My Mafia - Completa (mafia serie 1)

Capitolo 6

Vito POV.

Le sue labbra sono sigillate come solo quelle di una vergine possono essere. Trema e se non la stessi abbracciando, sicuramente or sarebbe fuggita a gambe levate.

Metto fine al bacio, osservando attentamente il volto pallido e gli occhi chiusi.

Sorrido, mentre con un dito seguo il contorno del suo volto dai lineamenti delicati.

- Apri gli occhi - Mormoro, perdendomi in quelle pozze verdi in cui il terrore fa da padrone.

Le sistemo una ciocca dietro i capelli.

- Ho rubato il tuo primo bacio? –

Si irrigidisce, ma annuisce.

Le afferro il mento, costringendola a incontrare il mio sguardo.

- Questa sera ci saranno molte persone al club. Uomini che brameranno il tuo corpo e donne che ti odieranno per essere arrivata dove loro non sono riuscite. Dovrai rimanere al mio fianco per tutta la serata. Chiaro? –

Annuisce.

- Bene. Ora vai a cambiarti –

Teresa POV.

Il club è stracolmo come c'era da aspettarsi visto che il più potente e pericoloso boss mafioso di N. Y, il capo della mafia che detiene il potere di vita o di morte su tutti, questa sera festeggia 30 anni. È un'occasione importante per molte famiglie di vederlo in volto per la prima volta, di avvicinarlo e di chiedergli favori. Ma l'occasione più importante apparitene alle ragazze che sperano di farsi sposare e aumentare così il potere delle loro famiglie.

Quando facciamo la nostra apparizione la fola che sino a quel momento era impegnata a chiacchierare e bere, si divide in due ali, come le acque con Mosè. Il suo braccio attorno alla mia vita e il fatto che è l'unica donna vestita di rosso, mentre tutte le donne presenti sono vestite o svestite è meglio dire, in miniabiti neri, attira su di me tutta l'attenzione.

Mi irrigidisco.

- Non mostrare la tua paura ragazzina o questi squali ti mangeranno viva- Mormora al mio orecchio, facendomi sobbalzare.

-M Bellomo i miei più sentiti auguri di buon compleanno. Lasci che le presenti mia moglie e mia figlia –

Le due donne non mi degnano di uno sguardo, impegnate a sbattere le ciglia a quello che per loro è una preda, mentre l'uomo è sin troppo interessato a me. Il suo sguardo mi sta spogliando.

Mi irrigidisco, pregando che la serata finisca presto.

All'improvviso mi ritrovo ancora più vicino all'uomo che più temo. Sollevo lo sguardo, ma lo trovo intento a parlare con le due donne. Ma la sua azione è stata una silenziosa affermazione di potere, perché l'uomo smette immediatamente di guardarmi.

Nel corso della serata la scena si ripete così tante volte da farmi perdere il conto. C'è però un denominatore comune in tutto questo: le donne vogliono uccidermi e gli uomini portarmi a letto.

Sospiro.

Se solo sapessero che sarei ben che lieta di cedere loro il mio posto nel suo letto. Tutto ciò che volevo era lavorare come cuoco in un ristorante e magari un giorno riuscire ad aprirne uno mio. Ma tutto questo mi è stato strappato via da mio padre.

Mi muovo a disagio, i piedi che mi fanno male infilati in queste trappole che chiamano scarpe, stanca di dover fare attenzione ad ogni mio più piccolo movimento, per evitare che il mio seno fuoriesca da quello che è definito un abito, ma in realtà è un pezzo di stoffa che si tiene insieme per miracolo.