sei tu il sole🌅capitolo 18.

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"Si fermi qui" dice Travor a mio padre. Siamo arrivati al negozio di tavole da surf, speriamo che ci aiuti. Usciamo dalla macchina ed entriamo dentro al negozio.
"Ciao Mike"
"Ehi Travor, quanto tempo"
"Non ci posso credere"dice Mike con stupore guardando dalla mia direzione.
"Richard Carter? Che ci fai da queste parti?" Conosce mio padre, punto a nostro favore
"Mike Backs?" Si abbracciano e si stringono la mano
"Sono qui con mia figlia e il suo amico"
"Ditemi pure"
"Uscite ci penso io" dice mio padre facendo l'occhiolino, andiamo ad aspettare fuori, sperando che mio padre sia convincente.
"Secondo te ci aiuterà?" Chiedo curiosa
"Credo di si, è un bravo ragazzo, le mie tavole le ho prese sempre qui, sono ottime, poi lui sa come le tratto"
"Sei agitato?" Gli dico scherzando mentre lo abbraccio
"E se ci vede tuo padre"
"Non mi importa" alzo lo sguardo per guardarlo, si abbassa e mi lascia un piccolo bacio prima di staccarsi
"Sta uscendo, sembra soddisfatto" dice
"Allora papi?"
"Perfetto, ve ne da sei, vi bastano"
"Sono perfette" dico felice, senza rendermene conto abbraccio Travor, sotto lo sguardo curioso di mio padre
"Dai andiamo a mangiare" dice mio padre
"Mi potete lasciare al campus, cosi state un po' da soli" Travor è davvero nervoso, mi fa tanta tenerezza
"Tranquillo, figliolo andiamo" gli ha detto figliolo? Ho sentito bene? Così nemmeno Barclay ha mai chiamato.
Ci porta in un ristorante in riva al mare, prendiamo posto e il cameriere ci porta il menù.
"Scusate mi sta chiamando mia madre"
"Va pure Travor" dico.
"Allora?" Chiede mio padre
"Che c'è?"
"Devi dirmi nulla? Sei raggiante"
"Te l'ho detto, sono felice mi piace quello che faccio, l'anno prossimo ritornerò"
"Barclay?" Chiede curioso.
"Ti volevo parlare di questo" è arrivato il momento.
"Ho deciso di lasciarlo, tra di noi non va più da un paio di mesi, lui ha fatto finta di nulla e io lo assecondato perché non volevo rovinare i due anni, ma adesso sono stanca" vedo che suo volto cambia
"Sono felice, se per te è la decisione giusta e ti fa stare bene per me va bene" sapevo che non avrebbe detto nulla per farmi cambiare idea.
"Papà non fingerti dispiaciuto, so che non ti è mai piaciuto, ti sto facendo un favore" fa un sorriso.
"Tu sai bene che per me lui non è quello giusto, del resto noi ti abbiamo sempre lasciata libera di prendere le tue decisioni. Hope" mi prende la mano
"Tu hai molto progetti nella tua vita, lui invece a momenti non sa nemmeno la via di casa sua, io lo sapevo che prima o poi saresti ritornata sui tuoi passi, mi appoggio a una delle citazioni della tua serie tv preferita, SEI TU IL SOLE" ora fa pure le citazioni, mi scappa un sorriso.
"Grazie papà"
"Non c'entra nulla Travor?" Dice con un sorrisetto
"Che dici..."
"Vi ho visti poco fa al negozio, sai bene che non puoi mentirmi ti conosco bene sei mia figlia"
"È un bravo ragazzo papà, non ti fare influenzare del suo ruolo in quel campus, è qui solo per un fraintendimento con i suoi genitori, anche lui come me ha dei sogni che vuole realizzare"
"Mike lo conosce bene, credeva che fosse il tuo ragazzo, mi ha parlato solo che bene, comunque ti ripeto la vita è tua" gli stringo la mano, sapevo che non mi avrebbe giudicata
"È poi questo campus porta bene alla famiglia Carter" scoppiamo a ridere.
"Scusate" dice Travor, mio padre gli fa cenno di sedersi, chiama il cameriere e ordiniamo.
Dopo aver finito di pranzare mio padre deve andare via. È stato bello vederlo assieme a Travor, hanno parlato di tutto, ridevano e scherzavano, a una certa ho visto Travor rilassare le spalle. Mio padre in pratica gli ha chiesto di tutto, hanno parlato del surf di quello che vuole fare dopo, è stata una buona decisione portarlo con noi, vengo distratta dai miei pensieri da mio padre che ci dice che siamo arrivati al campus. Salutiamo e lo guardiamo mentre va via.
"Vieni Hope" mi prende la mano, anziché attraversare il cancello va verso una villetta a centocinquanta metri dal campus, arrivati a una panchina ci sediamo.
"Stiamo un po' qui dopo torniamo?"
"Va bene" dico dandogli un bacio
"Ho parlato con mio padre"
"Di Barclay?"
"Si"
"Che ha detto?"
"Era felice" gli dico sorridendo ripensando alla sua faccia
"Credo che tu gli piaccia sai?"
"È stato bello, mi sono sentito di famiglia"
"Mi dispiace per tutte le domande che ti ha fatto"
"No anzi, era interessato è stato uno dei pochi che mi ha ascoltato con interesse. Quando mi ha chiamato figliolo mi ha spiazzato"
"Anche io ero senza parole, grazie anche a Mike, pensava che fossi il mio ragazzo e gli ha parlato benissimo di te"
"Ha pensato bene" dice, mi prende il viso e mi bacia appassionatamente, ogni volta la mia pancia fa le capriole.
"Non voglio tornare al campus" dico sospirando
"Se lui sbaglia questa volta assaggerà il mio destro"
"No Travor, non voglio che ti metti nei guai, sicuramente si incazzerà ma io so gestirlo, poi ti ho detto che secondo me lui e sua sorella mi nascondono qualcosa, ho riflettuto e quando abbiamo litigato ieri sera, io gli ho detto che sapevo che si era divertito comunque, lui ha fatto una faccia strana voltandosi verso Beverly che ha fatto spallucce, e poi dopo il discorso di Beverly, mi puzza"
"Non ti sfugge nulla" dice ridendo
"No, magari li per lì non ci faccio caso ma poi ci rifletto sopra"dico dandogli un pizzicotto nel fianco
"A proposito del fatto che rifletto, ma Destiny che faceva in camera tua, mi ha detto che ha visto la stella che mi hai fatto"
"È un brava ragazza, spesso ci siamo ritrovati a parlare, ha bisogno di persone che le vogliano bene, gli manca sua figlia e si sfoga con me"
"Ha una bimba?"
"Si! Ne ha passate tante, un'amica come te le farebbe bene"
"Gli parlerò, adesso andiamo che dopo mi spetta una bella chiacchierata." Lo prendo per mano e torniamo al campus.

Sotto il tramonto di Los AngelesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora