Capitolo 17

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Teresa POV.



Arriviamo a N.Y e la macchina è già pronta per portarci alla Penthouse. Il viaggio è stato tranquillo, con lui che è sempre stato impegnato al cellullare ed io felice di essere ignorata. Ma quando arriviamo alla Penthouse ho i nervi a pezzi.

- Bentornati! Le mie più sentite e sincere congratulazioni per il recente matrimonio! –

Sorrido alla donna che in questi giorni è diventata la mia unica amica in un mondo sconosciuto che mi terrorizza.

- Grazie Amelia – Mormoro, mentre Vito si toglie la giacca, lasciandola cadere sul divano.

- Vi ho preparato una cena leggera. Se non avete bisogno di altro, mi ritiro-

- Grazie. Ci vediamo domani mattina –

Deglutisco, ignorando l'occhiata consapevole che mi lancia, come se sapesse che stasera accadrà l'inevitabile.

Sono riscossa dai miei pensieri dalla voce di Vito che mi invita in cucina.

Lo seguo come un automa. Apparecchiato per due, con un centrotavola di rose, fa bella mostra di sé il tavolo al centro della stanza, con dei piatti che emanano un odore meraviglioso. Peccato che il mio stomaco al solo pensiero del cibo si contragga e la bile rischi di salirmi alle labbra.

Faccio un profondo respiro, sorridendo quando mi scosta la sedia, galante.

Osservo il cibo nel piatto, giocando svogliatamente.

- Non ti piace? –

Scuto la testa, costringendomi a portarmi una forchettata alla bocca.

Deglutisco a forza, ignorando la bile che mi sale in gola.

Respiri, piccoli e profondi respiri. Hai affrontato di peggio .... Non è vero!


Vito POv.


La vedo giocare con il cibo, il pallore del viso che fa a gara con il vestito che ancora indossa. Gocce di sudore le imperlano la fronte e la mano che impugna la forchetta trema.

Sospiro.

Serata difficile in vista.

- Ra .... –

Ma prima che possa finire ciò che stavo per dirle, la vedo alzarsi di scatto e correre verso il bagno, una mano alle labbra.

Perfetto.

Mi alzo a mia volta e la raggiungo in bagno.

La trovo in ginocchio, intenta a rimettere anche gli occhi.

Scuto il capo, scostandole i capelli dal viso.

Sobbalza come se si fosse scottata.

Alzo gli occhi al cielo.

Le passo una mano sulla schiena, in lenti circoli, sperando di farla calmare prima di dover chiamare Andrea.

Faccio una smorfia.

Se la vede in queste condizioni penserà che l'abbia violentata o spaventata a morte. Mentre in realtà mi sono limitato a offrirle una cena.

Dopo alcuni minuti, stremata, si mette a sedere.

La guardo preoccupato.

Se prima era pallida ora è un cadavere.

Mi accuccio davanti a lei.

My Mafia - Completa (mafia serie 1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora