Tu mi hai aggredito per primo

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Non avrebbe dovuto picchiare quel P' Non lo sapeva bene.

Il suo intento in realtà era semplicemente quello di avvicinarsi per poterlo osservare meglio.

Attratto da quello sguardo così profondo e quel sorriso accecante lo aveva raggiunto senza sapere nemmeno lui il perché non potendo minimamente immaginare quanto sarebbe degenerata la situazione da lì a qualche frase. 

Certo non si spettava di rivolgerglisi in modo tanto sgarbato né, tantomeno colpirlo in pieno volto.

Se solo il messaggio da parte di quella donna non gli fosse mai arrivato.

Con che coraggio osava ancora scrivergli?

"Buon primo giorno di università bambino mio. Su su na! Baci mamma"

Che schifo, dopo tutti quegli anni aveva ancora il coraggio di firmarsi con quell'appellativo che non le spettava più da tempo.

Non odiava sua madre anche di più di quanto odiasse il padre.

Ratana era sempre stata una donna dotata di grande fascino e bellezza, in gioventù prima di sposarsi era anche apparsa su un paio di riviste di moda locali come modella di abbigliamento.

Si era sposata giovane con un uomo più grande di lei e con una carriera avviata alla ricerca di una posizione prestigiosa ed accomodante e, il padre di Non, sembrava nato per ricoprire quel ruolo. Era sempre stato un uomo molto ambizioso, sin dà giovane aveva lavorato duramente per crearsi un ruolo di rilievo all'interno della società, in pochi anni e tanti sacrifici da semplice insegnante, attraverso una gavetta estenuante, era giunto infine a ricoprire il ruolo di preside di una delle dieci scuole superiori più importanti del paese.

Ratana lo aveva conosciuto tramite amici comuni ed, utilizzando tutte le sue arti, era riuscita a stregare lo schivo e riservato professore per poi, poco dopo un matrimonio lampo, annunciargli il lieto evento dell'arrivo del piccolo e paffuto Non.

Dopo la sua nascita, la madre del ragazzo si era adagiata desiderosa di vivere una vita tranquilla. Per qualche anno, la donna, ci aveva provato davvero, cercando di rispettare tutte le imposizioni del marito e la sua severità ma, quando il figlio aveva compiuto cinque anni, stanca e stremata da quel clima opprimente, si era invaghita di un artista americano che viveva da molti anni nel paese, più giovane di lei di diversi anni e con il quale, ottenuto il divorzio, si era prima risposata e poi ricostruita una famiglia allietata dalla presenza di due gemelli di ormai undici anni Aaron ed Adam.

Il padre di Non si era battuto con tutte le forze per tenere il figlio con sé, non aveva mai accettato la fine di quel matrimonio vivendolo come uno dei fallimenti più importanti della sua vita, si era chiuso ancora di più nelle sue regole e nella sua severità per celare i propri sentimenti e mostrarsi indifferente davanti a tutto quel dolore provato. Amava terribilmente Ratana anche ora ad anni di distanza dalla loro separazione, viveva nel continuo miraggio di quella passione vissuta e nel rimpianto di non essere stato in grado di mantenere la donna legata a sé per la vita.

Dopo una lieve battaglia fra avvocati per la custodia del piccolo Non, Ratana si era rassegnata con una certa velocità alla sentenza che vedeva il bambino affidato esclusivamente alle cure del padre con possibilità da parte sua di vederlo quando più le aggradava. La donna prima troppo presa dalla sua nuova vita amorosa e successivamente dagli impegni familiari con il tempo si era limitata nel godere della compagnia del figlio due o tre volte l'anno quando, approfittando delle varie festività, il primogenito la raggiungeva nel nord del paese dove si era infine stabilità con la sua nuova famiglia perfetta .

Negli ultimi anni il ragazzo aveva usato come scusa l'astio fra i suoi genitori per sottrarsi a quelle visite imposte riducendo al minimo i contatti con la madre ed i fratellastri, coltivando un rancore sempre maggiore nei confronti della donna e del suo abbandono.

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