"Famiglia"

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Forse ce n'è uno sull'ultima panca

Lo sguardo scuro lo protegge

Non dice una parola

Quando scrive o legge

Non è mai roba di scuola

Forse non s'impegna al massimo

E i voti s'abbassano

Ha cuffie che lo staccano

Da genitori che se i soldi non bastano si scannano

Certe sere tiene il fiato tanto che

La fine sembra lì a un secondo

E non crede più alle favole perché

Ora fa a pugni con il mondo

(A pugni con il mondo- Articolo 31)

Non se ne stava sdraiato sul letto, con lo sguardo rivolto verso la parete.

Erano solo le sei e trenta del mattino e lui, a differenza di quanto si era ripromesso di fare in quei giorni, era lì, sdraiato su quel materasso che non sentiva per nulla suo, con gli occhi spalancati, pensando al nulla.

Il giorno prima, dopo più di quattro ore di pullman, era giunto presso la piccola località ai piedi delle montagne nel nord del paese dove sua madre viveva da diversi anni.

La casa di quella donna era una piccola villetta di media grandezza, costruita in uno stile rustico con un grazioso giardino sul davanti ed una piccola serra nelle retro. Ratana aveva sviluppato da alcuni anni la passione per le piante e, questo suo interesse, aveva spinto il suo stupendo marito a costruirle una piccola serra, luogo per lei appagante e di totale relax.

Appena arrivato sull'uscio di casa, quei due moccioso fastidiosi gli erano corsi incontro contendendosi la sua attenzione. Non gli avevano concesso nemmeno il tempo di posare i bagagli a terra che, subito, erano scoppiati in risate gioiose e gridolini eccitati attaccandosi alle sue gambe come due piccoli Koala avvinghiati ad un ramo.

"P' Non, P' Non. Che bello sei arrivato! Ci sei mancato. Perché ci hai messo tanto a venire a trovarci?" le loro grida assordanti, e le domande insistenti, per poco non gli perforarono i timpani.

Poco dopo, alle loro spalle, comodamente vestita con una tuta leggera color beige, si era affacciata Ratana, entusiasta per l'arrivo del primogenito, rivendicando a braccia aperte un abbraccio che non sarebbe mai arrivato sostituito invece da un freddo e distaccato:

"Bhe... Ciao"

"Bambino mio, come sei cresciuto. Mi sembri più alto da quando ci siamo visti l'ultima volta" esclamò la donna ritirando le braccia sorridendogli.

"Dieci centimetri in più. Sono passati due anni" sottolineò il ragazzo con un sguardo freddo e distaccato.

La donna, visibimente in imbarazzo, venne prontamente salvata da quella situazione scomoda dal marito che, attratto dal tono di voce piuttosto alto dei figli, aveva lasciato il suo studio per raggiungere quel baccano in salotto.

"Ehi ragazzino. Come ti sei fatto bello!" esclamò affabile spingendo i due bambini a staccarsi dal fratello maggiore per permettergli di recuperare l'equilibrio. "Su, su, ragazzi, lasciate respirare il nostro povero Non. Avrete tutto il tempo di spupazzarvelo. Resterà con noi per qualche giorno."

NONDove le storie prendono vita. Scoprilo ora