charlie. Proprio lui scosse la testa divertito. -No, ma sappiamo come curare le persone.- disse, con un tono di voce calmo che aiutò Sierra a rilassarsi a sua volta. -O meglio, Daniel lo sa.- si corresse, ghignando leggermente e guardando in direzione della porta.
-Daniel?- domandò la piccola Stilinski, leggermente confusa. -Non hai conosciuto tutti, siamo davvero in tanti.- le rispose Logan, alzandosi e dirigendosi con la schiena contro il muro accanto a Brad. Quei due parevano essere i più grandi della combriccola che aveva conosciuto fino a quel momento, eppure erano relativamente giovani.
-Daniel è fuori per alcune...questioni. Tornerà tra un paio di giorni, e allora lo conoscerai.- Continuò Brad. Sierra annuì nuovamente in silenzio, lo sguardo perso nel vuoto e l'indice destro a tamburellare sul copriletto leggermente a disagio.
Al momento quel Daniel era l'ultimo dei suoi problemi, perciò lasciò perdere. -Perché sono qui? Voi mi avete trovato e...un secondo: dove mi avete trovata?- domandò, scuotendo la testa come se avesse troppe informazioni nella mente ma non riuscisse ad assimilarle tutte.
All'improvviso, tutti i ragazzi si ammutolirono e presero a guardarla seriamente. -Non ricordi?- domandarono tutti e quattro con lo stesso tono inquisitorio, guardandosi l'un l'altro per la sorpresa. Impossibile non ricordasse una cosa del genere.
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𝐓𝐚𝐤𝐞 𝐦𝐞 𝐛𝐚𝐜𝐤 • 𝐃𝐄𝐑𝐄𝐊 𝐇𝐀𝐋𝐄 •
FanfictionSEQUEL DI: Push me back • DEREK HALE • NON leggere, se non hai ancora letto la prima storia. Secondo la mitologia greca, gli umani originariamente furono creati con quattro braccia, quattro gambe e una testa con due facce. Temendo il loro potere, Ze...