La stella 💫 capitolo 5.

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Con mio grande dispiacere sento suonare la sveglia, non ho proprio nessuna voglia di uscire dal mio letto. Dopo aver fatto la doccia ieri sera, ho pensato molto all'incontro ravvicinato con Travor. Non so bene perché, ma era sempre li, nei miei pensieri.

"Alzati, dormigliona"
"Beverly? Già sveglia?" Dico stiracchiando le braccia e sbadigliando allo stesso tempo.
"Si! Certo" dice convinta,
la vedo saltellare, indossa un cappello con la visiera nero, una salopette di jeans con sotto una maglia bianca. È energetica, troppo per essere Beverly, di prima mattina ha sempre la voglia di vivere di un bradipo.

"Il suo rifiuto non mi butterà giù, nessun imbarazzo, sono qui come volontaria punto, non devo fare nient'altro."
Esce lasciandomi ancora mezza addormentata, ora capisco, quando qualcosa la turba si tira su così. Mi alzo e mi preparo per fare colazione. Mi faccio due trecce alla francese, poi indosso pantaloncini e canottiera a costine nera, un filo di trucco e vado in mensa. È già piena di ragazzi che stanno mangiando, dei toast.

"Buongiorno, come sapete sabato è domenica non vi facciamo fare tante cose, oggi essendo sabato passerete il tempo a conoscervi un po' meglio, organizzatevi per fare qualcosa"
Lio finisce di parlare si avvicina al tavolo dove mangiamo noi volontari, e ci dà il programma di oggi, subito dopo va nel suo ufficio.

"Per fortuna oggi finiamo presto"
"Si perché lavori tanto durante il giorno" dice Beverly a suo fratello prendendolo in giro, rido a quella frase e lui mi fulmina con lo sguardo, alzo le mani in segno di scuse ma io e Beverly scoppiamo a ridere
"Andate a fanculo tutte e due" che permaloso.
"Dai vieni qua" lo seguo ridendo, mi ci attacco alle spalle per bloccarlo, smetto di ridire quando passa Travor, le nostre braccia si sfiorano e potrei giurare di aver visto il cuore uscire fuori dal petto per quanto mi batteva forte.

Ma che cazzo, mi sento troppo in colpa, ma non dovrei sentirmi cosi, se sento queste sensazioni non è colpa mia, non le chiedo io ed è questo che mi fa sentire una merda.
"Sta sera ti va di stare un po' da soli in spiaggia?" Sono i sensi di colpa che mi stanno facendo fare questo pensiero, ma in fin dei conti lo amo e fare l'amore con lui non dev'essere uno sforzo.

"Certo biondina, dai andiamo a lavoro" mi stampa un bacio e ognuno torna al suo "lavoro".
Passano le ore è quasi ora di cena ci riuniamo tutti per mangiare sta sera mi tengo leggera con un po' d'insalata, sarà una serata fantastica o almeno spero, sono molto agiata...

"Vado in camera a prepararmi" sussurro all'orecchio al mio ragazzo
"Il tempo di una doccia amore" ci baciamo e vado.
Cammino per la spiaggia in cerca di un posto un po' isolato da occhi in discreti, vedo un posto perfetto lontano ma non troppo dal campus con un grande albero che fa da scudo dove non ci può vedere nessuno, sistemo un grande telo bianco sulla spiaggia e attendo che venga.

Passa solo mezzora e da lontano vedo arrivare una persona che più si avvicina più capisco chi sia.
"Hope, che ci fai qui?"
"Sto aspettando il... Il tramonto" ma perché gli ho mentito?
"Qui? Tutta sola?" Dice arricciando il naso.
"Tu invece che fai qui?"
"Ho scoperto questo posto pulendo la spiaggia, si sta bene, in silenzio e come staccare la spina dal mondo"
"Si, si sta bene" gli dico osservando il tramonto che ci fa da luce, guarda il telo e con gli occhi mi chiede il permesso di sedersi, gli faccio posto e si mette seduto anche lui a guardare con occhi sognati il tramonto, che sembra dipinto nel cielo.

Passano le ore ma di Barclay non c'è traccia, io mi ritrovo distesa sul telo a guardare le stelle con Travor.
"Come sei finito qui?"
"Bella domanda, forse per essere troppo stupido"
"non mi sembri per niente stupido, anzi tutto il contrario"
"E tu?"
"Io cosa? Come sono finita qui? Mi piaceva l'idea di aiutare e stare a due passi dal mare ogni minuto"
"Oh! Guarda Hope" si alza di scatto e si mette seduto.
"Che succede" mi metto seduta anche io, le nostre spalle scoperte si toccano mi viene spontaneo appoggiare la testa sulla sua spalla, lui non dice nulla si mette più vicino per farmi stare più comoda.

"Una stella cadente" risponde alla mia domanda di prima
"No! Davvero non lo vista, in realtà mai vista una" dico dispiaciuta "esprimi un desiderio Travor" dico rimettendomi giù seguita da lui. Chiude gli occhi per qualche istante, poi li riapre e sorride. "Fatto!"

"Da quanto fai surf?" Gli chiedo, curiosa. "Da quando ho 10 anni, la prima volta l'ho fatto di nascosto, mia mamma ha sempre avuto paura.
La mattina presto uscivo di casa senza farmi sentire, andavo a mare e stavo li ore a surfare, sulla tavola mi sento terribilmente felice".

"Ti capisco benissimo, è come se ti sentissi vivo, il tuo posto felice, come se li, lo schifo che ci circonda, non ti possa scalfire, nessun dolore, solo la felicità" conosco bene questa sensazione.
"Si! Hai detto bene".
***
Vengo svegliata dalla luce del giorno e dal canto degli uccellini, non so come ne quando ma io e Travor abbiamo dormito sotto le stelle. Io e lui siamo abbracciati con le gambe incrociate, lo guardo e non mi sono mai resa conto di quanto fosse bello, o magari lo nascondevo a me stessa. Che casino sto talmente bene da star male.

"Travor, alzati dobbiamo tornare"
"Buongiorno" dice sbadigliando
"Giorno, vai prima tu" si alza e mette le scarpe, sta per andare quando torna mi prende per il braccio e mi dà un bacio a stampo sparendo per i boschi.
Io rimango li di sasso, cosa sta succedendo?
Anche se solo un bacio a stampo, mi ha lasciato una sensazione alla pancia, mi è piaciuto.

Sotto il tramonto di Los AngelesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora