"Esci dalla piscina Hope" mi dice la mia mamma per l'ennesima volta
"Dai mamma, ancora un po', ora esco"
"Lasciala stare Amalia, gli ho preso la piscina gonfiabile apposta" mia nonna sempre che mi difende
"Altri dieci minuti, poi esci."
"Va bene mami"
"La abuela te ama (nonna ti ama)" il suono della sua voce è lontana
"Abuela no me dejes. Acércate (nonna non mi lasciare. Avvicinati)"
"Te amo" è ancora più lontana quasi come un ricordo, al suo posto sento una nuova voce, che si fa strada nel mio sogno, che ogni secondo che passa sembra sempre più sfocato.
"Hope, svegliati" Apro gli occhi e vedo Travor che mi guarda, mi tocco la faccia e mi accorgo di piangere.
"Stai bene? Mi sono preoccupato"
"Si sto bene, credo che stavo sognando" stavo sognando abuela. Un giorno di vacanza in argentina, avevo quattro anni, mi aveva comprato la piscina una di quelle che si gonfiano con la pompa, ricordo quel giorno come uno dei più belli.
"Ho sentito, credo che stessi parlando in spagnolo" dice
"Si, stavo sognando mia nonna, non mi succedeva da un po' "
"Era un brutto sogno?"
"No"
"Vieni qua" mi prende e mi Abbraccia.
"Credo di aver pianto perché a un certo punto non l'ho più sentita, era lontana, cercavo di afferrarla ma non riuscivo."
"Aveva bisogno di vederti. Sono sempre con noi, in un modo o nell'altro ci stanno sempre vicini."
"Si lo so. Mi manca tanto."
"Ti capisco" mi ero dimenticata che anche lui avesse subito un lutto.
"Come hai fatto? E solo un anno che non c'è più e mi sento ancora morire"
"Ti posso solo dire che non passerà mai, impari solo a convivere con il dolore, ma sarà sempre presente lì a farti visita nei momenti più belli perché vorresti condividerli con lei e in quelli più brutti anche solo per una parola di conforto. Mio fratello mi manca ogni singolo istante. Ma lo ritrovo in ogni gesto che compio, è presente in ogni canzone che ascolto, in ogni persona che conosco, lo vedo nei gesti dei miei genitori, gli stessi che compiva lui, ho la sua risata che mi accompagna in tutta la mia giornata. Il nostro rapporto negli ultimi tempi si era inclinato un po' per via delle compagnie che aveva. Sai qual è l' ultima frase che gli ho detto, ti odio ecco le mie ultime parole" guarda nel vuoto mentre mi tiene per mano
"Non fartene una colpa, lui sa che non è quello che provavi davvero, sono cose che si dicono per rabbia. Sono sicura che lui ti ha perdonato, adesso tocca a te perdonarti. Anche io la sento ovunque. Invece il mio rimpianto è stato non rispondere alla sua chiamata, ero in piscina e non l'ho sentita, qualche ora dopo è morta. Dobbiamo pensare che loro sanno quanto li amiamo, e qualsiasi cosa abbiamo fatto o detto non conta, quando l'amore è più forte."
Guarda il vuoto lo abbraccio, mi pento di avergli fatto la domanda, non volevo rattristarlo.
"Scusa Travor, non volevo farti ricordare cose brutte"
"No tranquilla" mi dà un bacio nella fronte. Sono le sei del mattino e sono sicura che non riuscirò più a dormire così decido di alzarmi.
"Dove vai?"
"Non ho più sonno"
"Ti va di uscire di nascosto? Andiamo a prendere dei cornetti caldi alla nutella" in teoria lui senza permesso non potrebbe uscire dal campus...
"Ma si dai, chi ci deve scoprire."
Ci vestiamo, Travor prende le chiavi della sua auto e andiamo. Saliamo in macchina, in giro non c'è quasi nessuno.
Arriviamo dopo una decina di minuti, parcheggia e scendiamo.
"Buongiorno, vorremmo due cornetti con la nutella per favore"
Il ragazzo ne prende due e li mette in un piatto con dei tovaglioli
"Ecco a voi" vado per pagare, ma Travor mi anticipa.
"Posa quei soldi, andiamo" gli faccio la linguaccia e usciamo. Ci mettiamo seduti in riva al mare. Do un morso al cornetto che fa fuoriuscire tutta la nutella
"Mmmm, buono" dico con la bocca piena, vedo che lui se la ride.
"Ti sei sporcata tutta" continua a ridere mentre mi pulisce la bocca con un tovagliolo, per vendicarmi gli mordo la mano
"Ai, ti vuoi mangiare pure me?"
"Continui a ridere?" La cosa fa ridere pure me
"Comunque, ti mangio quando siamo soli" gli lancio un sorriso ammiccante
"Stai attenta che ti mangio io prima" mi solletica la pancia divertito.
Dopo aver finito ci facciamo un giro prima di ritornare al campus.
Girando in auto becchiamo un artista di strada che fa le caricature.
"Travor fermati!"
"Che succede?"
"Lo facciamo?"
"Qui?"
"Ma che hai capito? quello" gli indico il ragazzo, ovviamente si mette a ridere perché ha capito male. Sono solo le sette e mezza dovremmo farcela prima che si alzino gli altri.
"Va bene"
"Sei tremendo, anche se... Non mi dispiacerebbe" rido uscendo dall'auto
"Ah e io sarei tremendo.?
Ci mettiamo in posa e il ragazzo inizia a disegnare sul foglio.
"Che bello" questa volta lo precedo e pago io. Lo metterò in camera è bellissimo
"Ti piace?"
"Si, molto"
"Lo vuoi tenere tu Travor?"
"No tienilo tu, poi ritorniamo e quello lo tengo" mi mette la mani sulla spalla e torniamo al campus. Accendo la radio durante il tragitto cosi da ammazzare il tempo, parte shut up dei Black Eyed Peas, fantastica, mi metto a cantarla a squarcia gola, sotto lo sguardo divertito di Travor che non riesce a smettere di ridere.
"Adesso piove"
"Ah si?" Canto ancora più forte solo che smetto subito per le forte risate che mi fanno male pure i fianchi, meglio spegnere, tanto siamo quasi arrivati. Infatti pochi minuti dopo siamo di ritorno, quello che vedo però non è la cosa che mi aspettavo, io e Travor ci guardiamo spaventati.
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Sotto il tramonto di Los Angeles
RomanceHope Carter ha diciotto anni, capelli biondi e occhi azzurri. decide assieme alla sua migliore amica e al ragazzo con cui sta da due anni, di fare volontariato in un campus in cui ci sono dei ragazzi che hanno commesso degli errori e sono lì per rim...